Dalla fase dell’emergenza a quella del restauro. Per i beni culturali della Valnerina colpiti, feriti, umiliati e, molto spesso, danneggiati seriamente dal terremoto c’è un luogo che per il momento li coccola e dove vengono curate le prime ferite. Obiettivo, restituire al più presto questo patrimonio, simbolo dell’identità di queste terre, alla sua fruibilità. Varcando la soglia di questo grande spazio, il deposito a Spoleto voluto dalla Regione Umbria e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sembra proprio di entrare in un ospedale.
Ad accoglierti gente in camice bianco, ma non sono medici. Sui “lettini” non ci sono persone ma tantissime opere d’arte che rendono bene l’idea, subito a prima vista, di quanto il sisma ha lasciato il segno, oltre che naturalmente alle persone e alle cose, anche al ricco patrimonio culturale di questa parte di Umbria.
Oltre 4.400 opere Sono oltre 4.400 le opere danneggiate dal sisma che si trovano al momento all’interno deposito, aperto dal 2008, ma utilizzato per la prima volta solo in quest’occasione. La struttura in località Santo Chiodo ospita anche un laboratorio di restauro allestito con l’Opificio delle pietre dure (Opd) di Firenze, un istituto autonomo del Ministero.
Fonte Bbc/Umbria24