
RIVOLUZIONE 5G
Perché tutti ne parlano ora? Chi lo sta sviluppando in Italia e in Europa? Come e perché cambierà la nostra vita: un'inchiesta in progress
Le reti 5G sono le reti di nuova generazione. Ognuna di quelle che l'hanno preceduta, ha aperto opportunità nuove: il 2G (Gsm) ha accompagnato la diffusione dei telefoni cellulari; il 3G ha sostenuto l'economia delle app e i primi smartphone; il 4G ha spinto streaming e messaggistica. Il 5G aumenterà la velocità con sui caricare e scaricare dati; diminuirà il tempo di latenza (cioè l'intervallo tra l'invio di un segnale a la sua ricezione) e moltiplicherà la “densità” dei dispositivi (sarà possibile connettere molti più pc, smartphone e sensori contemporaneamente e nella stessa area). Ma cosa rende una rete 5G?
Cosa significa 5G
Definire il perimetro delle reti 5G non è semplice, anche perché – al momento – si tratta di obiettivi più che di caratteristiche. In attesa di conferma quando la nuova generazione uscirà da laboratori e aree-pilota per arrivare in case, strade e impianti industriali. Nel 2015, la Next Generation Mobile Networks Alliance ha provato a indicare alcuni paletti. Le reti 5G devono dare “ovunque” la possibilità di scaricare dati con una velocità di almeno 50 megabit al secondo. Cioè molto maggiore rispetto alle reti mobili attuali. Quello dei 50 megabit al secondo è però solo un limite minimo.
Perché il 5G, per definirsi tale, dovrà spingersi fino a 1 Gb al secondo “in alcuni ambienti specifici”, come uffici e impianti industriali. I tempi di latenza massimi dovrebbero essere di 10 millisecondi (già dimezzati rispetto a quelli del 4G), ma l'obiettivo è raggiungere un millisecondo. Le performance non devono calare in base all'affollamento: la stessa velocità e il medesimo tempo di latenza devono essere assicurati “a decine di migliaia di utenti nelle zone più affollate, come stadi e festival” o ai lavoratori che condividono lo stesso ufficio.
Rispetto alle reti 4G, quindi, il miglioramento previsto dalla Next Generation Mobile Networks Alliance non sarà lineare ma esponenziale: la velocità si moltiplicherebbe in media di 10 volte e di 100 volte al suo picco; il tempo di latenza sarebbe oltre dieci volte più breve e la densità consentita almeno 100 volte maggiore. Proprio come le altre tecnologie di connessione, anche il 5G sfrutta antenne e frequenze. Lo fa, però, in modo più efficiente del 4G. E apre un nuovo “canale” fino a ora non sfruttato, quello delle frequenze oltre i 26 Ghz: garantiscono più velocità e minore latenza, ma sono più soggette alle interferenze. I pregi del 5G sono dovuti in buona parte alle soluzione che consentono di gestire queste interferenze.
I vantaggi: velocità
In attesa di capire quale sarà l'applicazione “sul campo”, è già possibile farsi un'idea in base ai test compiuti in fase di test: in ambienti protetti e circoscritti come quelli sperimentali, il 5G sembra poter garantire una velocità media di 1,4 gigabit al secondo, con picchi di 5 gigabit. Per fare un confronto: oggi le reti mobili italiane consentono di scaricare, in media, 31,1 megabit al secondo (cioè 0,031 gigabit). La banda larga fissa arriva a 47,27 megabit. Il 5G dovrebbe quindi permettere di navigare, mentre passeggiamo per strada, viaggiamo in treno o in macchina, a una velocità 45 volte superiore rispetto alle reti mobili attuali e il 40% oltre quella delle più evolute reti in fibra ottica oggi disponibili.
Vuol dire scaricare contenuti anche piuttosto pesanti in modo praticamente immediato. Ad esempio, il download di un film da Netflix “pesa” 1 GB se è standard e fino a 3 GB in alta definizione. Per scaricarli basterebbero quindi un clic e qualche secondo. C'è spazio per uno streaming sempre più complesso, perché la rete permette di sostenere una definizione più elevata senza sgranare o bloccare la riproduzione. Forse saranno questi i progressi più visibili agli occhi dell'utente finale. Ma il potenziale del 5G sta soprattutto altrove.

I vantaggi: minore latenza
Il “tempo di latenza” è l'intervallo che passa tra l'invio di un segnale e la sua ricezione. Nessuna connessione, neppure la più veloce, raggiunge l'immediatezza. Ce ne rendiamo conto quando facciamo una videochiamata oppure seguiamo una diretta in streaming. Neanche il 5G raggiungerà l'immediatezza, ma ci si avvicinerà molto: il tempo di latenza dovrebbe essere quantomeno dimezzato. Ma nelle performance migliori dovrebbe arrivare ad appena 1 millisecondo. In questo intervallo, il suono percorre appena 34 metri.
