Cosa è cambiato in House of Cards (che comincia domani) dopo il licenziamento di Kevin Spacey
Sarà l’ultima stagione della serie e nello Studio Ovale siede la perfida Claire

Ci siamo. La sesta e ultima stagione di House Of Cards sta per essere trasmessa, tutti gli episodi saranno disponibili sul Box Sets di Sky a partire da domani. L’ultima stagione della popolare serie tv americana sarà anche la prima senza il suo produttore esecutivo e protagonista assoluto: Kevin Spacey, fatto fuori dal cast quando vittima dello tsunami di accuse di violenza sessuale post caso-Weinstein.
Un sospiro di sollievo
Spacey, quando aveva 26 anni, avrebbe abusato di Anthony Rapp, un giovane attore che all’epoca ne aveva 14. La produzione lo ha allora escluso dal progetto e pare che sul set in molti abbiano tirato un sospiro di sollievo, non certamente però i fans della serie che attendono questo 2 novembre col coltello tra i denti per capire in che modo possano mai essere riusciti a rendere credibile drammaturgicamente la scomparsa di Frank Underwood dalla serie.
L’ira dell’escluso
Un mistero che ormai sarà svelato tra pochissime ore. Ma per chi non avesse mai concesso una possibilità ad House Of Cards spieghiamo di cosa si tratta.
La serie, basata sull’omonimo romanzo di Michael Dobbs, ex capo di gabinetto di Margaret Thatcher, vede alla regia un pezzo da novanta della macchina da presa come David Fincher (Seven, The Game, Fight Club, Panic Room, Zodiac, Il curioso caso di Benjamin Button, The Social Network) e narra la storia di Frank Underwood, capogruppo alla Camera della maggioranza democratica. Underwood, quando gli viene negato il posto di Segretario di Stato che gli era stato promesso, scatena la sua furia politica (e non) in una scalata verso la presidenza degli Stati Uniti attraverso trame intrecciate tanto machiavelliche quanto avvincenti.
La serie è splendida, un thriller politico unico nel suo genere; gli attori, anche i secondari, fanno un lavoro eccezionale; la sceneggiatura è incalzante e salda anche quando si inerpica in peripezie della fantasia, com’è giusto che sia per qualsiasi drammaturgia non ufficialmente legata ad una storia vera, senza però mai scivolare nella solita iperrealtà a stelle e strisce. I colori pastello della fotografia tendono a rendere tutto surreale e ansiogeno, ci si rende conto della bellezza maledetta della politica arrivandosi a chiedere quanto di ciò che si sta guardando sia vero o no.
Obama si prende una pausa, Matteo corre in libreria
La risposta chiaramente non potrà mai avere una risposta sincera ma ciò che sappiamo è che spesso il Presidente Obama bloccava i lavori per dedicarsi alla visione della serie; che qualcuno si è espresso sostenendo che House Of Cards sia addirittura una versione molto più soft del backstage della politica americana; che Michael Dobbs si è visto costretto a mandare un video messaggio a Matteo Renzi per invitarlo a non prendere appunti (“Quando ho saputo che Renzi aveva acquistato una copia in libreria a Roma, ho ritenuto prudente inviargli una nota per ricordargli che il libro è solo intrattenimento e non un manuale d'istruzioni”). Kevin Spacey stesso è andato a lezione dal politico repubblicano Kevin McCarthy, mentre Michael Gill, che interpreta il Presidente Walker, ha parlato a più riprese con il consigliere della Casa Bianca David Gergen su come si comportano i presidenti a porte chiuse.
Frank è arrivato molto in alto
Quindi può avere ragione Renzi quando diceva che si può imparare a fare politica anche guardando serie tv americane? Probabilmente si, sempre se si riesce a capire come poterle utilizzare al meglio, sempre se si hanno, anche lontanamente, le stesse qualità di Spacey/Underwood, e i dati al momento ci dicono che l’alunno Renzi deve impegnarsi un po' di più. Sì, perché nell’arco di cinque stagioni (attenzione allo spoiler!) Frank Underwood riesce davvero a diventare Presidente e a far eleggere vice la sua splendida moglie Claire, sua complice in quasi tutte le fasi del suo piano diabolico per eliminare (alle volte anche fisicamente) ogni suo possibile concorrente. Ecco, la moglie Claire: la quinta stagione si chiude con il suo ingresso trionfale nello Studio Ovale con il ruolo di Presidente e una chiamata rifiutata al marito.
Ma Claire lo supera
“Ora è il mio turno” dice, e quando è stata girata quella scena probabilmente non aveva idea di quanto avesse ragione. Il personaggio è interpretato dalla meravigliosa Robin Wright (la Jenny di Forrest Gump, giusto per intenderci) e le è valso anche un Golden Globe come migliore attrice.

Sarà lei dunque a guidare la trama dell’ultima stagione, sulla questione Spacey si è anche pronunciata in maniera piuttosto diplomatica: “Lo shock è stato intenso in tutto il Paese per numerose ragioni; ci sono state tante storie, sono state coinvolte tante persone. Credo che tutti abbiano pensato che sia stato giusto prendere le distanze. Eravamo tutti sorpresi, ovviamente, e rattristati”.
"Io non lo conoscevo bene"
Di Spacey, in particolare, Robin Wright ha detto “Eravamo colleghi. Ci conoscevamo dall’"azione" al montaggio. Non conoscevo l’uomo, ma solo l’incredibile artista che è”. E ha ragione, se qualcuno può a ben ragione farsi un’opinione sbagliata sull’uomo non può trattare con la stessa moneta il professionista.
Kevin Spacey non manca soltanto ad House Of Cards, ma a tutto il cinema, il suo talento è inestimabile, le sue interpretazioni leggendarie e non poterlo vedere più in video (l’ultimo film che lo vedeva protagonista è stato letteralmente boicottato) è il rovescio della medaglia di tutta la vicenda Harvey Weinstein.
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