di Emilio Fabio Torsello
Analisi, commenti, sintesi dei principali risultati elettorali e infografiche sulle specificità energetiche di ciascuno stato. Lo Speciale “US Presidential 2016” dedicato alle primarie americane e pubblicato da ABO.net (la versione digitale del periodico Oil magazine) fa il punto su uno degli aspetti cruciali per gli Stati Uniti: la gestione e il futuro delle risorse energetiche nei programmi dei diversi candidati in corsa per le presidenziali di novembre.
Da Donald Trump a Hillary Clinton, passando per Bernie Sanders, Ted Cruz e gli “inseguitori”, lo Speciale permette di navigare, per parole chiave, gli aspetti energetici dei programmi di ogni singolo candidato, con un occhio anche alla loro campagna elettorale sui social.
Centrali sono le tematiche del cambiamento climatico, dello sfruttamento delle risorse petrolifere e il supporto alle energie alternative. E non mancano le polemiche sulla possibilità di affidare nuove concessioni sia onshore che offshore o di ridimensionare il ruolo delle Agenzie governative di controllo nei diversi comparti dell’energia. Lo stesso Trump, ad esempio, ha definito l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente “una disgrazia. Ogni settimana – ha dichiarato - se ne escono fuori con nuove norme. Sicuramente l’ambiente ne beneficerà. Ma non si può distruggere il business". Su una linea d’azione molto simile anche Ted Cruz, che vede nell’EPA un limite e non una risorsa.
Trump non ha usato mezze misure neanche su un tema delicato come quello delle nuove trivellazioni: “Iniziamo a trivellare ovunque il petrolio sia accessibile. L’eccesso di petrolio nel mercato, che ha causato un grave calo nel prezzo, lo fa sembrare oggi meno importante, ma alla fine il mondo avrà bisogno di quel petrolio, e avremo bisogno dei posti di lavoro che questo creerà”.
Allo stesso tempo – ricorda Mattia Ferraresi, corrispondente per Il Foglio da New York, in uno degli ultimi editoriali pubblicati nello Speciale – “Trump e gli altri candidati sono contrari ai sussidi e ai crediti fiscali concessi ai player che lavorano nel settore delle rinnovabili”. Gli ha fatto eco Molly Moore - giornalista e vicepresidente senior di Sanderson Strategies Group, tra le più importanti agenzie di consulenza strategica politica – che sempre dalle colonne dello Speciale “US Presidential” di ABO ha ricordato che “Donald Trump e i senatori Ted Cruz vogliono incrementare le trivellazioni e la fratturazione idraulica, eliminando o riducendo molte delle restrizioni ambientali più significative sulla produzione di combustibili fossili e sminuendo o minimizzando l’impatto del cambiamento climatico”.
Le risorse energetiche sono uno dei temi chiave delle primarie americane. ABO pubblica sul suo Speciale “US Presidential 2016” un’infografica sul Gas Naturale, una delle risorse più importanti del Paese, con dati e numeri relativi alla produzione, ai consumi, alle forniture e ai prezzi. Per ciascuna infografica, anche le stime da qui al 2017.
E se i repubblicani, ormai da anni, fanno registrare politiche ambientali dalle maglie più larghe, il fronte democratico è solo apparentemente compatto. A fare la differenza, infatti, sono le sfumature e le parole non dette. Bernie Sanders, ad esempio, in uno dei suoi interventi ha chiamato le compagnie petrolifere per nome, collegandole direttamente ai danni procurati dal cambiamento climatico, ai profitti “rastrellati” a discapito dell’ambiente e alla corruzione di certa politica che “ignora la scienza”: “Tristemente – ha detto Sanders - ci troviamo di fronte a un partito repubblicano che è più preoccupato di proteggere i profitti di Exxon, BP, Shell e dell’industria del carbone piuttosto che di proteggere il pianeta. Mentre le compagnie produttrici di combustibili fossili stanno rastrellando profitti enormi, il cambiamento climatico sta devastando il nostro pianeta e le nostre popolazioni; tutto ciò perché l’industria più ricca nella storia del nostro pianeta ha corrotto la classe politica, inducendola a ignorare la scienza”.
Ben diverso l’atteggiamento di Hillary Clinton che, come sottolinea ancora Molly More, “ha sinora evitato di attaccare l’industria dei combustibili fossili e si è concentrata sulla necessità di sostenere e di espandere gli sforzi nell’ambito delle energie rinnovabili. Vuole vedere mezzo miliardo di nuovi pannelli solari installati negli Stati Uniti entro il 2020. È ferma nel suo supporto per la riduzione di gas serra nell’atmosfera e del cambiamento climatico, tuttavia assume toni meno aggressivi di Sanders”. E c’è poi la questione del TTP: da Segretario di stato la Clinton aveva sostenuto il trattato, mentre nei giorni scorsi si è espressa contro tale accordo. Sanders è apertamente contrario.
Ma le primarie e i caucus si vincono o si perdono Stato per Stato, dove i candidati conquistano delegati in vista del Congresso. E ogni stato ha una sua specificità energetica. Per avvicinare i programmi ai territori, quindi, all’interno dello Speciale una scheda testuale e un’infografica per ogni tappa del voto permettono di avere una panoramica sulle diverse risorse energetiche presenti in quel particolare luogo, con la sottolineatura dei diversi pesi – tra fonti fossili e rinnovabili.