Roma - "Ho compreso il segnale di protesta dietro il voto di domenica, non prevedo un cambio di strategia quanto un cambio di scenario. Punterò sulle periferie e sui problemi concreti di Roma, la demagogia la lascio alla Raggi". Così il candidato Pd a sindaco di Roma, Roberto Giachetti, spiega, in un'intervista all'Agi, come imposterà la campagna elettorale per vincere al ballottaggio del 19 giugno.
"Capisco il disappunto per la politica del passato - afferma - ma penso che il voto del secondo turno debba avere regole diverse, quelle della capacità di governo. E su questo piano non ci sono paragoni tra me e la Raggi": Giachetti è convinto insomma di avere i numeri per sconfiggere la rivale grillina: la vittoria di Virginia Raggi al primo turno non lo spaventa.
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Il nodo del Pd è la difficoltà di intercettare il voto delle periferie. Giachetti ha conquistato i Parioli e il centro, mentre è stato poco votato nei municipi periferici che hanno premiato prevalentemente gli sfidanti grillini. Un partito di sinistra che non si fa più ascoltare dall'elettorato di riferimento presuppone una profonda riflessione politica ma Giachetti non prevede "un cambio di strategia, quanto un cambio di scenario. Spiegheremo le differenze tra i due candidati in corsa: storia personale, programmi, le squadre di governo. Continuerò a essere concreto, la demagogia la lascio ai grillini".
Prevede un cambio di strategia nella comunicazione per riconquistare le periferie di Roma? "Non prevedo un cambio di strategia quanto un cambio di scenario. Nei giorni che restano prima del ballottaggio spiegheremo le differenze tra i due candidati in corsa: storia personale, programmi, le squadre di governo. Non è il momento della rabbia e della paura. Queste elezioni sono l'occasione del rilancio e della crescita. Se abbiamo paura di progettare, ad esempio ospitando le Olimpiadi del 2024 o realizzando il nuovo stadio della Roma, il futuro sarà fatto di impoverimento, maggiori diseguaglianze, perdita dello spirito di comunità. Qui si gioca il futuro della città. Una sfida difficile, che ha bisogno di un voto attento".
Sia più convincente, perché un residente di Tor Bellamonaca dovrebbe votarla? "Realizzeremo aree pedonali e riapriremo i cinema e i teatri di cintura. Apriremo le scuole di pomeriggio, realizzeremo luoghi dove i giovani possano apprendere, sperimentare e fare impresa. Miglioreremo le infrastrutture per lo sport. La Roma del futuro sara' quella che si disegna nelle periferie. Dobbiamo tirar fuori le energie che ci sono e offrire nuove opportunita'. Le periferie sono il punto chiave delle elezioni. I residenti dei quartieri periferici hanno più problemi di mobilità, servizi pubblici peggiori, minori opportunità professionali e culturali. Inoltre, nelle zone più disagiate la crisi economica è stata piu' dura e la speranza di vita e' inferiore. Ecco, il voto delle periferie si riconquista così, facendo capire che si hanno idee chiare per sanare le diseguaglianze della società e si ha la forza amministrativa e l'esperienza per realizzarle".
"Sono tre le questioni fondamentali che riguardano tutti i romani e che per le periferie hanno una valenza in più. Uno, la potenziale giunta a 5 stelle è ancora un mistero, mentre la nostra vede personalità come Livia Turco che alle politiche sociali ha dedicato la vita, di Alfonso Sabella e Francesco Tagliente, protagonisti della lotta per la legalità e la sicurezza. Due, le idee con cui il M5S chiede il voto dei romani sono piuttosto vaghe e poco documentate, mentre quelle che noi abbiamo messo in campo sono un programma di governo. Tre: io ho maturato una solida esperienza amministrativa negli anni in cui nella Capitale si progettavano e si realizzavano le piu' importanti opere della Roma contemporanea, dall'Auditorium di Renzo Piano alla galleria Giovanni XXIII, dal Tram 8 al Nuovo Centro Congressi di Fuksas, sino al MAXXI di Zaha Hadid".
