“Mi chiederete scusa stasera?”. Asia Argento, nel salotto di Carta Bianca, il talk show condotto da Bianca Berlinguer, si rivolge così ai suoi interlocutori, Vladimir Luxuria, e il direttore di Libero, Pietro Senaldi. È la seconda volta che l’attrice appare in trasmissione per raccontare le molestie che l’hanno portata a denunciare il potente produttore americano Harvey Weinstein. Negli ultimi mesi, oltre a difendere e a rilanciare la campagna #MeToo, che nel frattempo è stata eletta dalla rivista Time “Person Of The Year”, Argento ha dovuto difendersi dagli insulti provenienti dalla rete e dagli attacchi di chi ha giudicato tardive le sue accuse, compresi grandi nomi come Alec Baldwin, e da chi, come Luxuria, ha sottolineato come di fronte a situazioni del genere sarebbe bastato dire “No”. Una discussione, molto italiana, che è stata molto criticata all’estero dove, senza sosta, continuano a saltar fuori nomi di nuovi accusati come quello dello chef americano Mario Batali. Una discussione che poteva essere affrontare solo in una “Modalità Kamikaze”, e che tuttavia non ha registrato grandi ascolti: 901 mila spettatori, pari ad uno share del 3.9%. Ma alla fine, chi ha vinto il match?
In modalità kamikaze. Speriamo bene. https://t.co/nHarwgQ07z
— Asia Argento (@AsiaArgento) 12 dicembre 2017
Luxuria vs Argento
“Non puoi difendere le minoranze e non stare dalla parte delle donne, vergognati”. Sono pesanti le accuse che le due donne si sono rivolte in trasmissione. Asia Argento ha replicato così alle parole di Vladimir Luxuria che la invitava a non far passare il messaggio per cui “dopo vent’anni facciamo le pentite e le paladine delle battaglie delle donne” incentivando così giovani donne a fare la stessa cosa “per poi diventare delle eroine”. Lo scontro tra le due era iniziato su twitter, a ottobre, con un botta e risposta non dissimile da quello ascoltato ieri.
Non posso credere che scrivi una cosa del genere. Evidentemente non sei mai stata violentata, non hai mai provato terrore e vergogna.
— Asia Argento (@AsiaArgento) 11 ottobre 2017
Senaldi vs Argento
“Non siamo qui per chiedere scusa”. Il direttore di Libero ha difeso l’editoriale di Renato Farina, comparso in prima pagina, il cui titolo era diventato immediatamente virale: Prima la danno via poi piangono e fingono di pentirsi. “Era un titolo forte per dare un messaggio forte: non è vero che non si possa dire di no” ha spiegato Senaldi senza convincere l’attrice che ha ribattuto raccontando ancora una volta cosa successe in quell’albergo, con Weinstein, quando aveva poco più di vent’anni: “Non ti viene chiesto se vuoi o non vuoi: gli ho detto mille volte di no, ma lui non si è fermato”.
Una battaglia che non si arresta
Per Asia Argento, grazie a #MeToo, è stato messo in moto un processo irreversibile che porterà moltissime donne a farsi avanti e a far saltare un sistema marcio. Anche con accuse dirette e toni “forti” come ha dimostrato la stessa Argento commentando un’intervista di Enrico Brignano al Corriere della Sera.
A @EnricoBrignano, te lo scrivo in romano: sei un gaggio, disgraito e pure buzzicone. Se te vedo t’acciacco. https://t.co/c8a8aMMLqw
— Asia Argento (@AsiaArgento) 11 dicembre 2017
O sottolineando chi, a parer suo, si sottrae al confronto. Sempre senza fare sconti a nessuno:
Non temete, il coniglio #VittorioSgarbi non verrà pic.twitter.com/DLBnKBeDdR
— Asia Argento (@AsiaArgento) 8 dicembre 2017
Un processo che sta iniziando ad avere una certa presa anche nel nostro Paese nonostante gli attacchi ricevuti: “Il vero problema è qua e non nel resto nel mondo. Qui c’è una misoginia incancrenita e solo qui sono stata colpita da insulti”. L’ultima risposta, poi, Asia Argento l’ha rivolta a chi ha sottolineato che le denunce andrebbero fatte in Questura e non sui social o tramite i media: “In Italia per denunciare una molestia ci sono solo tre mesi a disposizione, sei mesi per uno stupro. Ma sapete quando ci vuole per elaborare un trauma?”.