R io de Janeiro - Favolosa impresa di Elia Viviani diventato il più forte pistard dell'Olimpo. Elia è stato piùforte di tutto e tutti nella specialità regina del ciclismo su pista, l'omnium, gara che si svolge nell'arco di due giorni che si puo' paragonare al decathlon dell'atletica leggera. Una specialità nuova ai Giochi (ha fatto il suo ingresso a Londra 2012) che prevede sei prove, scratch, inseguimento individuale, corsa a eliminazione, corsa a cronometro, giro lanciato e corsa a punti. In quest'ultima specialità, quella che assegnava le medaglie, il 27enne veronese è stato autore di una performance straordinaria. Durante i 160 giri per complessivi 40 chilometri è accaduto di tutto. Al comando della classifica dopo la quinta prova, il ciclista di Isola della Scala nella sesta doveva solo monitorare la situazione e non lasciare troppe volate agli avversari, in primis il forte britannico Mark Cavendish, campione del mondo in carica a marzo, ed il campione olimpico di Londra 2012, il danese Lasse Norman Hansen.
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Invece, le preoccupazioni per Elia sono arrivate presto, quando mancavano 108 giri dal termine. All'uscita di curva causa un contatto tra il sudcoreano Park Sanghoon e Cavendish, l'asiatico è rovinato a terra trascinando con se pure Viviani. Prima un gesto di rabbia o poi, una volta capito che non c'erano particolari conseguenze a livello fisico, Elia è risalito in sella e si è messo all'inseguimento del gruppo, nel frattempo rallentato dalla bandiera gialla. L'allievo di Marco Villa, transitato al ciclismo all'età di nove anni dopo aver praticato una serie di sport (dal pattinaggio a rotelle al calcio dove ha ricoperto il ruolo di portiere), l'ha costruito step by step.
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Subito un settimo posto nello scratch, poi un'eccellente inseguimento concluso al terzo posto alle spalle di Hansen e Cavendish con tanto di primato personale. Viviani si è poi superato nella prova a lui preferita, l'eliminazione dove quasi mai scende dal podio virtuale. La vittoria parziale gli ha consentito di balzare al secondo posto nella generale. Il primo posto è arrivato nella quarta prova, quella sul chilometro dove in classifica generale ha messo tra sè e gli avversari, Cavendish in particolare, un discreto vantaggio. Infine, la corsa a punti dove dopo la caduta è stata una sfida tra l'azzurro del Team Sky, il britannico (alla fine argento), il colombiano Gaviria Rendon (primo della corsa a punti ma quarto nella generale) e il danese Hansen (bronzo).
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Tra i 40 ed i 10 giri dal termine Viviani ha messo in cassaforte il suo oro: "Ho vinto per gli italiani, il supporto dei nostri tifosi in Italia è incredibile" ha commentato Elia.
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"Un po' di paura c'è stata - racconta il 27enne pistard - pero' dopo il cambio di bicicletta sono ripartito ed il mio corpo stava bene. Nei dieci giri intermedi ho mantenuto la calma, il tabellone diceva che ero ancora leader e dunque dovevo controllare. Una caduta non poteva rovinare tutto, ero venuto qui solo per l'oro, un altro colore non mi interessava".
Viviani, l'ultimo dei ciclisti al mondo rimasti, l'unico in Italia, che pratica sia strada che pista ("nei prossimi anni molto probabilmente non mi vedrete piùin pista", ha rivelato il veneto), non ha lasciato nulla al caso nel corso della lunga preparazione. Per anni ha ricercato una maggiore aerodinamicità per il suo body con verifiche dentro la galleria del vento al Politecnico di Milano. Anche la bicicletta è stato studiata per l'occasione ed è la versione piùpiccola di quella del campionissimo Bradley Wiggins. Il suo cuore batte per Elena Cecchini, anche lei azzurra a Rio de Janeiro e al via nella gara su strada dove ha fornito il suo prezioso contributo a far vincere il bronzo ad Elisa Longo Borghini. Per gli azzurri, questa e' l'ottava medaglia d'oro ai Giochi di Rio.
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(AGI)