U n anno fa ci eravamo lasciati con questa clip che, su twitter, è stata vista da più di un milione di persone.
That reaction!! @rogerfederer is your #AusOpen 2017 champion! pic.twitter.com/YQIgfoVeHl
— #AusOpen (@AustralianOpen) 29 gennaio 2017
Il sorriso di Roger Federer e le sue braccia levate, più volte, al cielo. E poi le urla, la gioia, i salti. Il tennista svizzero aveva appena giocato l’ultimo punto di una partita storica. La finale degli Australian Open, edizione 2017, contro il rivale di un’intera carriera, lo spagnolo Rafael Nadal.
La conquista del diciottesimo titolo dello slam (ne sarebbe arrivato un altro, a Wimbledon, pochi mesi dopo) aveva però un sapore particolare. Quasi inedito. A 35 anni, Federer tornava a essere competitivo ad alti livelli dopo mesi difficili e molti dubbi sul suo stato fisico.
E la stessa cosa poteva dirsi anche per Rafa Nadal. I due non si incontravano dal 2015 e, per molti, avevano già intrapreso quella strada che li avrebbe portati, in breve tempo, al ritiro definitivo. Ma quell’epica finale, sempre in bilico, vinta dopo una lunga battaglia durata cinque set, 3 ore e 37 minuti di gioco all’ultimo scambio, è stata capace di rilanciare entrambi i giocatori.
Lo spagnolo ai nastri di partenza del 2018 si è presentato come numero uno del tennis mondiale. Lo svizzero, dopo essere diventato il più vecchio finalista di uno slam dal 1972 pareggiando uno dei miti di questo sport, Ken Rosewall, è tornato a essere il più forte di tutti sulle superfici veloci.
Federer e Nadal
Ancora loro nella lista dei favoriti. Rivali gentleman, alla ricerca di record e conferme. Questa è, senza dubbio, la copertina maschile degli Australian Open 2018 che si aprono, ufficialmente, lunedì 15 gennaio. Per quanto riguarda il torneo femminile, invece, è un’altra copertina a tenere banco: quella di Serena Williams neo-mamma, che ha rilasciato una bella intervista a Vogue dove spiegava, tra le tante cose, la decisione di rimandare il ritorno sui campi da gioco. E la storia recente ci ha insegnato che, quando manca la regina assoluta della racchetta, si aprono scenari inaspettati e preziose possibilità per tante giocatrici.
Le caratteristiche del torneo australiano
È il primo torneo dello Slam e apre ufficialmente la grande stagione del tennis. La prima edizione maschile si gioco nel 1905 mentre quella femminile nel 1922. Per molti decenni fu appannaggio dei giocatori locali visto che, arrivare in Australia, non era semplicissimo. Fino a trent’anni fa, le partite si disputavano sull’erba, come a Wimbledon.
Da quella data a oggi si sono alternati due tipi di superficie che, per comodità, viene identificata come cemento. Prima il Rebound Ace, utilizzato fino al 2007, e poi il Plexicushion, in uso ancora oggi, più veloce e rapido. Prima dell’edizione del 2017 furono in molti, tennisti e addetti ai lavori, a criticare l’eccessiva rapidità dei campi. Una polemica che si è riproposta anche quest’anno e che è stata spenta dal direttore del torneo, Craig Tiley, che ha fatto notare come l’arrivo in finale di Rafa Nadal, certamente non un amante delle superfici veloci, fosse la prova che confutava il presunto condizionamento del rendimento dei giocator: “È così avverrà anche nel 2018”.
Tutti i 51 campi degli Australian Open, 16 coperti dalle telecamere per un totale di oltre 800 match trasmessi, sono stati rifatti per la nuova edizione e, sempre secondo Tiley, la velocità che garantiscono non è uniforme, anche a causa della diversa esposizione al sole.
Eurosport, che da anni trasmette il torneo sulle piattaforme italiane, ha analizzato l’aspetto economico di un torneo che, quest’anno ha battuto ogni suo record. Si tratta in realtà di una escalation che, negli ultimi anni, sembra irrefrenabile. Il record assoluto, infatti, è detenuto detenuto dall’ultimo slam giocato, gli Us Open 2017, con 50 milioni di dollari americani (circa 60 milioni di euro). Il prize money finale del torneo di Melbourne è di 55 milioni di dollari australiani, circa 36 milioni di euro. Per la prima volta in assoluto i vincitori dei due tornei, quello maschile e quello femminile, riceveranno circa 2,6 milioni di euro a testa. Dieci anni fa la cifra era quasi la metà. Anche i biglietti, come racconta il Sole 24 Ore, costeranno di più. Si va da un aumento del 20% per i primi 4 giorni ai prezzi, che toccheranno un massimo di circa 815 dollari australiani, per le finali.
Dal ritiro di Murray alla voglia di riscatto di Djokovic. Gli altri
Andy Murray non ci sarà. Il tennista britannico ha annunciato il suo forfait sui social a causa dei problemi all’anca che lo hanno tormentato negli ultimi tempi. Non è esclusa per lui anche un’operazione chirurgica che potrebbe tenerlo fuori per gran parte del 2018. Tra gli assenti eccellenti va citato anche il nome del giapponese Kei Nishikori, infortunato al polso.
