Da Mahmood a Lo Stato Sociale, le recensioni alle uscite della scorsa settimana
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Da Mahmood a Lo Stato Sociale, le recensioni alle uscite della scorsa settimana
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Mahmood

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Lo Stato Sociale

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Fast Animals And Slow Kids

MACE

Selton

Giorgieness

Chadia Rodriguez feat. Erika Lei

“Donne che odiano le donne”: Qualsiasi brano di matrice anche solo vagamente femminista finisce regolarmente per fare il giro e finire in faccia a chi ha la geniale idea di proporlo, come risciacquare la bocca dopo aver lavato i denti in un lavandino troppo piccolo. E si che Chadia Rodriguez ci aveva già provato con “Bella così”, in coppia con Federica Carta, un brano di una bruttezza quasi offensiva.

“Donne che odiano le donne” tiene attaccati con lo sputo ad un beat una serie di clichè sull’universo femminile che farebbe venire la nausea anche al più combattivo dei misogini.

Junior Cally

“Amore di mezzo”: Il pezzo non è illuminante ma nemmeno il peggio mai sentito, anzi, Junior Cally racconta una storia che si fa seguire. Non siamo molto convinti della svolta verso quel rap poppato (o pop rappato, vedete voi), più che altro perché si va a mettere in mezzo ad un mischione di artisti che stanno uscendo e che stanno trovando anche soluzioni per farlo meglio di così. Ecco, diciamo che noi lo preferivamo di gran lunga quando metteva la maschera e faceva incavolare Red Ronnie.

La Municipal

“La terza stagione di Dark/Finisce qui”: In pochi in Italia hanno la capacità di scrittura di Carmine Tundo, e nel giro di questi pochi stiamo considerando davvero tutti i più grandi, perché Tundo sta a quel livello lì; con le sue parole le storie, e soprattutto le sensazioni che quelle storie portano con loro, prendono forma, si trasformano in disegni davanti ai nostri occhi, si materializzano nel cielo. “Finisce qui”, per esempio, è un brano di una bellezza straziante, che dura tre minuti e ci inchioda lì dove siamo per venti.

Vodoo Kid

“Lolita”: Un brano che rappresenta forse un passetto indietro rispetto al meraviglioso “amor, requiem”, ma restiamo comunque su un buon livello. La sua voce è assolutamente unica nel panorama musicale italiano e questo non è un concetto opinabile. È così, punto. È brava, punto. Aspettiamo con ansia di sentirla dal vivo, punto.

Pablo America

“Ascoltavo i Nirvana/Loco Loco”: Pablo America ce lo immaginiamo come un cane sciolto ingestibile, che ondeggia in maniera squilibrata tra ballad nostalgiche come “Ascoltavo i Nirvana” a ineffabili slanci elettronici come “Loco Loco”.

Quale sia la verità è forse troppo presto per scoprirlo, a naso diremmo in mezzo ma potrebbe anche stare da tutt’altra parte, forse nel pianeta in cui Pablo America vive, che non è certamente il nostro ed è certamente più divertente del nostro. In un panorama musicale dove si sgomita per accaparrarsi fino all’ultimo stream o si è molto bravi a catturare l’attenzione o si è molto bravi a fare musica. Pablo America è molto bravo a fare entrambe le cose.

VV feat. Memento

“Paranoie”: VV non è solo brava, VV è in crescita. Sta esplorando diverse strade e l’autoironica e scanzonata “Paranoie” è una delle più giuste. Il suo timbro vocale continua ad essere incisivo, esce dalle casse e smazza schiaffoni che stordiscono e ipnotizzano. L’idea di mettersi accanto il bravo Memento poi funziona benissimo.

Valerio Mazzei

“Lungotevere”: Se ogni brano di questo ragazzetto raccoglie stream a sei zeri non è che può dipendere solo dal suo essere uno YouTuber. I brani, che da queste parti mastichiamo e risputiamo giusto il tempo di capire di cosa sanno, comunque funzionano.

Certo, parlano ad un pubblico molto giovane, un pubblico che ha bisogno di ascoltare musica semplice con testi semplici. Se dovessimo scommettere sul futuro, be, a meno che non ci sia una vetrina pronta ad accoglierlo in maniera nazional-popolare (insomma Sanremo), crediamo che difficilmente ne sentiremo parlare a lungo, però adesso sta lì e sta andando una bomba. In bocca al lupo.

Laila Al Habash

“Brodo”: Lo avevamo detto che Laila Al Habash era in gamba, lo avevamo detto che aveva qualcosa da dire, lo avevamo detto che aveva trovato un suo modo personale e unico di dirla, avevamo anche detto che era in evidente crescita, che presto avrebbe messo sul piatto un singolone di quelli da salto in alto, perlomeno per quanto riguarda il mercato indie. Ecco, “Brodo” potrebbe essere quel singolone e lei presto potrebbe prendersi ciò che le spetta. Brava.

Bianca Atzei feat. Legno

“John Travolta”: Un brano che funziona molto bene dentro il quale Bianca Atzei e i Legno è come se si addomesticassero a vicenda. Non resterà per sempre nella storia del pop italiano, ma la metafora di John Travolta regge, così come la contrapposizione tra la pulizia della Atzei e l’irrequietezza dei Legno.

Ditonellapiaga

“Spreco di potenziale”: Ditonellapiaga ti costringe a perderti con lo sguardo nel cielo, a guardare con attenzione e per mezz’ora dentro le finestre dei palazzi di fronte. È un effetto magico che ha la sua voce, così moderna, così profonda. Questa “Spreco di potenziale” è proprio disarmante. Wow.

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