I segnali delle reti 5G arriveranno ovunque, collegando città che si trovano a distanza di migliaia di chilometri. Per dare una dimostrazione pratica di cosa significhi, lo scorso giugno, il ricercatore e musicista Mischa Dohler ha tenuto un concerto diffuso: lui con un pianoforte a Berlino, la figlia al microfono a Londra. Tempo di latenza: 20 millisecondi su una distanza di mille chilometri, abbastanza da poter andare a tempo cantando “I was made for loving you” dei Kiss (in versione rallentata).
La latenza del 5G comprimerà (e di molto) i tempi. Cosa vuol dire, in pratica? Le applicazione di questa proprietà del 5G sono sterminate. Diventa decisiva in tutte quelle che richiedono immediatezza tra stimolo e risposta. Basti pensare alla guida autonoma, alla rapidità con cui agisce un macchinario industriale (che diventerà più preciso ma anche più sicuro), ai videogiochi (che stanno migrando verso lo streaming). Fino alle applicazioni mediche: un medico a Roma potrà operare in un ospedale di New York grazie a braccia robotiche e connessioni veloci.
I vantaggi: maggiore densità
Le nuove reti saranno in grado di supportare un numero molto maggiore di dispositivi senza impattare sulla velocità della connessione. Se il 3G era un contagocce di dati e il 4G è stato un rubinetto, il 5G diventa un'acquedotto. I dati scorreranno con una capacità mai vista prima, in contemporanea. Senza intasamenti, la connessione di smartphone e pc sarà più scorrevole. Ma questo non è il principale effetto. La densità di dispositivi connessi – spiega , la Next Generation Mobile Networks Alliance sarà nell'ordine delle “centinaia di migliaia di connessioni attive simultanee per chilometro quadrato”.
Una capacità fondamentale per l'Internet of Things, cioè per ogni ambiente abitato da oggetti connessi: case private, impianti industriali in cui le macchine non avranno più bisogno di cavi, smart city in cui milioni di sensori analizzano e gestiscono emissioni, traffico, illuminazione pubblica. Sarà possibile monitorare in tempo reale ponti e opere d'arte per tenere sotto controllo il loro “stato di salute”, migliorare i controlli durante in grandi eventi incrociando migliaia di punti di osservazione, gestire in modo autonomo ed efficiente il traffico di strade, porti e aeroporti.
La sicurezza
Un tema rilevante del 5G riguarda il metodo che questa tecnologia utilizza per rendere più sicure le comunicazioni con la cella: l’Authentication and Key Agreement (Aka). Questo protocollo - versione migliorata di quello utilizzato per 3G e 4G - potrebbe rendere l’intercettazione di un dispositivo più difficile da parte di strumenti di sorveglianza che ne consentono l’identificazione e il tracciamento come le stazioni portatili IMSI catcher (International Mobile Subscriber Identity-catcher, dall’inglese catturatori di identità per gli utenti della telefonia internazionale).
Questi dispositivi si fingono celle telefoniche in modo da essere “agganciati” dal telefono, il quale comunica la propria identità e posizione a beneficio di chi sta effettuando l’intercettazione. Tuttavia, “il protocollo Aka farà sì che l’invio dell’identità del telefono avvenga in modo cifrato e anche se questo si connette a un IMSI catcher, l’attaccante non lo potrà identificare univocamente - ha spiegato ad Agi John E. Dunn, esperto di sicurezza informatica e autore del blog Sophos -. Tuttavia, l’attaccante potrebbe utilizzare gli altri dati acquisiti tramite l’intercettazione per creare un profilo del dispositivo che si è collegato all’IMSI catcher”.
Questo fa sì, prosegue Dunn, “che sia possibile anche effettuare un downgrade della connessione (circostanza che si verifica quando un telefono con poco segnale passa dal 4G a una connessione Umts, ndr), forzando il dispositivo a utilizzare protocolli più obsoleti e meno sicuri”.
La buona notizia è che, con l’avvento del 5G, sarà necessaria “una nuova generazione di IMSI catcher che avranno bisogno di più tempo per realizzare operazioni di tracciamento che oggi pare così semplice con il 3G e il 4G -, precisa Dunn -, regalando più tempo alle strategie di difesa”.
(Ha collaborato Raffaele Angius)
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Lo scenario
Parliamo della tecnologia cellulare che verrà implementata più velocemente su scala globale
Entro la fine del 2024 si stima che il 5G raggiungerà oltre il 40% della popolazione globale e che ci saranno 1,5 miliardi di abbonamenti alla nuova tecnologia. Secondo l’ultima edizione dell’Ericsson Mobility Report, il 5G sarà la tecnologia cellulare che verrà implementata più velocemente su scala globale, rispetto alle precedenti generazioni.
