AGI - Il fiuto del cane è considerato infallibile, e spesso le forze dell'ordine gli chiedono aiuto, ma è davvero così? A chiederselo è un gruppo di esperti che sulla rivista "Science" analizza i numerosi errori provocati dalla collaborazione a quattro zampe, cercando di capire se esiste una solidità scientifica a supporto di questa pratica.
La polizia - si legge nel testo – usa i cani in tutte le parti del mondo per rintracciare i fuggitivi e cercare persone scomparse, ottenere una causa probabile, cioè una giustificazione legale per ottenere un mandato di perquisizione e trovare sostanze e droghe illegali.
Inoltre, le agenzie usano cani addestrati per abbinare le prove raccolte sulla scena del crimine all’odore di un sospetto o di un corpo.
Sempre più spesso, le testimonianze degli allevatori di cani servono anche come prova diretta di colpa, accettate al posto di un cadavere, una scorta di droga o altre prove fisiche di un crimine.
Eppure, i critici temono che il sistema legale penale abbia abbracciato una tecnica profondamente priva di convalida scientifica.
Le 'prove' ottenute con i cani hanno portato a condanne errate e gli studi mostrano che i pregiudizi umani distorcono il comportamento degli animali.
Ad oggi, dicono i ricercatori, non esiste alcuna ricerca pubblicata che indichi esattamente ciò che i cani rilevano o come lo fanno.
Gli imputati e i loro avvocati non possono controinterrogare un cane, il che significa che l’imputato non può esaminare le prove o affrontare gli accusatori, un diritto sancito dalla Costituzione degli Stati Uniti.
“Non è sufficiente dire che i cani hanno un naso incredibile e sono capaci di distinguere i profumi”, afferma Binyamin Blum, uno studioso di prove presso l’Hastings College of the Law dell’Università della California (UC).
“È necessario spiegare esattamente qual è il loro metodo”.
È importante fare una seria riflessione e iniziare a studiare per acquisire maggiori prove scientifiche della validità di questo metodo basato sulla collaborazione di cani, prima di affidare decisioni importanti che possono condannare per sempre la vita di un imputato, concludono i ricercatori.