AGI - Nella vita serve attenzione, il disimpegno nella musica è una delle più deleterie ed insopportabili abitudini mai manifestate nella storia delle arti. Ecco, serve attenzione per rendersi conto di che razza di perla ci ha regalato Hu, artista eccezionale, visionaria, che ci propone “Numeri primi”, un disco ipnotico, psichedelico, ottimamente fatto. All’interno, è chiaro, anche “Abbi cura di te”, una delle più belle e sottovalutate canzoni in gara all’ultima edizione del Festival di Sanremo; un brano che naturalmente influenza la matrice cantautorale di tutto il disco, che di base avrebbe anche potuto avere dei connotati più clubbing, che è lì che la nostra Hu gioca in casa. Invece no, con una delicatezza disarmante, la cantautrice di Fermo ci guida garbatamente attraverso un viaggio fatto di colori tenui, di morbidezza di suono, di estraneazione da una realtà che ti rendi conto quanto sia buffa e storta solo quando fai un passo indietro, respiri profondamente e ti concedi in tutto e per tutto alla bellezza.
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È un disco molto intimo…
"Tanti si aspettavano da me un disco molto più club, che poi è la mia indole, però io volevo raccontare un viaggio graduale, da dove sono partita io con la musica a dove sono arrivata oggi, con una fotografia. I numeri primi rappresentano la necessità di trovare il mio insieme totale ed affrontare tutto quello che sono con undici canzoni. Non è facile, ma per me fare un disco significa comunicare quello che sono agli altri a 360 gradi"
I numeri primi sono numeri unici e tu in qualche modo canti la tua unicità, la declini sia in parole che in musica…
"Sono partita da questa domanda: se domani finisce il mondo, mi trovo bene dove sono? Sono felice e consapevole del modo in cui sto vivendo? La risposta è stata “si”, mi sono sentita tanto tempo tante cose, mi è stato detto che dovevo fare altre cose, apparire in maniera diversa, fare musica diversa, insomma non mi sono mai sentita abbastanza. Alla fine ho detto: so che sono una somma di tante cose che amo e ricerco, l’unico modo per raccontarle è, per prima cosa, prendere consapevolezza che io, come tutti gli esseri umani, sono unica e indivisibile, quindi non ho paura di raccontare quello che sono nel modo che sono. Ecco perché numeri primi, perché sono unici, irripetibili e indivisibili, ma soprattutto infiniti"
Credi che l’idea di accostare le atmosfere del clubbing a quelle del cantautorato possa rappresentare una ramificazione importante del futuro della musica in Italia?
"Io volevo fare un disco completamente club, ma volevo che il lavoro fosse un progetto, un organismo intelligente, logico e coerente; perché fare un disco è un’opportunità, altrimenti avrei fatto un mixtape. Mi sono detta: se il pubblico mi ha conosciuto per “Occhi Niagara”, “Millemila”, “End” e poi “Abbi cura di te”, se tiro fuori un disco club faccio perdere il filo conduttore su quello che sono. E invece è come se con “Numeri primi” voglio prendere per mano chi non mi conosce e portarlo con me nel club; non è un caso che il disco più va avanti e più cresce di bpm"
Per molti artisti mettere in difficoltà pubblico e critica sul genere rappresenta una vittoria…per te è uguale?
"Si, per me è la stessa cosa, per me è una vittoria non appartenere a nessun genere. Però credo che chi è dall’altra parte va guidato nell’ascolto, perché a volte, quando sperimenti tanto, rischi di perdere il filo conduttore di quello che fai e di perdere l’anima. Credo che un disco deve avere sempre un soggetto che sta raccontando ed esagerare troppo rischia di far perdere questa cosa; io poi sono molto attenta perché è una cosa che ricerco molto anche come ascoltatrice, a cui faccio caso nei dischi degli altri. È il mio album, non è un album che ho fatto per gli altri, l’ho fatto perché sentivo di farlo e doverlo raccontare, ma soprattutto perché avevo esigenza di comunicarlo e non puoi comunicare una cosa che è volutamente senza schemi o esageratamente complesso"
Cosa ti piacerebbe che restasse all’ascoltatore alla fine del disco?
"Sospensione. Mi piacerebbe che le persone alla fine dell’ascolto di questo disco si facessero delle domande, sulla loro vita, su loro stessi…vorrei che nelle parole che ho scritto trovino qualcosa che li faccia stare bene, che gli dia un po' di forza".
