R io de Janeiro - Usain Bolt e' nella leggenda nello sport. Lo sprinter giamaicano ha vinto l'oro olimpico sui 100 metri per la terza volta consecutiva. Cosi', dopo Pechino 2008, Londra 2012 ecco Rio de Janeiro 2016. Un triplete strepitoso e che conferma che i 100 sono affare suo. Usain, 30 anni il prossimo 21 agosto, ha trionfato in 9"81 dominando la scena ma solo negli ultimi 50 metri. Bolt era uscito male dai blocchi (settimo tempo di reazione), una partenza come sempre molto macchinosa e fino a meta' rettilineo era alle spalle del suo grande rivale, l'americano Justin Gatlin. L'Us Boys, fischiato dal pubblico presente sugli spalti dello stadio Olimpico intitolato a Joao Havelange da quando e' uscito dalla camera di chiamata fino a quando non e' salito sui blocchi, stava viaggiando verso quello che sarebbe stato il suo primo oro olimpico sui 100. Invece, niente da fare, il 34enne statunitense si e' dovuto accontentare dell'argento in 9"89.
Un altro fenomeno ha acceso la notte di Rio: si tratta di Wayde van Niekerk che ha riscritto la storia dei 400 piani. Il fuoriclasse quattrocentista sudafricano ha stabilito il nuovo record del mondo fermando i crono a 43"03 cancellando di fatto quanto aveva fatto quasi 17 anni fa l'americano Michael Johnson. Il "soldatino" il 20 agosto del 1999 in occasione dei Mondiali di Siviglia era riuscito a scendere fino a 43"18.
Il 24enne atleta di Citta' del Capo nella gara che nel mondo dell'atletica viene considerata come il "giro della morte" e' stato protagonista di una performance fantastica che restera' per sempre nella storia non solo della distanza ma anche dell'atletica leggera. Wayde, che si allena spesso a Gemona del Friuli su quella stessa pista che qualche anno fa ospitava gli allenamenti del suo connazionale Oscar Pistorius, ha fatto la differenza negli ultimi cento metri, in particolare negli ultimi 60 metri quando ha ulteriormente aumentato le frequenze dei suoi passi lasciando il vuoto alle sue spalle.
Un'azione agile ancora in spinta che lo ha portato allo strepitoso crono. Il secondo classificato, Kirani James di Grenada e' piombato sul traguardo con un ritardo di 73 centesimi (43"76). Ancor piu' staccato il terzo, l'americano LaShawn Merrit (43"85), oro otto anni fa Pechino.
Van Niekerk e' il primo velocista di sempre ad aver corso le tre distanze sotto gli storici che sono 10" sui 100, 20" sui 200 e 44" sui 400. Wayde ha corso la distanza piu' corta in 9"98 ed i 200 in 19"94.
Tornando alla gara dei 100, Bolt a meta' rettilineo ha innestato il turbo volando indisturbato verso il trionfo, verso la storia. Come sempre lo show post gara tutto firmato Bolt. Prima fa il giro di pista con la bandiera giamaicana, poi scherza con le mascotte ed infine posa per foto e selfie fino a togliersi le scarpette ed arrampicarsi sulle tribune per salutare i tifosi piu' cari. Nessuno mai meglio di Usain. Nemmeno "King" Carl Lewis, grande del passato che ai Giochi conquisto' "solo" due ori consecutivi sui 100, a Los Angeles nel 1984 e a Seoul nel 1988. A completare il podio di una gara che ha visto sei degli otto finalisti scendere sotto il muro dei 10", il canadese Andre De Grasse (9"91). Migliori europeo il francese Jimmy Vicaut, settimo in 10"04.
"Qualcuno dice che posso diventare immortale. Ancora due medaglie e poi posso firmare. Immortale", ha commentato Usain Bolt dopo il trionfo nei 100 metri a Rio. Il giamaicano sara' ancora impegnato nei 200 e nella staffetta. "In gara sono stato brillante. Non sono andato cosi' veloce, ma sono felice di aver vinto". E sui fischi riservati a Gatlin dal pubblico ha aggiunto: "E' la prima volta che entro in uno stadio e iniziano a fischiare. Sono rimasto sorpreso". Filosofico Gatlin: "Lavoriamo 365 giorni l'anno per essere qui per nove secondi. All'eta' di 34 anni, fa sentire bene correre con questi giovani ragazzi e salire ancora sul podio". "Ho gareggiato con l'uomo piu' veloce di sempre al mondo e con Gatlin, questi ragazzi sono spettacolari - il commento del canadese Andre De Grasse, bronzo, "sono senza parole. Probabilmente in Canada stanno saltando su e giu' urlandomi di tornare a casa". (AGI)