I principali driver che abiliteranno la diffusione del 5G sono la maggiore capacità di rete, i minori costi per gigabyte e nuove l’abilitazione di nuove modalità d'uso. Dal report emerge che a guidare la diffusione del 5G saranno le regioni del Nord America e del Nord Est Asiatico. Si prevede infatti che, entro la fine del 2024, gli abbonamenti 5G rappresenteranno il 55% di tutti gli abbonamenti per dispositivi mobile nel Nord America e oltre il 43% nel Nord Est Asiatico.
Guardando all’Europa occidentale, gli abbonamenti 5G rappresenteranno circa il 30% di tutti gli abbonamenti mobile, sempre entro la fine del 2024.
L’Internet delle cose
L'adozione delle tecnologie NB-IoT (il Narrowband-IoT permette di far comunicare tra loro oggetti che prima d'ora non potevano essere connessi) e Cat-M1 (un altro protocollo per l’IoT, l’Internet delle cose) sta favorendo la crescita del numero di connessioni cellulari IoT in tutto il mondo. Nel 2024 sono previste 4,1 miliardi di connessioni cellulari IoT, di cui 2,7 miliardi saranno nel Nord-Est Asiatico – una cifra che riflette sia l'ambizione, sia le dimensioni del mercato cellulare IoT in questa regione. Diversi requisiti in continua evoluzione che riguardano un'ampia gamma di casi d'uso stanno spingendo gli operatori a implementare all’interno dei propri mercati sia la tecnologia NB-IoT sia la tecnologia Cat-M1.
La crescita del traffico dati mobile
Il traffico dati mobile nel terzo trimestre del 2018 è cresciuto quasi del 79% anno su anno: si tratta della percentuale più alta registrata dal 2013. L'aumento del traffico dati per smartphone nel Nord Est Asiatico, principalmente in Cina, ha spinto la percentuale globale notevolmente più in alto. Con una crescita del traffico dati per smartphone di circa il 140% tra la fine del 2017 e la fine del 2018, il Nord Est Asiatico si posiziona al secondo posto per traffico dati da smartphone con 7.3 gigabyte al mese. Un dato, questo, che può essere paragonato allo streaming di video in HD per circa 10 ore al mese.
Il Nord America detiene ancora il più alto traffico dati da smartphone, che raggiungerà gli 8,6 gigabyte al mese entro la fine di quest'anno – dato pari allo streaming di video in HD per oltre 12 ore mensili. Tra il 2018 e il 2024, il traffico dati da mobile totale aumenterà fino a cinque volte e il 25% del traffico mobile sarà trasportato da reti 5G entro la fine del periodo.

Bellezza (Mise): l'industria è pronta a scommettere
Il Governo italiano è impegnato sullo sviluppo del 5G e della rete in fibra. In particolare, sul primo punto il ministero dello Sviluppo economico ha indetto un’asta aperta che si è chiusa il 2 ottobre dello scorso anno. Gli operatori hanno pagato 6,5 miliardi di euro, ben oltre i 4 miliardi che la Legge di Bilancio aveva fissato come limite minimo. Sul fronte della rete in fibra, invece, sia l’esecutivo sia Cdp sono impegnati a fornire il paese di un’infrastruttura moderna e ridurre il digital divide. Ne abbiamo parlato con Marco Bellezza consulente per le comunicazioni e l’innovazione digitale del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio.
Alla fine dello scorso anno si è conclusa l’asta sul 5G. Al di là del lusinghiero risultato economico - l’introito raggiunto ha superato del 130% la base della gara – quale è la sua valutazione complessiva?
"Si tratta di un segnale di grande fiducia dell’industria sulle potenzialità di questa tecnologia. Concordiamo con questa valutazione e pensiamo che sia opportuno in questa fase pre-commerciale da un lato creare le condizioni per lo sviluppo armonico del 5G e dall’altro comunicare di più e meglio quali saranno gli impatti dell’avvento del 5G nella vita di tutti i giorni. Insomma portare il 5G, come le altre tecnologie emergenti, alla portata di tutti. Se non si conosce una tecnologia l’atteggiamento mentale prevalente è il timore e la paura di essere spiazzati. In questa direzione è molto significativa l’indagine conoscitiva in corso di svolgimento presso la commissione Trasporti della Camera dei Deputati".
Marco Bellezza
A che punto è il 5G in Italia e quali sono i passi ulteriori da fare per metterci alla pari dei paesi europei più avanzati?
