Diverse centinaia di persone, tra cui decine di straniere, hanno partecipato alla prima maratona di Teheran che si è svolta venerdì scorso. Ha però suscitato perplessità e proteste per il percorso modificato per le partecipanti donne, alla vigilia della gara. Queste infatti non hanno corso per le vie della città ma in uno stadio chiuso al pubblico, lo stadio Azadi che, ironia della sorte significa "libertà". Sorpreso il ministro dello Sport iraniano Masoud Soltanifar che ha sottolineato di aver ritirato la sua quota di iscrizione alla maratona (500 mila rial, 15 dollari) perché "deluso" dai percorsi separati tra uomini e donne. "Mi ero registrato ma ho abbandonato la competizione - ha detto sottolineando -. All'inizio non avevo dubbi su una gara mista. Poi la delusione del cambio dei percorsi".
Nello stadio Azadi nessun uomo era presente, solo le donne che hanno deciso di partecipare alla maratona: per loro un percorso di 10 chilometri. La decisione di separare i due percorsi però non è stata da tutti giudicata "inaspettata". La 29enne Shima ricorda che in Iran, gli sport femminili e maschili sono da sempre separati e le donne non sono autorizzate ad andare negli stadi durante le partite di calcio. Alla prima maratona internazionale, organizzata a Teheran dal tedesco Sebastian Straten, hanno partecipato oltre mille persone da 40 Paesi, tra loro anche 15 italiani. A vincerla, l'iraniano Mohammad Jafar Moradi. Era stata annunciata la presenza di una trentina di atleti statunitensi ma vi era solo un irano-americano.