R io de Janeiro - Irma ha rotto il ghiaccio. Ha vinto il primo turno contro l'esperta australiana Marie Shelly Watts e ai quarti di finale della categoria fino a 60 chilogrammi dovra' vedersela con la francese campionessa del mondo Estelle Mosselly. Irma Testa, la prima pugile italiana alle Olimpiadi della storia, si gode la vittoria e affronta serenamente la vigilia che lunedi' di Ferragosto la vedra' impegnata contro la transalpina. Se il sogno dovesse proseguire in semifinale trovera' la russa Anastasiia Beliakova o la statunitense Mikaela Joslin Mayer. Ma e' presto per fare calcoli. Destro, sinistro, dritto, guardia bassa, guardia alta. Termini chiave per chi pratica il pugilato, termini che la 19enne di Torre Annunziata ha ben chiari nella sua mente.
La boxeuse campana sul ring del Pavillion numero 6 di Barra e' stata protagonista di una bella e soprattutto convincente prestazione considerando sia la giovane eta' che l'emozione del primo match da affrontare. Ha tirato bene, ha subito colpi ma i suoi sono stati piu' precisi. Ha vinto per 2 a 1. Un successo meritato dopo tante delusioni per la boxe azzurra a questi Giochi. Su tutte quella della prematura eliminazione di Clemente Russo.
"Non ero tanto emozionata ma l'importante era rompere il ghiaccio. Ci sono riuscita e sono contenta. Credo di averlo anche dimostrato. I miei compagni di squadra sono stati sfortunati, da Mangiacapre a Russo, io affrontera' la francese con serenita' anche perche' in passato l'ho gia' incontrata e anche battuta". Irma, classe 1997 tesserata per le Fiamme Oro, soprannominata "The Butterfly", e' appassionata di scherma ed e' considerata la piu' forte pugile al mondo sotto i 20 anni. Nella sua bacheca ci sono gia' un titolo mondiale juniores, uno youth ed un argento ai Giochi olimpici giovanili di Nanchino nel 2014. La passione per la boxe e' scoppiata a quando aveva 12 anni grazie alla sorella. Il suo sogno nella vita e' proseguire nella carriera da poliziotta, magari nei Nocs o nella Mobile. Soprattutto in campo maschile pochi sono i pugili europei rimasti ancora in gara. Su tutti stanno primeggiando gli atleti della zona dell'Asia centrale, dall'Azerbaijan alla Mongolia passando per l'Uzbekistan. Discreto il livello dei pugili nordafricani e dell'America Latina. (AGI)