"Siamo tra i Paesi europei più avanzati in questo ambito anche grazie all’azione dei nostri predecessori. Il nostro impegno è di mantenere questo primato lavorando, in particolare, sull’integrazione tra 5G e altre tecnologie e sul fronte della contaminazione. Penso sotto questo ultimo profilo alla rilevanza che la tecnologia 5G avrà per il mondo delle industrie culturali e creative. La realtà aumentata e virtuale giocheranno un ruolo determinante per il mondo della creatività del futuro e il 5G può dare una forte spinta in questo processo".
Come pensate di accelerare su Wi-Fi Italia, il progetto nazionale per hotspot pubblici accessibili in tutto il territorio tramite credenziali uniche?
"Tra le prime attività avviate su impulso del ministro Di Maio vi è stato un importante finanziamento del progetto Wi-Fi Italia. Sono già disponibili 53 milioni di euro per assicurare in ogni città di Italia un punto di accesso Wi-Fi gratuito. Idealmente nella piazza principale dei piccoli centri e nelle zone periferiche delle grandi città che magari hanno le zone centrali già coperte. Con Infratel, società in house del Mise, stiamo già lavorando sui 138 comuni del cratere sismico del 2016 e tra qualche giorno sarà online il portale per le richieste di installazione per i comuni sotto i 2.000 abitanti che sono quasi 3.000".
Come si integrano il Piano Bul (banda ultralarga) e la diffusione del 5G?
"Sono tra loro complementari. In alcuni ambiti la condivisione dell’infrastruttura potrebbe essere determinante per la penetrazione del 5G".
Recentemente l’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo si è detto favorevole a una rete unica tra Tim e Open Fiber. Anche il governo vede bene un'unica infrastruttura. Quali sono i prossimi passi da fare per recuperare sul digital divide?
"Anzitutto completare il piano Bul e su questo fronte abbiamo impresso un’importante accelerazione con la previsione di apertura di circa 2.000 cantieri nel 2019 e l’introduzione di misure significative di semplificazione per la posa della fibra. Con il Decreto Semplificazioni il Governo su impulso del Mise ha reso più semplice il cablaggio dei condomini e l’ottenimento delle autorizzazioni da parte di enti locali e sovrintendenze facendo attenzione a garantire la tutela di interessi superiori come la protezione del patrimonio archeologico del Paese. Ora è il momento di lavorare sul fronte dell’offerta rendendo attrattiva la banda ultralarga per cittadini e imprese".
Con il caso Huawei la geopolitica ha fatto irruzione nel settore delle tlc. Il presidente Usa, Donald Trump, sulla questione è stato perentorio e pretende che i partner europei si adeguino alle direttive statunitensi sul tema. Come si muoverà il governo italiano?
"Considerazioni geopolitiche sono sempre state molto presenti in un settore di interesse strategico come le Tlc. Come chiarito dal ministro Di Maio a più riprese manteniamo una posizione di neutralità preservando la sicurezza nazionale. In questa direzione con decreto del ministro Di Maio è stato di recente istituito presso il Mise il Cvcn (Centro di valutazione e certificazione nazionale) per la verifica delle condizioni di sicurezza e dell'assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati e sistemi destinati ad essere utilizzati per il funzionamento di reti, servizi e infrastrutture critiche, nonché di ogni altro operatore per cui sussista un interesse nazionale. Si tratta di un tassello fondamentale del Piano Nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica".
Sono possibili ritardi per la diffusione del 5G in Italia da tale questione avendo Huawei e Zte una forte presenza nel nostro paese?
"Allo stato attuale non vedo questo pericolo".
L’Italia e l’Europa possono fare a meno della tecnologia cinese?
"Si può fare a meno di tutto, penso che la domanda da porsi sia: l’Europa è nelle condizioni di superare il gap di sviluppo rispetto ai vendor statunitensi e cinesi o è una partita che non vogliamo proprio giocare?"
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

In Italia e in Europa
Il nostro Paese ha assegnato le frequenze in tutte e tre le bande principali
Anche le reti 5G utilizzano antenne e frequenze. Che sono un bene finito, da assegnare agli operatori. Il ministero dello Sviluppo economico lo ha fatto con un'asta aperta il 13 settembre e chiusa il 2 ottobre 2018. In tutto, gli operatori hanno sborsato 6,5 miliardi di euro, ben oltre i 4 miliardi che la Legge di Bilancio aveva fissato come limite minimo. Le società interessate hanno messo sul piatto oltre 2 miliardi per i lotti della banda 700 Mhz, 4,3 per quella 3700 Mhz e 163,7 milioni per quella 26 Ghz.
