Calcio: Fair Play-Menarini a Abidal,"razzismo non fa parte sport"
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Calcio: Fair Play-Menarini a Abidal,"razzismo non fa parte sport"

Calcio: Fair Play-Menarini a Abidal,"razzismo non fa parte sport"

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(AGI) - Roma, 24 giu. - "Entrare sul terreno di gioco esalutare, uno ad uno, tutti i membri della squadra rivale. Eguardarsi negli occhi mentre si stringono le mani. Salutare gliarbitri e l'allenatore dell'altra squadra. Entrare nellostadio, essere consapevoli che molti bambini, ragazzi e adultiti stanno guardando, li' e alla televisione, da ogni parte delmondo. Andare in campo e sapere che e' un gioco, che bisognadivertirsi perche' la partita e' una festa dove 22 giocatori sirispettano e rispettano le regole del gioco". Inizia cosi' lalettera che Eric Abidal ha invitato agli organizzatori delPremio internazionale Fair Play - Menarini. Una carrieracostellata di successi, su tutti il Triplete con il Barcellona(2008/2009), frenata solo in parte da un tumore al fegatosconfitto grazie ad un trapianto. La giuria del PremioInternazionale Fair Play - Menarini consegnera' il prossimo1° luglio a Castiglion Fiorentino il riconoscimento adAbidal, campione dentro e fuori il terreno di gioco. Ma Abidalnon e' stato solo una stella del Barcellona di Guardiola. Lanotizia della sua malattia lo ha fatto conoscere a tutto ilmondo extra-sportivo per il coraggio e la forza d'animo con cuila affronto'. Abidal, dopo aver dato l'addio al calcio giocato,ha creato assieme alla moglie Hayat Kebir una fondazione che hacome fine anche quello di fornire assistenza sanitaria persoggetti sfavoriti, soprattutto quelli malati di cancro, diproteggere i bambini e i giovani in situazioni a rischio perfavorirne l'integrazione, anche attraverso lo sport. Un impegnoche non e' passato certo inosservato agli occhi della giuriadle premio fair Play-Menarini. "In 90 minuti di gioco c'e'anche tempo per distrazioni e spesso compaiono insulti oattacchi razzisti per ragioni di provenienza o religione -scrive ancora il 35enne difensore francese - Per quanto miriguarda, questo non ha niente a che fare con lo sport che miha dato tutto nella vita. In quei momenti ti senti impotente,ma i tifosi devono capire che gli insulti o qualsiasi altrotipo di attacco personale non servono a niente e anzi aiutanosoltanto a dare un'immagine negativa dei fan e dello sport cheloro stessi amano". (AGI).
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