Donald Trump ha paura di sbagliare, anche se davanti al Congresso parlerà tenendo d'occhio i suggerimenti del gobbo elettronico. Il Presidente degli Stati Uniti viene colto nell'atto di ripassare con cura il testo del Discorso sullo Stato dell'Unione sul sedile posteriore della limousine che lo sta portando dalla Casa Bianca a Capitol Hill. Un tragitto di nemmeno un paio di chilometri, ma ugualmente minuti preziosi per memorizzare parole e toni della voce. Nessuno lo aveva mai visto così: Trump finora ha sempre parlato a braccio anche nelle occasioni ufficiali.
Il testo del discorso è stato preparato negli ultimi giorni dal consigliere politico Stephen Miller e dall'eminenza grigia dell'amministrazione, il falco Steve Bannon. Scopo: riuscire a impacchettare le ruvidezze dei programmi della Casa Bianca in un contesto di parole misurate e atteggiamenti equilibrati. Non è stato facile: ad un certo punto si è creato uno scontro tra Bannon e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale McMaster, che voleva eliminare un riferimento al "terrorismo estremista islamico" portato nel Paese dagli immigrati musulmani. Niente da fare, ha vinto Bannon. Ma ai democratici (molti presentatisi vestiti di bianco in segno di protesta) è stata lanciata la promessa di una disponibilità a lavorare insieme per l'assistenza ai bambini poveri e persino in campo ambientale.
Sorpresa tra questi, che si aspettavano l'ennesimo discorso incendiario, ma anche tra i repubblicani. Che ora dovranno far capire cosa intendono fare per sostituire l'Obamacare con una nuova riforma sanitaria. A riguardo Trump è stato categorico: la riforma sanitaria del suo predecessore è un disastro da liquidare quanto prima. Toni distensivi, ma nella sostanza è il Trump di prima.