S irine Chaarabi ha 18 anni appena compiuti, una passione - il pugilato - e un sogno: "indossare la maglia azzurra ai campionati mondiali di novembre che si terranno in India". C'è però un ostacolo, non ha la cittadinanza italiana. E' nata in Tunisia ed è arrivata in Italia a 2 anni insieme alla famiglia. Da allora vive in Italia, studia in Italia, si allena in una palestra italiana ed è diventata una campionessa di pugilato.
La domanda per diventare italiana a tutti gli effetti l'ha presentata, ma i tempi burocratici sono lunghi: "Ci vogliono minimo due anni", dice. Un'eternità per una sportiva che a questa età sogna gli Europei, i Mondiali e naturalmente anche le Olimpiadi. " "Ovviamente, guardo a Tokyo 2020 - racconta - almeno a qualificarmi e poi si punta al podio".
L'appello a Mattarella
Per questo, ha lanciato un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che può concederle la cittadinanzia italiana per meriti sportivi. Il precedente c'è e si chiama Yassine Rachik, atleta nato in Marocco ma cresciuto in Italia, che nell'estate del 2015 è diventato cittadino italiano per meriti speciali grazie al decreto del capo dello Stato.
Sirine sogna la stessa cosa e, per raggiungere l'obiettivo, ha anche lanciato una petizione su Change.Org che finora ha raggiunto quasi 2mila firme. A sostenerla, il deputato del Pd Khalid Chaouki che alla Camera dei Deputati ha promosso una conferenza stampa per far conoscere e sostenere il suo caso. Insieme a lui e alla giovane pugile, che proprio ieri ha festeggiato la maggiore età, anche Alberto Tappa, segretario generale della federazione Pugilistica italiana, e Luca Francescangeli di Change.Org.
A che punto è la legge
La nuova legge in materia di cittadinanza è stata approvata alla Camera in prima lettura il 13 Ottobre 2015, però è ferma in Senato da un anno e mezzo. È una legge che consentirebbe l’acquisizione della cittadinanza italiana dopo un ciclo scolastico o, in alcuni casi, direttamente per nascita.
La passione per il pugilato è nata grazie al cugino, appassionato di questo sport. "Sono entrata dentro una palestra grazie a lui, e da lì non sono più uscita: sono 12 anni che mi alleno", sottolinea, raccontando che quando il maestro, Giuseppe Perugino, l'ha vista, così piccola, tirare pugni al sacco, ha capito che aveva il talento nel sangue.
"Il mio maestro mi ha cresciuto, mi ha sempre affiancato in tutte le mie decisioni, anche nei momenti di rabbia, quando ti alleni tanto e non vedi risultati solo per motivi burocratici". Pure dalla famiglia ha ricevuto appoggio, anche se la madre all'inizio non era contenta, "mio padre mi ha sostenuta".
Ora Sirine spera in una decisione di Mattarella, che "mi conceda la cittadinanza nel minor tempo possibile, perché io sono italiana, sono cresciuta qui, sento che questo è il mio Paese, soprattutto ho imparato il pugilato qui".