(AGI) - Fortaleza (Brasile), 5 lug. - Mondiali di calcio finitiper Neymar: l'asso del Brasile, uscito dolorante all'88' dellapartita vinta dai verde-oro contro la Colombia per 2-1, hariportato le frattura della terza vertebra lombare in unoscontro di gioco con Juan Zuniga e, trasferito direttamente inospedale dallo stadio di Fortaleza, sara' adesso costretto aosservare il piu' assoluto riposo. Il giocatore ne avra' per alcune settimane, e saltera'comunque sia la semifinale con la Germania sia l'eventualefinalissima del torneo. La diagnosi e' stata resa nota dalresponsabile medico della nazionale brasiliana, Rodrigo Lasmar:"Sfortunatamente, Neymar non potra' giocare", ha annunciato."Non e' un infortunio grave, nel senso che non occorrera' unintervento chirurgico, ma per guarire dovra' restare immobile".L'avventura mondiale dell'attaccante del Barcellona si concludedunque con un bottino personale di quattro reti segnate. "Ora che sappiamo che non ci sara', proviamo una tristezzaenorme - le parole di Julio Cesar -. Tutti sanno quanto Neymarvoleva brillare in questa Coppa, quanto si senta felice quandoporta gioia al popolo brasiliano. Ancora non ci credo". Che l'infortunio del numero 10 verdeoro fosse grave, si eracapito subito tanto che sul web erano subito circolati gliauguri di pronta guarigione, dalla presidente Dilma Rousseff alcompagno di squadra al Barcellona Lionel Messi ("Neymar, speroche recupererai presto, amico"). Fra i tifosi della Selecaodisperazione e rabbia nei confronti di Juan Camilo Zuniga,autore del fallo che e' costato caro a Neymar. "Ma e' stata unagiocata normale, non ho mai avuto intenzione di fargli male -si difende l'esterno colombiano del Napoli, che ha ricevutomigliaia di insulti sulla sua pagina Instagram -. Quando sonoin campo faccio di tutto per difendere il mio Paese, la magliache indosso ma senza voler fare male a nessuno. Era una partitache entrambe le squadre volevano vincere, l'atmosfera eracalda, c'e' stata qualche entrata dura ma anche da parte loro".
DA PELE' A NEYMAR, QUANDO IL TORNEO PERDE LA SUA STELLA
Vedere il traguardo tanto agognato a pochi passi e non poterloraggiungere. Nelle lacrime di Neymar c'e' tutta la disperazionedi un ragazzo di 22 anni a cui un intero Paese si affidava persollevare la sesta Coppa del Mondo della propria storia. Unsogno infranto a pochi minuti dalla fine della partita con laColombia, quando l'attaccante verdeoro crolla a terra dopoun'entrataccia di Zuniga: frattura della terza vertebralombare, 4-6 settimane di stop e Mondiale finito. A Neymar nonrimane che tifare per i propri compagni mentre il Brasile sichiede se qualcuno riuscira' a non farne rimpiangere l'assenza.Del resto la Selecao, nella sua storia, non e' nuova asituazioni del genere. Nel 1938 la stella verdeoro era Leonidas ma nei quarti difinale contro la Cecoslovacchia si fece male: niente sfidasuccessiva con l'Italia e Selecao eliminata. Meglio alloraaffidarsi a un altro precedente, quello del 1962. A guidare ilBrasile c'e' un giovane Pele', gia' campione quattro anniprima.Ma O'Rei si fa male nella gara d'esordio contro ilMessico, dove comunque va a bersaglio, gioca poi con laCecoslovacchia ma l'infortunio si aggrava e il suo Mondialefinisce li'. Tutto perduto? No, perche' il Brasile tira fuoridal mazzo la carta Amarildo che con tre gol contribuisce alsecondo titolo verdeoro.Non e' paragonabile a Neymar o Pele' manel '94 Ricardo Rocha era un baluardo della difesa brasiliana. Un problema muscolare sofferto nella prima partita contro laRussia mise fine al suo Mondiale ma i suoi compagni arrivaronougualmente fino in fondo, sollevando la Coppa a scapitodell'Italia. Un po' come accaduto anche ad Alessandro Nesta nel2006: costretto a uscire durante Italia-Repubblica Ceca, vivra'il resto del torneo da spettatore ma partecipera' alla festaazzurra di Berlino. E forse a Neymar andrebbe bene anche unoscenario del genere. Meglio che farsi male, rientrare a tempodi record e poi fermarsi sul piu' bello: chiedere a FrancoBaresi, in finale a Usa '94 dopo l'operazione al menisco, o aFerenc Puskas, ko nella gara vinta per 8-3 sulla Germania nel1954, costretto a fermarsi due settimane e poi rientrato intempo per assistere suo malgrado al Miracolo di Berna, colsuccesso tedesco per 3-2 sulla sua Ungheria. (AGI)