Ogni lotto è una sorta di “strada privata” dove far viaggiare il segnale: se li sono aggiudicati Iliad, Telecom, Vodafone, Wind Tre e Fastweb. Molte di queste “strade” erano libere. Altre (quelle della banda banda da 700 Mhz) dovranno essere sgomberate entro il 2022 da chi le occupa adesso: reti televisive nazionali e locali, che dovranno traslocare e “stringersi” su altre frequenze. A parte una revisione del Piano nazionale delle frequenze, che ha richiesto dei correttivi per non penalizzare troppo le emittenti tv, l'asta – oltre a consentire un incasso notevole - ha reso l'Italia un unicum in Europa.
Secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Ue sul G5, infatti, solo il nostro Paese ha assegnato le frequenze in tutte e tre le bande principali. La Finlandia ne ha coperte due; Germania, Francia, Svezia, Lettonia, Spagna e Regno Unito una. Dal momento dell'assegnazione è scattato il cronometro: per quanto riguarda la banda da 700 Mhz, i vincitori dell'asta devono raggiungere l'80% della popolazione entro tre anni e il 99,4% entro quattro anni e mezzo. Ci sono anche altri paletti: entro tre anni e mezzo dovranno essere coperte le principali tratte ferroviarie; entro cinque e mezzo le più importanti mete turistiche. In quest'ultimo caso, però, il conto alla rovescia inizia alla creazione di un elenco di luoghi. Anche se nelle città-avamposto si potrà avere un assaggio di 5G nel 2019-2020, l'orizzonte per un copertura consistente è quello del 2021-2022.
Le sperimentazioni in Italia ed Europa
Il 14 settembre 2016, la Commissione ha lanciato il piano d'azione sul 5G per spingere la tecnologia e promuovere uno sviluppo quanto più armonico possibile tra i diversi Stati. Obiettivo: far sì che il 5G diventi realtà entro il 2020 e abbia una copertura totale entro il 2025. “Nei prossimi mesi – scrive l'Osservatorio a dicembre 2018 - gli operatori mobili europei saranno in grado di eseguire test in condizioni 'reali' e, entro la prima metà del 2019, saranno disponibili i primi smartphone 5G”.
Nel frattempo proseguono i test: ce ne sono 138 nei Paesi dell'Ue. Italia, Spagna, Regno Unito, Francia, Germania e Finlandia sono i soli Paesi dell'Ue ad ospitarne più di dieci a testa. Ma l'Italia ha il record di città dove al momento, seppure in fase sperimentale, il 5G è presente. Sono sei: Bari, l'Aquila, Matera, Milano, Prato e Torino. Le prime cinque fanno parte dei programmi battezzati dal Mise. Cui l'Osservatorio europeo aggiunge il capoluogo piemontese, dove sono impegnate in particolare Tim ed Ericsson.
Il progetto BariMatera5G è targato Tim, Fastweb e Huawei. Prevede un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni e il coinvolgimento di 52 partner. Il piano punta a a coprire con il 5G il 75% delle due città entro la fine del 2018, per arrivare a una copertura completa nel 2019. Il progetto 5GMilano prevede un investimento di 90 milioni in quattro anni. È firmato da Vodafone (con supporto di partner tecnologico come Huawei, Nokia e Qualcomm) e punta a un copertura completa dell'area metropolitana entro il 2019. Su Prato e l'Aquila i progetto è di Wind Tre e Open Fiber, con il sostegno (tra gli altri) di Enel e Zte. Investimento previsto: 30-40 milioni, una “fase di sperimentazione pre-commerciale” nel 2021.
Gli investimenti
Nel 2016 la Commissione europea stimava in 500 miliardi gli investimenti che, tra il 2016 e il 2025, avrebbero spinto la cosiddetta “gigabyte society”. Cioè una società coesa anche grazie a connessioni veloci. La somma non include solo lo sviluppo del 5G, ma dà un'idea di quanto importanti siano gli investimenti necessari. A sostenerli è, spiegava la Commissione, “in gran parte il settore privato”. Tuttavia, gli operatori europei si muovono in uno scenario molto frammentato, nel quale la concorrenze feroce impatta sui fatturati. Proprio mentre gli investimenti lievitano.
Il settore privato si trova quindi difronte a un problema: se da una parte è necessario puntare sul 5G, dall'altra non sempre ci sono le risorse per farlo. Tanto che la stessa Commissione, nel giugno 2018, ha rivisto al ribasso le proprie stime: “Visto il trend degli investimenti”, i miliardi sborsati per la gigabyte society dovrebbero essere circa 345. Allo stesso tempo, rinunciare al 5G non sembra essere un'opzione. Secondo l'Ericsson Mobility Report, entro la fine del 2024 il 5G raggiungerà oltre il 40% della popolazione globale e un quarto del traffico dati viaggerà sulle nuove reti.
