Rio de Janeiro - Italbici da nove in pagella ma ancora a mani vuote. Una Nazionale perfetta in ogni suo meccanismo, che sfrutta il lavoro di gregari di eccellenza come Damiano Caruso, Alessandro De Marchi e Diego Rosa, un talento come Fabio Aru e la punta di diamante, Vincenzo Nibali, che dai Giochi di Rio chiedeva la definitiva consacrazione di una carriera gia' eccezionale, avendo vinto tutti i Grandi Giri. Un percorso duro, durissimo, paragonato dal ct Davide Cassani al 'Lombardia', anch'esso andato a finire nella bacheca del messinese. I chilometri sono 237,5 e, a differenza dell'ultima delle grandi classiche del WorldTour, a Rio c'e' il caldo estivo e la spiaggia di Copacabana attira anche bagnanti. Oltre alla voglia di spaccare il mondo del siciliano dell'Astana, appena ingaggiato dalla neonata Bahrein Merida, e capace di scappare via al momento giusto, dopo uno scatto in salita di Aru, sbarcato in Brasile per restituire il favore allo 'Squalo', che al Tour gli e' stato accanto da 'luogotenente' proprio per preparare al meglio l'appuntamento a cinque cerchi. Riuscendovi, perche' nella fase calda, sempre in discesa, ha appaiato il sardo invitandolo a tirare dritto.
Una coppia che ha 'spaccato' il gruppo, un assalto che ha consentito a Nibali di ritrovarsi davanti, assieme a Henao e Majka, con ottime possibilita' di giocarsi uno dei tre gradini del podio. Invece, sul piu' bello, come gia' gli capito' ai Mondiali di Firenze, quando cadde e giunse quarto. Stavolta resta a terra, dolorante e con doppia frattura alla clavicola e il sogno di succedere nell'albo d'oro olimpico a Vinokourov resta tale. In avvio di gara c'e' subito il ritiro di Tom Dumoulin, il campione olandese che aveva fatto di tutto per recuperare dalla frattura al gomito rimediata al Tour de France. E, a proposito di Grande Boucle, il trionfatore ai Campi Elisi, Christophgiuseer Froome, si ritrova alle prese con un paio di salti di catena che non gli provocano nocumento. Gruppo compatto lungo Ipanema, poi subito una fuga a sei, composta dal tedesco Simon Geschke, dal polacco Michal Kwiatkowski, dal norvegese Svan Erik Bystrom, dallo svizzero Michael Albasini, dal colombiamo Jarlinson Pantano e dal russo Pavel Kochetkov. Gli attaccanti raggiungono presto un vantaggio massimo di 7'50", Italia e Spagna prendono in mano la corsa prima dell'approdo nel circuito di Praia de Grumari, da ripetere quattro volte, con tratti di pave' e due salite impegnative come quelle di Grumari e Grota Funda.
Il vento crea le prime 'spaccature', Froome ha prima problemi meccanici, poi va lungo in curva e viene scortato dal 'fidato' Thomas. Foratura per Aru, De Marchi e' infaticabile (assieme a Rosa) nel trainare il plotone e sulla salita di Canoas si sfila uno dei favoriti, Poels.In testa resta la coppia Kwiatkowski-Kotchetkov, che pero' ha i secondi contati perche' Damiano Caruso mette il turbo e organizza un attacco con Henao, Van Avermaet, Thomas e poi Zeits. Un altro 'papabile' come Porte va giu' in discesa sul secondo passaggio di Vista Chinesa e poco dopo ecco Aru alzarsi sui pedali e 'stimolare' Nibali. Un'azione calcolata ed efficace, che permette allo 'Squalo' di mangiarsi la strada e di mostrare i muscoli come un pugile pronto a sferrare il colpo del ko. In salita annusa l'aria e si porta via il colombiano Henao e il polacco Majka, maglia a pois del Tour. Sembra fatta, il tris d'assi collabora per il bene comune ma all'ultima curva della discesa, quando alla fine mancano 12 chilometri, Nibali ed Henao finiscono a terra, "senza nemmeno toccarsi", dira' a fine gara Cassani, il ct che annuncera' via Twitter la frattura della clavicola per il 'suo' capitano. Majka riesce a schivare i suoi compagni d'avventura e si lancia in una sorta di cronometro, dietro pero' Greg van Avermaet, dopo un recupero straordinaria, si lancia all'inseguimento in compagnia del danese Jakob Fuglsang.
Il belga ha una marcia in piu', Majka invece sente tutta la fatica e si arrende. Oro a van Avermaet, fuoriclasse che in questa stagione, dopo aver vinto la Tirreno-Adriatico, aveva saltato il 'grosso' delle classiche per una caduta al Giro delle Fiandre con tanto di frattura della clavicola. Argento a Fuglsang, bronzo a Majka. Aru, sesto e con i crampi, e' il migliore di un'Italia che stavolta ha corso unita e compatta, con la freddezza delle grandi.Contro la mala sorte, pero', c'e' poco da fare.(AGI)