L a nottata (italiana) dei Golden Globe come al solito ha regalato momenti imperdibili, questo perché gli americani sono bravissimi a rispettare i crismi della tradizione all’interno degli eventi legati allo showbiz. Per questo ormai siamo diventati bravissimi, anche da questa parte dell’oceano, a prepararci e stare attenti a quelle fasi della cerimonia che poi, sappiamo benissimo, resteranno negli annali.
Il primo è il Red Carpet dove a farla da padrone sono stati il lungo vestito di Lady Gaga firmato Versace, di Irina Shayk e anche quello splendido di Julia Roberts di Stella McCartney. A dare materiale ai cronisti di rosa anche i protagonisti di Bohemian Rhapsody, e non solo per l’omaggio “sartoriale” di Rami Malek a Freddie Mercury, ma anche perché pare che con la collega di set Lucy Boynton sia scattata qualcosa in più di una simpatia e questa potrebbe essere stata la loro prima uscita ufficiale.
Una photobomber griffata
Una persona che resterà nella storia di questa edizione dei Golden Globe è Kelleth Cuthbert, un nome che a molti non dirà nulla: non è una star di Hollywood, ma ieri è riuscita ad infilarsi, grazie al lavoro con lo sponsor “Fiji Water”, alle spalle di tantissimi attori nei loro scatti. La cosa che alla rete naturalmente non è sfuggita, tant’è che oggi è protagonista di una serie infinita di meme che circolano sui social.
And the Golden Globe for most obvious PR stunt goes to...#fijiwatergirl https://t.co/bkidhr9BgP pic.twitter.com/9U9Z0wvTlg
— CNN International (@cnni) 7 gennaio 2019
A raccontare la sua storia è nientemeno che Glamour che sull'onda del successo ottenuto dalla modella (i suoi follower su Instagram sono passati da 53 mila a 75 mila in poche ore) l'ha 'stanata' e intervistata. "Nessuna intenzione di apparire nelle foto" assicura Kelleth, originaria di Toronto, ma californiana di adozione dopo che ha deciso di lasciare il lavoro di assistente sociale per seguire la carriera di modella, "solo che in un modo o nell'altro mi sono trovata intrappolata tra le star sul red carpet con quel vassoio di bottigliette d'acqua tra le mani. E a quel punto meglio metter su l'espressione più piacevole di cui sei capace piuttosto che far pensare alla gente che sei una stronza". Kelleth sa che la fama durerà non più di qualche ora e che "tra una settimana nessuno troverà questa cosa più tanto divertente", quindi meglio approfittare del momento per trovare un buon agente e un ruolo nel cinema, quello vero. Del resto il meme a lei dedicato che più le è piaciuto è quello che recita: "Indossa un abito per il lavoro che vorresti fare, non per quello che fai".
Poi si va tutti dentro, i Golden Globe sono una cerimonia differente dagli Oscar, che si svolgono in un teatro davanti ad un pubblico ed è un evento certamente più “incravattato”; i Globe sono ospitati in una cena di gala che offre un ambiente più intimo e rilassato.
Chi ha detto cosa
Un altro momento storico dunque è quello del discorso iniziale dove solitamente si sbeffeggiano gli ospiti in sala, gestito anche quest’anno dall’attrice canadese di origini asiatiche Sandra Oh. Ogni anno gli attori non risparmiano durante i discorsi di ringraziamento frecciatine di carattere politico e anche quest’anno grande attenzione al tema della parità di genere. Glenn Close invita le donne a concentrarsi sui propri obiettivi e non solo sull’essere bravi madri e mogli: “Dobbiamo cercare una realizzazione personale. Dobbiamo inseguire i nostri sogni. Dobbiamo dire: Lo posso fare, e mi dovrebbe essere permesse farlo” dice.
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Le fa eco Regina King, attrice afroamericana, che dice “Userò questo momento per dire che nei prossimi due anni, di tutto ciò che produrrò - faccio un voto, e sarà dura - mi accerterò che il 50% sia realizzato da donne, e sfido tutti i presenti che godano una posizione di potere - non solo nel nostro settore, ma in tutti - vi sfido a sfidare voi stessi e schierarvi con noi in solidarietà facendo la stessa cosa”.
"Grazie Satana"
Stravagante anche il discorso di Christian Bale, premiato per la sua magistrale interpretazione del Vice Presidente degli Stati Uniti scelto da George W. Bush, Dick Cheney, “Grazie, Satana, per avermi dato l’ispirazione su come interpretare questa parte”.
Sempre di stampo politico il ringraziamento pronunciato da Alfonso Cuaron, che porta il premio a casa grazie a Roma. “Il cinema costruisce ponti e distrugge i muri. Il cinema, nella sua forma migliore, costruisce ponti verso altre culture. Attraversando questi ponti, vivendo queste esperienze, guardando queste nuove realtà e questi nuovi volti, noi dobbiamo realizzare che sebbene ci sembrino strani, non sono diversi. Dobbiamo capire quanto abbiamo in comune". Considerando anche che il suo film è ambientato e racconta il degrado di un quartiere messicano, il riferimento al muro che Donald Trump vuole ereggere al confine meridionale è più che evidente.