A guidare la transizione sarà il Nord America (dove navigherà in 5G oltre la metà degli utenti). In Europa sarà coinvolto il 30% degli abbonati. Senza dimenticare che 5G non vuol dire solo smartphone ma è (soprattutto) una tecnologia di base per spingere Industria 4.0, smart city, intrattenimento, sicurezza, trasporti.
Il 5G e la Banda Ultra Larga
Il “Piano Strategico Banda Ultra Larga” è stato battezzato nel 2015 per soddisfare gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale Europea entro il 2020. E si è posto traguardi ancora più ambiziosi: coprire ad almeno 100 Mbps “fino all'85% della popolazione” e ad almeno 30 Mbps tutti gli altri. A oggi, la copertura complessiva è del 66,9% e – stando alle dichiarazioni degli operatori – dovrebbe arrivare all'81,4% nel 2019 e al 99,6% nel 2020. I tempi dovrebbero quindi essere sostanzialmente rispettati, anche se con performance inferiori a quell'auspicato “85% a 100 Mbps”.
Oggi la quota si ferma 14,7% e nel 2020 dovrebbe arrivare al 50,7%. Che c'entra il 5G? La banda ultra larga può arrivare in due modi: con la tecnologia Ftth (il cavo di fibra ottica portato fino alla porta di casa) o con Fwh (un “wireless fisso”, nel quale il segnale non viaggia sui cavi ma sfrutta le onde radio). Applicare il 5G all'Fwh potrebbe far decollare proprio questo “ibrido” fisso-mobile, in termini di efficacia e copertura. Perché ha costi e tempi d'impianto molto minori. Un bel vantaggio soprattutto (ma non solo) per chi ha una casa nelle cosiddette “aree bianche” (quelle – abitate da un quarto della popolazione italiana - nelle quali portare la fibra non conviene a livello commerciale).
Serve comunque posare la fibra, ma “l'ultimo miglio” è coperto senza cavi. In un'audizione alla Commissione Trasporti della Camera dello scorso dicembre, l'amministratore delegato di Fastweb Alberto Calcagno, ha affermato che il 5G sarà “l'estensione della fibra”, “cambierà il paradigma delle reti fisse ancora prima di quelle mobili”. E ha “le caratteristiche per diventare un’alternativa economica, flessibile e rapida all'Ftth”.
L'esperimento di Samsung e Fastweb con l'FWA
Samsung Electronics e Fastweb hanno annunciato nei giorni scorsi un accordo per sviluppare la prima sperimentazione 5G Fixed Wireless Access (FWA) su frequenze commerciali in Italia. Le due aziende stanno conducendo la sperimentazione per dimostrare come il 5G FWA sia in grado di rappresentare una valida alternative alle reti in FTTH per realizzare connessioni ultrabroadband in grado di garantire ai clienti esperienze di navigazione a velocità "gigabit".
La sperimentazione è già stata avviata all'inizio di febbraio connettendo numerose abitazioni ed uffici a Milano, la seconda città italiana per grandezza, e andrà avanti per cinque mesi, sulla base dell'accordo firmato dalle due aziende. Nel corso della prima settimana di sperimentazione - che si avvale dello spettro a 26GHz recentemente acquisito da Fastweb nell'ambito dell'asta per le frequenze 5G dello scorso Ottobre - sono state raggiunte velocità di navigazione pari a 1 Gbps. Le fasi successive del trail serviranno a verificare l'efficacia delle reti FWA 5G rispetto alle reti FTTH in termini di costi e velocità di realizzazione, così come a verificare potenziali complessità operative nella fornitura del servizio al cliente finale.
Samsung sta fornendo a Fastweb una soluzione 5G FWA end-to-end che include rete core, antenne 5G in grado di trasmettere su onde millimetriche per realizzare una copertura ad alta densità e garantire una connettività a banda ultralarga ai routers domestici 5G (Indoor Customer Premise Equipment), che verranno installati nelle case e uffici oggetto della sperimentazione.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Città in movimento
I progetti e la visione in alcune importi aree metropolitane
Un’auto di serie guidata da remoto, turismo virtuale in HD, soluzioni smart city per l’ottimizzazione dei servizi pubblici, robotica industriale e droni per il monitoraggio ambientale: sono questi i principali servizi del 5G in test in tutta Italia.
Torino
A Torino è stata testata la prima auto connessa e guidata da remoto su rete 5G. La Smart City Control Room di Torino permette l’accesso integrato ai vari servizi 5G per la città quali ad esempio: smart traffic, smart parking, smart lighting, smart waste, smart bench, smart green e smart environment (smart parking e smart lighting sono stati realizzati da Olivetti) e la videosorveglianza mobile evoluta. Sul fronte del turismo, i visitatori sono accompagnati in un tour immersivo delle Gallerie del Museo Pietro Micca, attraverso l’utilizzo di occhiali per la Virtual Reality, con la possibilità di interagire con una guida reale del museo ed esplorare aree attualmente non accessibili al pubblico.
