Arrestato patron del Parma, Giampietro Manenti, "autoriciclaggio"
ADV
ADV
Arrestato patron del Parma, Giampietro Manenti, "autoriciclaggio"

Arrestato patron del Parma, Giampietro Manenti, "autoriciclaggio"

di lettura
(AGI) - Roma, 18 mar. - Ventidue persone in manette (21 incarcere e una ai domiciliari) per una sfilza di reati(peculato, associazione per delinquere, frode informatica,utilizzo di carte di credito clonate, riciclaggio eautoriciclaggio aggravato dal metodo mafioso) contestati dalgip Cinzia Parasporo al termine di un'indagine 'lampo' durataappena tre mesi che, pur riguardando due vicende giudiziarieseparate, ha acceso finalmente un faro sul reale stato disalute finanziaria del Parma Calcio. Il patron del club ducale,Giampietro Manenti, amministratore di una societa' di servizicon sede in Slovenia, e' stato arrestato per concorso nelreimpiego di capitali illeciti. Per trovare le risorsenecessarie per salvare il club (acquistato a meta' febbraio aun euro con accollo di oltre cento milioni di debiti) edevitare la messa in mora minacciata da calciatori e dipendenti,il massimo dirigente si era attivato contattando un espertofinanziario di Milano nella speranza di 'scaricare' ingentisomme di denaro provento di frodi informatiche e giacenti sucarte di pagamento frutto di clonazione nelle casse dellasocieta' sportiva, quale corrispettivo per simulati acquisti dibiglietti e di merchandising del Parma FC o comunque a titolodi apparente sponsorizzazione. Un tentativo non andato in portoper una serie di problematiche tecniche e per l'intervento deimilitari del nucleo di polizia tributaria della Guardia diFinanza di concerto con la procura di Roma. Secondo quantoaccertato dagli investigatori, Manenti, di cui il gip haevidenziato la notevole spregiudicatezza anche alla luce di uncarico di precedenti penali di non poco conto, aveva pattuitocon Angelo Dionigi Augelli la divisione a meta' di 4,5 milionidi euro attraverso "provviste finanziarie su carte di creditoclonate attraverso l'uso delle somme in operazioni commercialicome sponsorizzazioni, gadget e abbonamenti allo stadio" comehanno spiegato in una conferenza stampa i procuratori aggiuntiMichele Prestipino e Nello Rossi. Manenti, in realta', erasolo il terminale di un'organizzazione criminale, rappresentatada un lato da soggetti dall'elevatissima capacita' informaticae dall'altro da 'tecnici' con specifiche competenzefinanziarie: i primi accedevano a server di istituti di creditoper acquisire illecitamente i capitali sotto forma di 'monetaelettronica', atteggiandosi a veri e propri hacker informatici,i secondi avevano il compito di gestire questi capitaliillecitamente acquisiti, trasferendoli da banca a banda einserendoli in circuiti finanziari apparentemente legali."Ottimo dai, praticamente ce lo ricompriamo noi il Parma" dice,in una conversazione intercettata del 13 febbraio scorso,Augelli parlando col socio Adelio Zangrandi, a dimostrazioneche, al di la' di quelle che potevano essere le realiintenzioni manifestate da Manenti, alcuni componenti dellabanda nutrivano dei progetti a lungo termine per il clubcalcistico. Ma, caso Parma a parte, questi arresti sono ilfrutto di due vicende differenti che si sono intrecciate soloperche' alcuni indagati di un filone conoscevano altri legatial secondo procedimento. Il primo capitolo di indagine riguardal'opaca gestione di un fondo di oltre 24 milioni di eurostanziato dal ministero dell'Economia e delle Finanze per laliquidazione coatta amministrativa di una 'gestione fuoribilancio' istituita a Palermo nel 1988 per realizzare alcuneopere urgenti di urbanizzazione e fronteggiare esigenze diordine pubblico. La Finanza ha invece scoperto che buona partedi questi soldi sono finiti su conti correnti o societa'riconducibili a un commercialista romano che era stato nominatocommissario liquidatore e ad altri, di cui due a suo tempo inservizio presso la Ragioneria Generale dello Stato, che nonhanno affatto vigilato. L'altro filone chiama in causa, oltre aManenti, un gruppo di persone cui sono contestati la frodeinformatica, l'utilizzo di carte di pagamento clonate, ilreimpiego di capitali di provenienza illecita, il riciclaggioe, per la prima volta dalla sua introduzione nel panoramagiuridico italiano, l'autoriciclaggio, peraltro aggravato dalmetodo mafioso per la presenza di soggetti contigui allacriminalita' organizzata calabrese. (AGI)
ADV