D el Torino Film Lab il regista ungherese Laszlo Nemes, premio Oscar nel 2016 con il film Il figlio di Saul, ha detto che è "un posto perfetto per lavorare sulla prima fase creativa di un progetto, per dubitare, sviluppare le idee e confrontarsi”. Nato dieci anni fa, il TFL è un incubatore di storie e di talenti. Ogni anno venti sceneggiatori vengono selezionati tra i seicento che si candidano ed entrano in questo frullatore che rimescola le loro idee grazie alla contaminazione di tutor internazionali con cui si confrontano in tre workshop organizzati in giro per il mondo.
Da Torino a Berlino
I risultati ci sono, anche se non sempre il grande pubblico se ne rende conto. L’ultimo successo del TFL, in ordine di tempo, è l’Orso d’Oro alla Berlinale, il festival tedesco del cinema. La pellicola che ha vinto, Touch me not, è stata incubata da questa realtà italiana che si trova a Torino, in un quartiere ottocentesco a due passi dalla Dora Riparia, il fiume meno noto che scorre in città rispetto al Po. Tra ferramenta che resistono, piccoli alimentari e un ex gallettificio militare, il quartiere che ospita il Torino Film Lab – Borgo Rossini - è parte di un tessuto produttivo fatto di artigiani e piccole industrie riconvertite in attività culturali e artistiche. La stessa sede del laboratorio cinematografico è una ex fabbrica.
Huge success for #TFLFilms at @Berlinale: the #GoldenBear went to #TouchMeNot by Adina Pintilie while #TheHeiresses by Marcelo Martinessi won both the Silver Bear Alfred Bauer and Best Actress (Ana Brun). Congratulations to the teams! ➡ https://t.co/SL8D5XJRVQ pic.twitter.com/KI0P17hGnL
— TorinoFilmLab (@TorinoFilmLab) 25 febbraio 2018
A Berlino ha trionfato anche The Heiresses e la sua attrice Ana Brun ha vinto l’Orso d’Argento. Anche questo film è passato per il laboratorio torinese. Dal 2008 a oggi, in dieci anni di lavoro, sono stati incubati 80 film. Tra questi anche A Ciambra di Jonas Carpignano, il film candidato agli Oscar 2018 per l’Italia, che non figura però tra i finalisti. Poco male: l’uscita dell’opera seconda di Nemes, intitolata Sunset e incubata al TFL, è prevista per quest’anno. È la storia di una protagonista femminile, Iris, che dall’orfanotrofio cerca una rinascita come sarta nella Budapest di inizio ‘900, finendo per viaggiare alla ricerca di uno sconosciuto fratello.
Sunset era stata incubata al TFL nel 2012 con un progetto che si chiama Script Lab. Di che cosa si tratta? “Di un percorso di accompagnamento degli sceneggiatori che si trovano a uno stadio iniziale dell’idea” spiega l’amministratrice del laboratorio Mercedes Fernandez Alonso. In altre parole chi ha in mente un testo per un film si candida, e se viene scelto entra comincia la fase di tutoraggio. Durante dieci mesi di lavoro i tutor, che quest’anno sono 25 e provengono da 12 paesi – da Danimarca a Israele, passando per Germania, Francia, Slovenia – incontrano i giovani produttori per lavorare sulle sceneggiature.
“Non abbiamo preclusioni in fatto di nazionalità e età, ma generalmente i candidati che superano le selezioni hanno tra 25 e 40 anni”, spiega Fernandez Alonso. Oltre allo sviluppo della sceneggiatura, però, c’è altro: un secondo progetto laboratoriale serve a lavorare su testi già strutturati, per mettere a punto la produzione e la distribuzione cercando finanziatori. “La credibilità internazionale del TFL mi ha permesso di trovare soldi e concludere il film”, parola del regista Hugo Vieira da Silva. Un terzo progetto, partito nel 2017 e alla seconda edizione, è invece rivolto alle serie tv. “Ci crediamo molto perché pensiamo che in Europa manchi ancora un po’ di consapevolezza della serie tv, oltre che un modo originale di raccontarle, diverso dal filone simil-statunitense”, chiarisce Fernandez Alonso. L’evento conclusivo del laboratorio, in questo caso, si svolge in Francia all’interno del calendario di Séries Mania, perché è vero che il TFL è orgogliosamente legato a Torino, ma anche che “il suo obiettivo è anche di creare reti professionali in tutto il mondo”.