Milano
Nokia e Vodafone sperimentano il 5G sulla sanità intelligente, i servizi di emergenza, la gestione del traffico e il turismo. La prima prova della tecnologia è stata effettuata in condizioni radio reali sul sito live 5G presso la stazione ferroviaria di Piazza Cadorna. Le prime installazioni del sito 5G sono state realizzate a dicembre 2017.
Livorno
Porto del Futuro: Ericsson, il Porto di Livorno e il CNIT, insieme nel progetto europeo Corealis per il porto del futuro. Il progetto è nato con l'obiettivo di digitalizzare le operazioni portuali e renderle più efficienti e sostenibili attraverso l’utilizzo della tecnologia 5G, è stato scelto come uno dei 5 living lab all'interno di Corealis, il progetto europeo dedicato alla realizzazione del porto del futuro.
Genova
L’accordo tra Fastweb ed Ericsson prevede la realizzazione di infrastrutture di rete necessarie per lo sviluppo di nuovi servizi digitali abilitati dal 5G, in sinergia con la piattaforma Wi-Fi già diffusa e attiva in città. La realizzazione del progetto avverrà in collaborazione con il Comune di Genova che metterà a disposizione i propri beni immobili e le infrastrutture civili pre-esistenti per l’installazione degli apparati e delle antenne necessarie per lo sviluppo del progetto. Il Porto Antico potrà diventare un vero e proprio hub tecnologico all’avanguardia con un ecosistema digitale che andrà dalla sicurezza degli accessi alla tutela dell’ambiente dell’area, dall’efficienza energetica alla gestione intelligente dei parcheggi, passando per realtà Aumentata e Virtuale per lo sviluppo di applicazioni per il turismo.
Sanremo
In occasione del Festival TIM e Ericsson hanno acceso alcune antenne 5G utilizzando le frequenze sulla banda 3,7 GHz con antenne intelligenti in grado di adattarsi dinamicamente alla posizione dei singoli clienti ed al traffico dati generato.
Prato
A Prato è presente Zte con Wind3 per una delle aree di sperimentazione previste dal bando del ministero per lo Sviluppo economico
Roma
Roma5G è il progetto lanciato nel settembre 2017 da Roma Capitale con Fastweb ed Ericsson per supportare servizi e applicazioni nei settori della mobilità intelligente, dell'industria 4.0, del turismo e della videosorveglianza, al fine di trasformare la città di Roma in un laboratorio di innovazione digitale.
A Roma è stato presentato alle Terme di Diocleziano il primo scenario d'uso di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata applicata al settore del turismo con la ricostruzione virtuale degli ambienti non più accessibili o esistenti delle Terme attraverso speciali visori. Grazie alla realtà virtuale il visitatore potrà “incontrare” gli antichi abitanti di Roma che lo guideranno nel corso del suo viaggio virtuale e lo aiuteranno nella comprensione dei luoghi visitati.
Il progetto Roma5G nel corso dei prossimi mesi si arricchirà anche di nuove applicazioni relative alla mobilità urbana e alla sicurezza: dai servizi di tracciamento automatico del viaggio alla diagnostica di bordo e l’analisi predittiva dei guasti dei mezzi pubblici. In ambito sicurezza invece verranno sviluppate soluzioni innovative di telesorveglianza ad altissima definizione.
L’Aquila
Zte Italia ha stretto una partnership con WindTre per la realizzazione delle rete unica “Golden Network” e l’avvio di un centro di ricerca e innovazione con l’Università de L’Aquila e un training center con l’Università di Tor Vergata). In Italia Zte ha tre sedi nei principali centri di sviluppo: Milano, Torino e Roma e altri 11 uffici distribuiti sul territorio nazionale. Conta circa 700 dipendenti, 208 aziende sub-contractor con un numero ulteriore di circa 800 occupati. 300 i consulenti tecnici al momento in servizio. In totale, sono oltre 1.500 gli italiani sotto contratto con Zte.
Bari e Matera
BariMatera5G è il progetto con cui Tim, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate congiuntamente il bando di gara del Mise per la sperimentazione della nuova tecnologia 5G nelle due città. Grazie ad un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni, Bari e Matera saranno fra le prime "città 5G" d’Europa nelle quali saranno sperimentati servizi innovativi in settori come la sanità, l'industria 4.0, il turismo, la cultura, l'automotive e la sicurezza pubblica. Il progetto coinvolge 52 partner tra cui 7 centri universitari e di ricerca, 34 grandi imprese e 11 pubbliche amministrazioni.
