Regista Terra Sem Males, prezzo Giochi è "genocidio culturale"
“Eventi di portata internazionale vengono sempre spacciati come modelli di sviluppo ma spesso non sono sostenibili”

Roma - Il Brasile paga per i Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016, due anni dopo un altro evento gigantesco come i mondiali di calcio del 2014, un prezzo enorme: e' stato messo in atto una sorta di "genocidio culturale". L'allarme è stato lanciato qualche giorno fa alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro dal regista Enrico Masi, autore della trilogia del Brasile incentrata sull'impatto di un evento come le Olimpiadi sulla popolazione. Dopo la 'Trilogia londinese', in cui Masi racconto' con tre documentari l'impatto dei Giochi di Londra 2012 sugli inglesi, il 33enne regista e antropologo italiano ha presentato nella sezione 'Satellite' del festival di Pesaro il secondo film dei tre che prendono in esame il Brasile, 'Terra Sem Males'.
"Questi eventi sono devastanti ovunque accadano - spiega Masi -. Lo sono stati a Londra. Prima ancora a Pechino. Ora a Rio. Per realizzare i grandi impianti e le aree urbanistiche dei mondiali e delle olimpiadi, in Brasile e' stato compiuto un vero e proprio genocidio culturale. Minoranze etniche sono state spostate o addirittura cancellate. Questo per fare spazio a impianti sportivi o nuovi quartieri". Nel suo documentario, Enrico Masi racconta una storia emblematica, quella di Urutau Guajajara, fondatore di una universita' indigena vicino allo stadio Maracana', un'utopia cancellata con i mondiali e le olimpiadi: ora di quella scuola particolare che voleva salvaguardare la cultura indigena di un popolo non resta che un edificio coloniale abbandonato alle porte dello stadio piu' grande del mondo. “Eventi di portata internazionale vengono spacciati come modelli di sviluppo – aggiunge il regista – ma spesso non sono sostenibili come nel caso di Rio 2016”.