(AGI) - Mosca, 8 giu. - "Contratti e accordi importanti" nel settore dell'avionica, elicotteristica e oil & gas, "memorandum per i prossimi 10 anni", ma anche la "sorpresa" di aziende italiane intenzionate a entrare nel mercato russo e di "consistenti" investimenti russi in Italia. Tutto questo e' sul piatto del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, secondo Antonio Fallico, presidente dell'Associazione Conoscere Eurasia, organizzatrice del padiglione italiano che su una superficie di 1.500mq ospitera' l'esposizione di una ventina di aziende italiane, ma anche incontri, tavole rotonde e firme di contratti nei tre giorni della Davos russa. Realizzato da Fiera Milano Congressi, 80 Group e Nolostand del Gruppo Fiera Milano, nella sua struttura 'Italia in Russia' si ispira a Michelangelo Buonarroti, Leonardo Da Vinci e Brunelleschi. "L'idea era quella di rappresentare un padiglione che accentuasse il rinascimento italiano, nel mondo della manifattura e dell'economia e quindi la proposta italiana di poter coprire la richiesta della Federazione russa dall'alta tecnologia, alla meccanica e meccatronica, passando per biotecnologie e nanotecnologie fino alla finanza e all'agroindustria. - ha raccontato Fallico ad Agi - Queste eccellenze sono messe a disposizione sia per l'export tradizionale (made in Italy) ma anche, in questo periodo di crisi congiunturale in Russia, per il made with Italy, propendo e incentivando l'importanza degli investimenti in Russia da parte di tutte le nostre aziende, dalle grandi alle Pmi". "Il Padiglione italiano e' stato proposto dal governo italiano e in modo particolare dall'ambasciata a Mosca e questa proposta e' stata accolta da due partner come Leonardo-Finmeccanica e il gruppo Intesa San Paolo", ha voluto sottolineare Fallico, anche presidente di Banca Intesa Russia, spiegando che l'incarico di realizzare la struttura e' stata affidata a Conoscere Eurasia dall'organizzatore del Forum Roscongress, con cui l'associazione ha una rodata partnership. Le aziende 'in esposizione' saranno divise in cinque cluster rappresentati ognuno dalle rispettive "eccellenze", ha ricordato Fallico. "Ci saranno delle sorprese - ha aggiunto - Societa' di tecnologie per il settore oil&gas, finora piu' conosciute magari in Cina e Corea, stanno entrando in questo mercato e avranno grandi soddisfazioni nei prossimi anni". Durante lo Spief non e' escluso si parli anche della partecipazione italiana alle privatizzazione russe, come pure di investimenti russi nel nostro paese. "Ci sono aziende che nonostante le sanzioni sono proiettate in Italia con investimenti importanti e anche con acquisti di tecnologia non sanzionata; in questo si andra' avanti"; ha assicurato il presidente di Conoscere Eurasia. "Vi sono poi societa' russe, che hanno intenzione di investire pesantemente in Italia, altre che hanno gia' asset e vogliono potenziarli, altre ancora interessate a investire in societa' che dal punto di vista tecnologico sono nei settori d'avanguardia", ha aggiunto, sottolineando che anche il Fondo Mir, private equity di Intesa San Paolo con Gazprombank, continua a cercare "opportunita' di investimento sia in Russia che in Italia, in societa' che hanno grandi prospettive di sviluppo sia in termini di tecnologia, che internazionalizzazione. Ci sono tanti progetti e anche per questi attendiamo delle firme il 17 giugno". E' questa la data centrale per il Padiglione Italia, che con ogni probabilita' sara' visitato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e il leader russo Vladimir Putin, i avranno anche un bilaterale. Lo stesso giorno si terra' una grande tavola rotonda con la partecipazione dei rappresentanti delle principali aziende italiane e russe: Eni, Rosneft, Intesa Sanpaolo, Finmeccanica, Pirelli, Rostech; Fondazione Russa di Investimenti diretti, Sace, VTB, Gazprom, Novatek, Enel, Unione degli industriali e imprenditori russi, Barilla e Federalimentare. La sfida del Forum - ha concluso Fallico - e' lavorare affinche' dopo le grandi aziende, anche le Pmi italiane, che sono il 92% del nostro sistema produttivo, acquisiscano la consapevolezza che ormai in Russia non si puo' piu' puntare solo sull'export secco, ma bisogna insediarsi e produrre, partecipando al valore delle merci". (AGI) .