Italia-Germania, Rivera "tedeschi non hanno campioni del passato"
Intervista al Golden Boy: punto di forza della nostra nazionale è senza dubbio Antonio Conte che tiene unita la squadra, si mette in gioco in prima persona, dà un grande contributo dimostrando di essere un grande allenatore

Roma – Chi meglio di Gianni Rivera può raccontare la rivalità storica tra Italia-Germania? Il Golden Boy è stato intervistato dalla redazione di Eniday, il magazine online di Eni, riportando la mente allo stadio degli dei, l’Azteca del mondiale di Messico 1970, dove Rivera è diventato una divinità del calcio moderno aprendo le porte della finale agli Azzurri grazie a un suo gol. Ma, soprattutto, regalando al mondo la “partita del secolo”, Italia-Germania 4-3. Secondo l’ex centrocampista rossonero, la partita di sabato contro i tedeschi “sarà sicuramente difficile” perché la Germania “è una squadra molto più giovane e anche fisicamente più forte e può contare su dei giocatori con una buona tecnica. Però se l’Italia gioca come ha giocato contro la Spagna e il Belgio può fare una bella figura anche contro i tedeschi e giocarsi la partita”. Contro la Germania, avverte il Golden Boy, “bisogna preoccuparsi di tutta la squadra” e anche se “non ci sono giocatori del livello del passato, ci sono dei buoni giocatori che hanno una buona tecnica e quindi tutti sono da temere”. Punto di forza della nostra nazionale è senza dubbio Antonio Conte che “tiene unita la squadra, si mette in gioco in prima persona, dà un grande contributo” dimostrando di essere “un grande allenatore”.
Passato alla storia come primo Pallone d’oro italiano nel 1969, nonché ventesimo nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla IFFHS, Gianni Rivera racconta nella sua intervista anche la rivalità con Mazzola. “Lui era il capitano dell’Inter, io del Milan, non potevamo andare d’accordo. Ognuno di noi cercava di far vincere la propria squadra e poi in nazionale, avendo caratteristiche diversissime tra di noi, abbiamo sempre giocato insieme. A parte l’invenzione del Messico della staffetta che non aveva senso e che però andava bene. Peccato che poi non l’abbiano fatta in finale. Non aveva nessuna giustificazione tecnica, non si può pensare di fare un staffetta prima che cominci la partita”.