“Oggi è la crisi del latte, prima era stata quella dell’olio. Se il settore agroalimentare italiano continua a rincorrere queste drammatiche oscillazioni di prezzo, ad ogni situazione di sovrapproduzione fa crollare il prezzo del latte e ad ogni scarsa disponibilità fa aumentare il prezzo del formaggio, noi rischiamo di distruggere le nostre eccellenze alimentari. Non può esistere un’industria senza gli agricoltori italiani e viceversa gli agricoltori hanno bisogno dell’industria per valorizzarsi”, queste le parole di Luigi Scordamaglia, numero uno di Filiera Italiana in merito alle ultime vicende che riguardano la crisi del latte in Italia.
“Credo che bisogna cambiare approccio, bisogna fare dei contratti di filiera pluriennali, a lungo termine, che evitino queste oscillazioni di prezzo drammatiche, che permettano di fare contratti di fornitura che non inseguano l’elemento transitorio, il momento di mercato, ma che garantiscano a chi fornisce il latte e a chi lo deve trasformare la sicurezza e la disponibilità di chi ritira e di chi produce. Più che un prezzo minimo garantito, un accordo pluriennale in cui c’è un prezzo concordato tra le parti che deve coprire i costi, perché non è pensabile che nessuno continui a lavorare senza coprire i costi, e poi un grande sforzo ogni anno per provare a valorizzare quel prodotto insieme e magari dividersi la parte premiale. Lo abbiamo fatto nel settore dei bovini, del grano, bisogna superare l’ottica di competizione e va contrattualizzato a lungo termine il rapporto tra fornitori e trasformatori. O si va avanti insieme o si muore insieme, l’alternativa non c’è”, ha sottolineato Scordamaglia.