Scuse da Lochte e Usa, Cio chiude caso finta rapina

Scuse da Lochte e Usa, Cio chiude caso finta rapina
Gunnar Bentz (Afp) 

Rio de Janeiro - Il Cio ha chiuso il caso della falsa rapina denunciata da Ryan Lochte e da altri tre nuotatori americani dopo le scuse presentate dal Comitato olimpico statunitense e dallo stesso Lochte. "Il Cio e' soddisfatto delle scuse di Lochte", ha riferito il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, Mark Adams, "l'episodio ha suscitato reazioni nel Paese ma ora possiamo voltare pagina". "Il popolo brasiliano accetta le scuse di Lochte, e' un capitolo chiuso - ha aggiunto Mario Andrada, portavoce del Comitato Organizzatore di Rio2016 - non credo che questo episodio rimarra' come una macchia indelebile di queste Olimpiadi, che saranno invece ricordate per gli ori di Phelps e di Lochte e per la splendida atmosfera in cui si sono disputate".

Per la sua condotta comunque il campione olimpico sarà sospeso dalla Federazione di nuoto Usa. Lo riferisce la Cnn, aggiungendo che non e' ancora chiaro quanto durera' la sospensione. Inoltre il Cio aprira' una inchiesta disciplinare su Lochte e gli altri 3 nuotatori. L'inchiesta "appurera' se ci sono gli estremi per una sanzione", ha spiegato una fonte.

Il Comitato Usa si è scusato per il comportamento dei suoi quattro atleti che avevano detto di essere stati vittime di una rapina domenica scorsa per coprire le devestazioni compiute da ubrachi nei bagni di una stazione di servizio. E lo stesso Lochte ha espresso su Instagram il suo rammarico, ammettendo l'errore: "Voglio scusarmi per il mio comportamento dello scorso weekend, per non essere stato piu' attento e sincero nel descrivere gli eventi di quella mattina e per aver distolto l'attenzione dai tanti atleti che realizzano il sogno di partecipare alle Olimpiadi". "Avrei dovuto essere molto piu' responsabile nella gestione della faccenda", ha ammesso, pur affermando che "è traumatico" restare fuori fino a tardi in un Paese di cui non conosci la lingua e avere uno straniero che ti punta una pistola contro e ti chiede soldi per lasciarti andare". 

Lochte è già tornato negli Usa mentre mercoledì i suoi compagni Gunnar Bentz e Jack Conger erano stati prelevati all'aeroporto Tom Jobin mentre stavano per tornare negli Usa e sono potuti ripartrire solo dopo un interrogatorio di quattro ore. Giovedì la giudice Keyla Blank, del tribunale speciale per i grandi eventi, aveva emesso l'ordine di perquisire gli alloggi nel Villaggio olimpico dei 4 nuotatori statunitensi e sequestrare i passaporti. Il quarto nuotatore, James Feigen, indagato per falsa denuncia di reato insieme a Lochte, è potuto ripartire dopo che ha patteggiato di devolvere a un ente caritatevole l'importo di una multa pari a 11mila dollari. Rischiava una condanna a svolgere lavori socialmente utili in Brasile.

Lochte, Feigen e i compagni di squadra Gunnar Bentz e Jack Conger avevano denunciato di aver subito una rapina nella notte tra domenica e lunedì, di ritorno al Villaggio Olimpico da una festa. Al telefono con Matt Lauer, giornalista della Nbc, Lochte però aveva cambiato alcuni dei dettagli raccontati ricollocando la rapina in una stazione di benzina e senza pistola puntata alla testa, come testimoniato in un primo momento.

Le autorità brasiliane hanno diffuso un video che mostra i nuotatori Usa brilli. "C'era una pistola", ha spiegato la polizia, ma era di una guardia che cercava di fermare gli americani" dopo la devastazione. La guardia della sicurezza ha raccontato di aver trovato la porta del bagno rotta e altri danni, con i nuotatori che hanno cercato di scappare sul taxi su cui erano arrivati. Il tassista però non si è mosso e ha aspettato l'arrivo della polizia. Sempre secondo l'uomo della sicurezza, i 4 nuotatori erano aggressivi e alterati dall'alcol ed è a quel punto che ha mostrato il suo distintivo. Due di loro hanno tentato una nuova fuga, a piedi, e allora l'uomo ha tirato fuori la sua arma come avvertimento. Gli americani hanno quindi offerto 20 dollari (100 reais) per pagare i danni provocati e sono stati lasciati andare, con la polizia giunta sul posto quando tutto era finito. (AGI)