Quindi non rincorrerà la Raggi sul piano della demagogia? "Guardi, la demagogia non e' proprio nel mio stile. Ho impostato la mia campagna elettorale sull'onestà, sulla trasparenza, sulla verità. Semplicemente perche' sono cosi'. Il mio programma elettorale è il più serio e credibile, non ci sono opere stravaganti ne' promesse che non potremo rispettare. Penso sia di questo che c'è bisogno in questo momento per Roma: molta serietà. La demagogia la lascerò ai 5 stelle".
Si parla di un confronto su Sky tra i due candidati in corsa. Ha contatti diretti con la sua rivale in tal senso? "Nessun contatto. Guardi, io penso che i confronti siano un gesto di rispetto verso gli elettori, non un vezzo. E' il modo per permettere ai romani di scegliere il sindaco piu' efficace per uscire da questa difficile situazione della citta'. Rifiutarli e' un gesto abbastanza grave e significa non aver capito questo punto. Le faccio un esempio. La candidata Raggi non sarebbe in grado di prendere decisioni rapide in autonomia. Dovrebbe sottoporsi al vaglio del direttorio, dello staff romano e di quello milanese. I romani hanno diritto di ascoltare un confronto sulle nostre idee per Roma e su come intendiamo realizzarle".
A chi chiederà i voti? Cerca apparentamenti? "Non faro' apparentamenti. Non sono interessato ai riti della vecchia politica. Ho comunicato la mia giunta senza trattative con i partiti, ho preparato il programma elettorale ascoltando esperti e operatori ma in autonomia dai partiti. Non faro' accordi elettorali per il secondo turno ma invito tutti a votarmi". "Chiedo il voto a chi mi ha già votato, grazie per averlo fatto. Chiedo il voto di chi si è astenuto, può fidarsi di me e della mia storia. Chiedo il voto di chi ha votato a sinistra, perché il mio programma elettorale è ricco di proposte concrete per l'ambiente, il lavoro e le politiche sociali. Chiedo il voto a chi ha votato a destra, perche' la mia proposta programmatica e la mia giunta garantiranno rigore nei confronti di chi non rispetta le regole e protezione per chi non si sente sicuro. Infine, chiedo il voto a chi ha votato Virginia Raggi. Ho compreso il segnale di protesta che c'è dietro questo voto, capisco le ragioni di disappunto verso la politica del passato. Penso, pero', che il voto del secondo turno debba avere delle regole diverse. Quelle della capacita' di governo. E penso che su questo piano non ci siano paragoni tra noi due".
Può entrare nello specifico dei problemi della città e spiegarci come intende risolverli, dalle grandi opere al problema della sicurezza, dai rifiuti al traffico alle buche? "Le faccio alcuni esempi. Voglio concentrami sui trasporti e sulla manutenzione. Voglio una citta' che faccia un uso forte della tecnologia per contrastare il crimine. Avvieremo il programma 1.000 camere, come a Parigi, per impiantare nella citta' video camere in grado di controllare il territorio. Chiuderemo il ciclo dei rifiuti. Siamo in grado di guadagnare dai rifiuti. Lo faremo. Quanto al traffico, c'è bisogno di un mix di interventi: dal tram alla metro, sino a percorsi pedonali e promozione di piste ciclabili. Dobbiamo convincere le persone a non usare la macchina, orientarsi verso stili di vita più sensibili all'ambiente. Il mio programma spiega come trovare le risorse e come approfittare del nuovo quadro normativo che restituisce poteri ai Comuni nella progettazione delle grandi infrastrutture". "Ma alla base di ogni proposta c'è la realizzazione del mio obiettivo numero uno: la trasformazione della macchina amministrativa, sia quella centrale che quella municipale. Senza una drastica riorganizzazione delle risorse e delle responsabilità, senza un personale motivato, controllato e incentivato a dare il meglio, nessun programma elettorale potra' essere attuato. Virginia Raggi non ha idea di come mettere mano sull'Amministrazione Comunale. Io la conosco e dal 20 maggio sarò al lavoro per una Roma più giusta, più equa, più innovativa e meno faticosa per i cittadini". (AGI)