I l tour dei Threatin avrebbe dovuto toccare anche l’Italia, Ranica, in provincia di Bergamo, per l’esattezza, in un locale noto in zona per gli eventi live, il Druso Circus. Già contattate due band per l’apertura del concerto: da Milano sarebbero arrivati i Wolf Theory e i Saint League. Un evento più che un concerto, perché ascoltare dal vivo una band che raccoglie su YouTube più di un milione di visualizzazioni non è roba da poco. Peccato che quel milione di “visualizzatori” non è mai esistito, e non è mai esistita nemmeno l’agenzia che organizzava le tappe europee della band americana, e non esisteva nemmeno la Superlative Music Recordings, l’etichetta della band. L’unico ad esistere davvero era (è) Jered Threatin, un ventinovenne di Los Angeles che si è inventato di sana pianta tutto.
Il metodo è piuttosto semplice e nemmeno troppo innovativo, trattasi di un classico caso di “autobuy”, esistono diverse agenzie nel mondo (anche in Italia), che ti permettono, sul filo della legalità, non certamente su quello della moralità, di acquistare visualizzazioni e ascolti in streaming per tutte le piattaforme. Bastano poche centinaia di euro per vedere il proprio pezzo in classifica e smuovere così le acque degli algoritmi per diffondere la propria musica che, nella maggior parte dei casi, è di non pregevole fattura (ci piace pensare che chi fa musica decente, o perlomeno vendibile, non ha bisogno di simili stratagemmi).
Non ha dovuto faticare poi così tanto quindi Jered per arrivare a racimolare cifre a sei zeri per il suo video su YouTube, dal titolo 'Living is Dying', una robaccia sulla falsariga del peggiore rock di inizio anni ’90. Più curiosa e originale invece la scelta del tour europeo. Londra, Bristol, Manchester, Glasgow, Birmingham, Weinheim, Belfast, Parigi… Insomma, un’organizzazione ben strutturata, seriamente eseguita, quella del tour intitolato “Breaking the World Tour” (con tanto di video promozionale che alterna, con un montaggio assolutamente geniale, folle oceaniche in visibilio al suo rockeggiare solitario davanti ad una parete bianca).
Spiega l’ufficio stampa del Druso Circus a Rockol: “All'inizio siamo stati contattati dalla sua agenzia, che - per la verità - crediamo fosse sempre lui. Ci hanno proposto una loro produzione. Trattandosi di un giovedì, e quindi di un giorno relativamente non critico rispetto ai fine settimana, non ci siamo preoccupati più di tanto. Anche perché quando noi gli abbiamo comunicato la tariffa per l'affitto del locale lui ci ha fatto pervenire un bonifico già il giorno successivo. Essendo sua la produzione, noi non avevamo modo di sapere come stessero andando le prevendite: lui - o la sua agenzia - ci hanno sempre detto che stavano andando benissimo. Poi con il fiasco a Londra è successo il casino: tutti si sono accorti del trucco, e le date - comprese le nostre - sono state annullate (via mail) dalla stessa agenzia del gruppo".
Tre paganti all'Underworld
Già, Londra. È stato proprio lì che i sogni di Jered o il suo investimento, difficile a dirsi, si è infranto. Millantava sulla pagina Facebook della band (fatta ad hoc, con link che portano al sito, una parte riguardante il merchandising e un’ampia sezione video con interviste e riprese di presunti live) di una forsennata corsa ai biglietti, ma l’1 novembre, al The Underworld, club nel pieno centro di Camden, si sono presentati in tre. Tre spettatori in un club che ne può contenere circa 500, difficilmente riescono a coprire lo spazio e a non far notare il flop. Tre biglietti venduti quindi, più una felpa al banchetto del merchandising, comprata probabilmente perché uno dei tre era uscito da casa troppo leggero.
Erano stati ingaggiati persino dei musicisti turnisti, che hanno abbandonato la nave quando si sono resi conto che stava affondando, probabilmente quando hanno scoperto che quelli che dovevano essere 180 biglietti già venduti a Bristol non era altro che la lista degli amici delle band di apertura, che i numerosi followers sui social erano stranamente targati tutti con lo stesso indirizzo IP brasiliano e che il sito specializzato Top Rock Press che gli aveva conferito il premio come Top Rock Artist of The Year Award 2017 era stato progettato dallo stesso Threatin. Insomma, che si trattava di un enorme frottola. Povero Jered.
Il precedente di Salvo Castagna
Naturalmente niente di tutto ciò si sarebbe potuto realizzare se non fosse per la possibilità, retrogusto amaro del nuovo mercato discografico internettiano, di acquistare visualizzazioni e ascolti, il sopracitato “autobuy”. In Italia della vicenda se ne parlò qualche anno fa, quando nella classifica di Itunes irrompeva di gran carriera tale Salvo Castagna con la sua perdibilissima 'Vivimi semplicemente'; un imprenditore palermitano, a quanto dice lui, illuminato dall’incontro con Paolo Vallesi, che in maniera piuttosto sospetta scalò la classifica di ascolti supportato dall’etichetta Smart Records, una di quelle che basa (forse basava dato che al momento è irreperibile in rete) il suo lavorare proprio sulla scalata delle classifiche digitali. 'Vivimi semplicemente' si mise alle spalle in classifica autori del calibro di Lady Gaga e Justin Bieber, insomma un successone, testimoniato anche dallo spot andato in onda durante Italia-Repubblica Ceca che annunciava l’uscita del pezzo 'Due bandiere al vento' e che fece discutere non poco il web, garantendogli lo strepitoso soprannome coniato da’ Il Giornale, di “Sconosciuto più famoso d’Italia”.
Non lo conoscete? Strano, perché su YouTube i suoi brani vanno fortissimo, la suddetta 'Vivimi semplicemente', giusto per fare un esempio, supera il milione di visualizzazioni, numeri che, per dire, ormai si sogna anche il suo stesso mentore Paolo Vallesi. In molti ai tempi, come ricorda il sito allmusicitalia.it scrissero alla Fimi, la quale rispose che “Salvo Castagna è stato segnalato ed è stata già attivata una verifica ad hoc. Probabilmente non sarà più presente in classifica dalla prossima settimana. Inoltre, ad essere precisi, ricordiamo che il caso di Salvo Castagna si è presentato anche negli anni passati e, a seguito di opportune e attente verifiche, è sempre stato eliminato dai sistemi di monitoraggio ufficiali di FIMI”. Insomma, come dimostrato anche da un servizio delle Iene sull’autobuy, ripetiamo, metodo anche se immorale totalmente legale, basta mettere mano al portafogli e scalare la classifica diventa semplicissimo.
A seguito del clamore mondiale suscitato dalla storia di Threatin, anche la sua pagina Facebook ha ripreso a volare coi numeri ed è lì che Jered comunica con chi gli scrive, rispondendo a tutti con toni da vera rockstar. D’altra parte se ci pensate la differenza tra la folle poetica di Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento e Jered che rocckeggia davanti a tre persone in una sala immensa è veramente sottile. L’ultima domanda che rimane è dove ha preso tutti i soldi per mettere in scena questa pantomima, ma non temiamo il fatto che rimarrà senza risposta, anzi, nemmeno lo vogliamo sapere. Non è importante. Quello che ci resta, l’epitaffio di questa favola magnifica, è il suo ultimo post, dove scrive “Ho trasformato una stanza vuota in un titolo internazionale. Se stai leggendo questo, fai parte dell'illusione”.