F rancesco Totti ha aspettato l'esito della partita della Roma, ha vinto 4-0 contro la Fiorentina, per rispondere alla sindaca Virginia Raggi che sul suo profilo Twitter lo aveva invitato ufficialmente in Campidoglio per parlare dello stadio, e lo ha fatto con un post su Facebook dove scrive "sarò felice di incontrarla, magari proprio per brindare al definitivo via libera per lo stadio", ma poi precisa "l'iter lo seguono i nostri dirigenti, che sono preparatissimi e sicuramente più qualificati di me per entrare nel merito della questione".
Caro Francesco @Totti ci stiamo lavorando. #Famostostadio nel rispetto delle regole. Ti aspettiamo in Campidoglio per parlarne.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 6 febbraio 2017
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Settimana decisiva per lo stadio della Roma a Tor di Valle, quadrante Sud tra l'Eur e il litorale. Domenica 5 febbraio anche l'allenatore giallorosso, Luciano Spalletti, è intervenuto chiedendo di fare lo stadio in una irruzione in tv durante la diretta di SkySport. E sui social è diiventato popolare l'hashtag #famolostadio, rilanciato da molti utenti e da alcuni giocatori come Alessandro Florenzi.
L'operazione Stadio della Roma
Attorno allo Stadio della Roma si gioca una partita complessa. La costruzione dell'impianto sportivo, infatti, è l'operazione finanziaria con fondi privati più 'ricca' presente al momento in città: valore complessivo 1,5 miliardi di euro. Con le casse del Campidoglio a corto di liquidità non ci sono all'orizzonte nuove grandi opere pubbliche in città, così la nuova arena calcistica ha catalizzato una pluralità di interessi economici, finendo per diventare argomento di polemica e divisione politica.
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Le condizioni per trovare l'accordo
Nei giorni scorsi ha suscitato clamore il parere "non idoneo" depositato in conferenza dei servizi dal Campidoglio, diffuso dalla Regione Lazio con una maggioranza a guida Pd, a sottolineare quanto lo stadio sia finito preda della bagarre politica. Ma a ben guardare il documento chiarisce che mettendo mano ad alcun punti legati alla sicurezza sulla viabilità e le opere idrauliche ci sono le "condizioni per addivenire ad un parere favorevole". E allora il nodo resta sempre lo stesso: il Campidoglio vorrebbe una riduzione delle cubature compresa tra il 10 e il 20%, limando alcuni piani alle torri e alcune palazzine dell'area commerciale. Per farlo però deve presentare una delibera che modifichi quella di dicembre 2014 che conferisce pubblica utilità all'opera. La società giallorossa e la società Eurnova del costruttore Luca Parnasi fanno sapere che parteciperanno "con fiducia" al nuovo incontro con la Raggi nella speranza però che si arrivi ad una soluzione che consenta all'ultima riunione della conferenza dei servizi tra Comune, Città Metropolitana, Regione Lazio e Governo di approvare l'opera e avviare l'iter per il permesso a costruire.
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I rischi se salta l'accordo: ricorso al Tar o causa milionaria
Nelle ultime ore si è fatta strada anche l'ipotesi che il Comune scelga di non toccare la delibera per non rischiare, con le modifiche, di far venire meno la pubblica utilità. Perché sulla trattativa aleggia lo spettro che, in assenza di una conclusione positiva della conferenza dei servizi l'As Roma possa adire per vie legali. Senza parere definitivo il club potrebbe rivolgersi al Tar e chiedere il commissariamento dell'opera da parte del governo, come previsto dalla legge sugli stadi, o nella peggiore dei ipotesi intentare una causa milionaria per danni contro il Campidoglio. .