M osca - "Decidendo per i due anni di sospensione, il tribunale ITF e' arrivato alla conclusione che cio' che ho fatto e' stato involontario". Squalificata per due anni a causa della positivita' al Meldonium riscontrata in un test antidoping del 26 gennaio scorso, effettuato a Melbourne durante gli Australian Open, Maria Sharapova affida il suo commento alla sua pagina ufficiale di Facebook. "Il tribunale ha stabilito che io non ho chiesto ai miei medici di prescrivermi questa sostanza per migliorare le mie performance - spiega la 29enne tennista russa, fermata fino al 26 gennaio 2018 - L'ITF ha speso tantissimo tempo e risorse per cercare le prove secondo cui avrei intenzionalmente violato le regole anti-doping, e il tribunale ha deciso che la mia azione non e' stata volontaria. Dovete sapere che l'ITF ha chiesto al tribunale di sospendermi per 4 anni, la sospensione prevista per una violazione volontaria, e il tribunale ha rifiutato questa opzione. Nonostante il fatto che il tribunale abbia stabilito correttamente che non ho violato intenzionalmente le regole anti-doping, non posso allo stesso tempo accettare un'ingiusta sospensione di due anni. Il tribunale, i cui membri sono selezionati dall'ITF, ha concordato che non ho fatto niente di sbagliato intenzionalmente, eppure mi impediscono di giocare per due anni. Faro' ricorso immediatamente al TAS, il tribunale arbitrale dello Sport".
"Mi manca giocare a tennis e mi mancano i miei straordinari fan, che sono i migliori e i piu' corretti al mondo. Ho letto le vostre lettere, i vostri post sui social e il vostro amore e sostegno mi hanno aiutato in questi giorni difficili - conclude Sharapova - Voglio portare avanti cio' che credo sia giusto ed ecco perche' lottero' per tornare su un campo da tennis il prima possibile". In coda, 'Masha' ha anche aggiunto un post scriptum: "Il mio avvocato sta preparando un breve sommario su come funziona il processo dell'ITF che vorrei condividere con i miei fan in modo che possano essere informati su come funzionano le regole". Steve Simon, WTA CEO, ha cosi' commentato la vicenda: "E' importante prima di ogni altra cosa che gli atleti siano informati delle regole e che le seguano. In questo caso Maria si e' assunta la responsabilita' per il proprio errore. La WTA supporta l'operato dell'ITF e di Maria. L'ITF ha un suo regolamento, che riguarda anche il Tennis Anti-Doping Program, e la decisione potra' dunque essere appellata al TAS. La WTA continuera' a seguire da vicino l'evolversi della vicenda nella speranza che possa risolversi il piu' presto possibile". (AGI)