La superficie del Sole è stata osservata con un livello di dettaglio mai visto prima. Le immagini ricavate grazie al telescopio solare Daniel K Inouye (DKIST), situato nelle Hawaii, mostrano elementi di 30 chilometri di diametro, una risoluzione altissima per la scala del nostro Sistema solare, visto che la nostra stella, che ha una superficie di circa 1,4 milioni di km, si trova a ben 149 milioni di km dalla Terra.
Dalle riprese risultano evidenti delle strutture in movimento, masse di gas caldo o plasma di dimensioni simili all'estensione dello stato americano del Texas, oltre a scanalature bluastre che mostrano le zone in cui il plasma si raffredda.
DKIST è una nuovissima struttura posizionata in cima a Haleakala, un vulcano alto 3.000 metri sull'isola hawaiana di Maui, il cui specchio primario di 4 metri è il più grande al mondo per un telescopio solare. L'osservatorio sarà utilizzato per studiare il funzionamento del Sole, in particolare il comportamento dinamico della sua superficie, con la speranza di imparare a prevedere le esplosioni energetiche che provocare danni a satelliti, reti elettriche e astronauti.
"Sulla Terra, possiamo prevedere se pioverà praticamente in qualsiasi parte del mondo in modo molto preciso, mentre non abbiamo ancora raggiunto un simile livello di accuratezza per la meteorologia spaziale", spiega Matt Mountain, responsabile del DKIST.
"Le nostre previsioni per gli eventi atmosferici nello spazio sono in ritardo di 50 anni rispetto alla climatologia terrestre, se non di più. Dobbiamo ancora comprendere a fondo la fisica che regola il clima nello spazio, ma possiamo farlo iniziando da Sole. È questo che Inouye studierà nei prossimi decenni", prosegue il ricercatore.
DKIST è uno dei complementi della sonda spaziale Solar Orbiter, (SolO) che verrà lanciata l'8 febbraio da Cape Canaveral in Florida. Questa sonda, nata dalla collaborazione tra le agenzie spaziali europea ed americana, osserverà il Sole da soli 42 milioni di km di distanza dalla sua superficie, il punto più vicino mai raggiunto finora.
"La risoluzione di SolO permetterà di osservare elementi fino a 70 km di diametro, ma la sonda sarà in grado di percepire una gamma molto più ampia di lunghezze d'onda rispetto a DKIST e offrirà la possibilità di studiare le regioni polari della nostra stella. Abbiamo piani congiunti di osservazione tra DKIST e Solar Orbiter che saranno incredibili", commenta Louise Harra dell'Osservatorio meteorologico fisico di Davos, in Svizzera.