di Eugenio Buzzetti e Alessandra Spalletta
Pechino - Marcello Lippi torna in Cina e, stavolta, sulla panchina della nazionale di calcio del Dragone. L'ex commissario tecnico - campione del Mondo con gli azzurri nel 2006 e vincitore della Champions asiatica nel 2013 con il Guangzhou Evergrande - sta discutendo i dettagli dell'accordo, anche se manca ancora una data specifica per la firma del contratto.
2 ottobre 2012, la presentazione alla stampa come allenatore del Guangzhou Evergrande (Afp)
Secondo quanto riferito all'Agi da fonti vicine alle trattative, la firma potrebbe arrivare entro il prossimo 1 novembre, data di inizio del ritiro della nazionale cinese, reduce da due sconfitte, contro Siria e Uzbekistan, in partite valide per le qualificazione ai Mondiali in Russia del 2018.
Il prossimo appuntamento è il 15 novembre quando la rappresentativa della Repubblica Popolare scenderà in campo contro il Qatar, altra gara valida per le qualificazioni al Mondiale russo, e che viene vista dai vertici del calcio cinese e dai tifosi come l'ultima spiaggia per risollevare sorti della squadra, fortemente contestata dopo le recenti sconfitte.
11 febbraio 2014, la festa a Lippi dopo lo scudetto con il Guangzhou Evergrande (Afp)
"Nessuno di noi è forte come tutti noi": così Lippi aveva salutato gli ammiratori cinesi a un anno dalle dimissioni da direttore tecnico del Guangzhou Evergrande, con cui ha vinto tre campionati cinesi, oltre alla Coppa asiatica. L'occasione era la presentazione della sua autobiografia in cinese a dicembre dello scorso anno, "Il gioco delle idee: pensieri e passioni a bordo campo" (uscita nel 2008 in Italia per la Editrice San Raffaele e nel 2015 Cina per la casa editrice Yilin), nel corso della quale aveva raccontato la propria esperienza in Cina e come allenatore presso l'Ambasciata d'Italia a Pechino.
5 maggio 2012, un allenamento del Guangzhou Evergrande (Afp)
Sul suo futuro professionale, si era detto pronto a tornare ad allenare. "Tornerei, sì, se arrivasse una squadra - aveva spiegato in un incontro con i giornalisti italiani e cinesi - Mi metterei a sedere, a parlare: non deve essere per forza una squadra che abbia le potenzialità per vincere. Vincere un altro scudetto, o otto o sette, non cambierebbe chissà che cosa. E' il fatto di avere ancora voglia di calcio".
Escludeva, invece, un ritorno in Cina. "Qui no, altrimenti sarei rimasto dove ero perché è il club migliore che c'è". Determinazione che oggi i fatti sembrerebbero smentire. Al di là del suo successo personale come allenatore, Lippi vedeva ancora lontana la possibilità che il calcio cinese potesse raggiungere risultati importanti. "Una squadra non può diventare campione del mondo se non si crea una mentalità nel Paese e un'abitudine a praticare questo sport. Servono il calcio nelle scuole e un potenziamento dei settori giovanili. Altra cosa determinante sono gli istruttori bravi".
maggio 2012, durante una partita del Guangzhou Evergrande (Afp)
L'allenatore toscano aveva ragione e oggi la nazionale cinese sembra in piena crisi. Il 2-0 subito martedì contro l'Uzbekistan a Tashkent è risultato fatale per il ct Gao Hongbo, che ha annunciato le dimissioni. Il ct era già finito nel mirino il 6 ottobre, dopo la sconfitta per 1-0 in casa contro la Siria: i tifosi, fuori dallo stadio di Xian, dove si disputava il match, avevano chiesto le sue dimissioni e quelle del capo della Chinese Football Association, Cai Zhenhua.
Il calcio è al centro di un piano di investimenti voluto dal presidente, Xi Jinping, che prevede, oltre all'acquisizione di club all'estero, anche la diffusione dello sport tra i giovani. Xi vuole ospitare (e magari un giorno, vincere) un Mondiale di calcio, sogno che oggi sembra allontanarsi sempre di più, ora che la Cina è al penultimo posto del girone, con un solo punto raccolto in quattro partite. Ma forse l'arrivo di Lippi permette ancora di sognare. (AGI)