Novak Djokovic, invece, è arrivato in silenzio e spera di poter ripercorrere lo stesso viaggio fatto da Federer e Nadal un anno fa: rilanciarsi dopo un periodo disastroso, quattro mesi e mezzo di stop dopo l’intervento al gomito, per riprendersi, stile Gomorra, tutto quello che è suo. Intanto, come ha riportato La Stampa, il serbo è già apparso in ripresa con la vittoria al Kooyong Classic, il torneo-esibizione che precede gli Australian Open, slam che Djokovic ha vinto già cinque volte. “La buona notizia è che sono qui”.
Stesso discorso vale per Wawrinka. Il tennista svizzero giocherà in Australia ma le sue condizioni di forma sono un assoluto mistero. In seconda fila partiranno quei giocatori che hanno bisogno di un anno solido e ricco di vittorie per confermare i progressi incredibili fatti vedere durante l’ultima stagione. Parliamo di Dimitrov, Zverev e Thiem. Con un occhio a Kyrgios, che gioca in casa, e ai soliti noti: Goffin, Cilic, Del Potro e Tsonga.
Halep, Pliskova, Muguruza. Le favorite per i bookmakers
Come abbiamo detto l’assenza di Serena Williams rende difficile qualunque pronostico. L’effetto Ostapenko non è affatto escluso. La tennista lettone, classe 1997, si aggiudicò l’anno scorso il Roland Garros da (quasi) perfetta sconosciuta. Fu la prima, nella storia, a imporsi in uno Slam senza essere testa di serie. In Australia si presenta con il numero 7 e, al primo turno, affronterà Francesca Schiavone. Secondo le agenzie di scommesse principali, tuttavia, a condurre i giochi c’è un terzetto di atlete che non hanno mai vinto in Australia.
La rumena Simona Halep, numero 1 del mondo, la ceca Karolina Pliskova, numero 6, e la spagnola Garbine Muguruza, numero 3. Soprattutto sull’iberica però c’è più di un dubbio sulle sue condizioni fisiche che non sembrano ottimali. Molti giornali sportivi però hanno gettato un riflettore sulla danese Caroline Wozniacki, intenzionata a riprendersi la vetta della classifica WTA e, soprattutto, su Maria Sharapova. Dopo il recente stop per doping la tennista russa vuole tornare a fare la voce grossa smentendo critiche e accuse. Da non sottovalutare, infine, l’eterna Venus Williams, 37 anni, e altre tre outsider: Svitolina, Konta e l’idolo di casa Asleigh Barty.
E gli italiani?
Un record lo abbiamo registrato anche qui. Sono undici i tennisti italiani che hanno partecipato alle qualificazioni. Il numero più alto di sempre. E due sono riusciti a raggiungere il tabellone principale: Salvatore Caruso, numero 209 del ranking, e soprattutto Lorenzo Sonego, numero 218, che ha superato l’australiano Bernard Tomic, un tempo giocatore da top 20 mondiale, a cui gli organizzatori hanno negato una wild card.
I due si aggiungono ai quattro tennisti entrati di diritto in tabellone. Fabio Fognini, testa di serie n°25, affronterà al primo turno l’argentino Zeballos, numero 66 della classifica ATP mentre Andreas Seppi, scivolato al numero 87, ha pescato il francese Corentin Moutet, numero 155. Meno fortunati nel sorteggio Paolo Lorenzi che affronterà il bosniaco Damir Dzumhur, testa di serie numero 28, e Thomas Fabbiano che se la vedrà con un vero fenomeno: il citato Alexander Zverev, che occupa la quarta posizione del ranking mondiale.
In campo femminile la delegazione italiane è fortemente rimaneggiata rispetto al passato. In tabellone ci sono solo Camila Giorgi, che aspetta una qualificata, e Francesca Schiavone che, come detto, se la vedrà con la forte lettone Ostapenko. Eliminate nelle qualificazioni le altre 5 azzurre, tra cui anche Sara Errani, che si è arresa all’ultimo turno alla thailandese Luksika Kumkhum, e Roberta Vinci all’ultima partecipazione della carriera.
Due (ultime) notizie
Si tratta di notizie diametralmente opposte. Da una parte una polemica, aspra, e dall’altra un ritorno sui campi, inatteso. La prima riguarda Margaret Court, 75 anni, la più forte giocatrice australiana di tutti i tempi, vincitrice del Grande Slam nel 1970, a cui gli organizzatori dell’Australian Open hanno dedicato uno dei campi principali del torneo. Court è sempre stata un po’ la madrina dello Slam ma quest’anno ha deciso di rispedire al mittente l’invito dagli organizzatori. Il motivo? Lo scandalo che hanno causato alcune sue parole, pronunciate da fervente cattolica, contro gay e lesbiche. Parole omofobe che sono state condannate da diverse tenniste, come Samantha Stosur, che hanno minacciato di non mettere piede sul campo a lei intitolato.
Storia decisamente più gradevole è quella che riguarda il ritorno sul campo di uno dei tennisti più amati. E non solo in Australia dove è di casa e dove, attualmente, è capitano della squadra di Coppa Davis. Lleyton Hewitt, ex numero uno del mondo, ha deciso di accompagnare il suo amico e connazionale, Sam Groth, all’ultimo torneo della sua vita. I due hanno annunciato di essersi preparati al meglio per affrontare rivali più giovani e che non sarà solo una passerella di commiato. Staremo a vedere, da lunedì, quando anche con loro partirà non solo un grande torneo ma una grande stagione di tennis.