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Mi racconti il featuring con Francesca Michielin?
"È stato molto naturale, mi ha scritto quando facevo Sanremo Giovani, è stata carinissima, mi supportava. Poi ci siamo ritrovate dopo parecchi mesi recentemente ed io avevo questa canzone che abbracciava talmente tanti mondi che avevo bisogno di qualcuno che abbracciasse tutti quei mondi; Francesca era la persona giusta con la quale condividerla. Lei, nonostante fosse incasinatissima, l’ha voluto fare, è stato un momento davvero bello quando l’abbiamo registrata. È una grandissima artista e una grandissima persona Francesca"
“Abbi cura di te” fortunatamente è stata recuperata, ma non è stata immediatamente recepita dal pubblico in maniera positiva, secondo te come mai?
"Io preferisco le stelle alle meteore, le meteore finiscono subito, le stelle esistono anche quando non esistono più; alcune cose hanno bisogno di più tempo per essere capite, hanno bisogno di diverse riletture, ma questo è positivo, perché vuol dire che c’è la curiosità di scoprire una cosa nel tempo e se una cosa la ami nel tempo dura di più. Noi abbiamo fatto Sanremo con una canzone incredibile ma come una coppia inedita, il grande pubblico non ci conosceva, né singolarmente né come coppia artistica, Amadeus ci ha scelti a scatola chiusa perché si è innamorato della canzone e sono felice di aver partecipato con quella canzone, in questa edizione, con questi artisti. Quella canzone stava bene nel roster di Sanremo e anche se c’è una classifica non è una classifica che decreta nel tempo il valore di una canzone, ad oggi mi continuano ad arrivare messaggi di persone che hanno appena scoperto la canzone, in radio è passata tantissimo, quindi comunque è stato bellissimo e inaspettato"
Com’è la vita dopo Sanremo?
"Più incasinata di prima, perché se a Sanremo lavoravo 24 ore su 24, ora lavoro 48 ore su 24. Mi ha fatto bene, mi ha portato fortuna anche per la comunicazione del nuovo album, quindi sto spingendo tantissimo per fare arrivare questo disco a più persone possibile, ma soprattutto per creare nuovi progetti. Io creo sempre nuovi progetti, non mi fermo mai"
Sanremo inevitabilmente ti ha portato dentro la discografia ai massimi livelli, come la stai trovando?
"Io faccio musica perché spero che duri in eterno, non mi piace seguire i trend, perché quella è un’arma a doppio taglio, non lo farò mai, perché non è la mia indole. Credo che a livello discografico ormai ci sia stata un’evoluzione enorme in Italia, c’è una molteplicità di generi e tante fasce d’ascolto, poi c’è chi arriva a tutti e chi ha la sua parte di pubblico. Io trovo ci sia un’evoluzione molto positiva nella musica italiana, poi io non ho mai ascoltato troppa musica italiana, ma apprezzo moltissimo tutto quello che sta succedendo nell’ultimo periodo: nuovi produttori, nuovi artisti…secondo me ci sono tante belle energie"
Perché secondo te in Italia ci sono così pochi producer donna?
"Non è una cosa alla quale do tanto peso, io non lo so perché, però ci sono. Io mi sono esposta e lavoro tantissimo, sicuramente non è facilissimo per una donna fare una cosa solitamente affidata agli uomini, ma io non ho mai avuto problemi ad affermarmi come produttrice o autrice o artista; anzi, sono stata iper rispettata e supportata, quindi spero di vedere tante altre artiste e produttrici venire fuori. Io dico che il segreto è lavorare, le cose non cadono dal cielo, a volte uno si attacca alla scusa che non ti prendono perché donna; no, non è vero: se lavori…Io mi alzo la mattina prestissimo, vado a dormire tardissimo, dormo pochissimo, lavoro tutto il tempo, amo quello che faccio e ogni giorno cerco qualcosa per evolvermi, mi do da fare"
Come vedi il tuo futuro anche oltre questo disco?
Io ragiono sempre a progetto, ora avrò la promo del disco, poi annuncerò il mio supertour e poi non vedo l’ora di tornare in studio a produrre musica, sto già prendendo diversi appuntamenti con artisti, colleghi, per nuovi progetti, ne ho tantissimi, non mi basta il tempo. C’è chi dice che si annoia, che il tempo non passa mai, per me va troppo veloce. Ad oggi mi sento inesauribile e sono orgogliosa di quello che sto facendo.