Istituto Italiano Tecnologia
Ericsson e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno siglato un accordo per svolgere attività di ricerca sull'utilizzo della rete mobile 5G per applicazioni di robotica. L’accordo di collaborazione scientifica, della durata di tre anni, ha dato il via alla sperimentazione di nuove soluzioni che spaziano dall’Internet of Things (IoT) all’applicazione di robot in ambito ospedaliero e biomedicale.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

I produttori
Parlano i dirigenti di Nokia, Huawei, Zte e Ericsson
Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia
A che punto è il 5G in Italia?
"Le gare che abbiamo vinto sono Bari-Matera e Milano. Su Bari e Matera abbiamo coperto, nell’area che era stata identificata nel progetto, il 75% della popolazione e stiamo sperimentando con Tim e Fastweb un modello di collaborazione con vari enti locali e aziende private. Abbiamo la tecnologia, la potenza e l’usabilità. Dall’utilizzo di tecnologie come la realtà aumentata per la manutenzione dei motori delle navi, stanno venendo fuori modelli di collaborazione tra un costruttore di reti e chi realizza le applicazioni: è questo il grande contributo che una azienda come Huawei può dare. Investiamo il 12% del fatturato in ricerca e sviluppo e abbiano capito da subito l’importanza di questa tecnologia, tanto che vi abbiamo messo a lavorare 9.000 tecnici. Questo ci ha permesso di essere da due a tre anni avanti agli altri player".
Luigi De Vecchis
"Gli americani non hanno più investito e non troviamo più una multinazionale americana che si occupa di infrastrutture e reti come fanno Nokia, Zte, Huawei e d Ericsson. Aziende statunitensi come Qualcomm lavorano, progettano, realizzano chip che poi sono utilizzati da altri. Huawei sta lavorando per sviluppare un proprio chip che monta l’intelligenza artificiale per rendere il sistema più competitivo dal punto di vista commerciale".
Quali tempi ci sono per la copertura in Italia?
"Dipende molto dai tempi della pubblica amministrazione. C’è un’agenda digitale? Bene: bisogna intervenire sui tempi di rilascio dei permessi. Ci sono diverse collaborazioni che possono essere messe in atto: attraverso i canali istituzionali come AgCom e Fondazione Bordoni, per cambiare le normative. A quel punto si può parlare di installazioni, anche se chi risponde del progetto è l’operatore".
"In Italia ci sono due strategie: quella della fibra ottica che prevede di accelerare gli scavi per arrivare dappertutto e quella del 5G. Da una parte, tra cavi, scavi e lavori, la fibra ha costi molto elevati, mentre per quanto riguarda il 5G ci sono vincoli come la potenza. In Italia si possono possiamo montare antenne con una potenza che nel resto d’Europa è 4, 5 volte superiore. La prima cosa da fare sarebbe rivedere questi limiti e a quel punto la diffusione del 5G diventa più veloce perché serve un minor numero di antenne. In buona sostanza, meno potenza si può mettere sulle antenne, più bisogna installarne e più i tempi si allungano. Ma non saranno mai lunghi come quelli di uno scavo".
Cosa rispondete a chi lancia l’allarme sui rischi per la sicurezza legati all’utilizzo di tecnologie non europee nelle reti 5G in Europa?
"È una leggenda metropolitana. Le reti di quinta generazioni sono degli standard definiti nei comitati di standardizzazione cui partecipano operatori, costruttori e governi. Lì vengono definiti i protocolli e le caratteristiche della rete e le preoccupazioni che valgono per Huawei devono valere per tutti, perché se noi dobbiamo seguire uno standard, devono seguirlo anche i concorrenti: non posso riempire quattro bicchieri da una stessa brocca e poi dire che l’acqua in uno di essi non è abbastanza buona e va cambiata. Il vero interrogativo da porsi è perché ci sia tanta concentrazione di interessi sul nostro 5G. È una presa di posizione pretestuosa, come lo è l’accusa di creare una rete 5G secondo lo standard per poi creare una rete fake su cui far operare altri apparati. È un’accusa assurda perché noi consegniamo la rete a un operatore e questi non capisce subito se su un’antenna c’è un pezzo che non deve esserci o che fa qualcosa di strano. Inoltre le chiavi di crittografia delle comunicazioni sono solo nelle mani del gestore e non nostre e quelle del 5G sono molto più complesse di quelle delle tecnologie precedenti e per questo ancora più difficili da violare.
"Abbiamo realizzato a Bruxelles un centro di cybersicurezza aperto a tutti, invitiamo tutti i clienti a entrare nelle nostre reti per verificare che quello che viene detto è una stupidaggine, abbiamo messo a disposizione i nostri apparati e i nostri software per essere analizzati, ma nessuno si è fatto avanti".
"Mettere insieme la preoccupazione per la sicurezza e il dominio economico non ha senso: Huawei dovrebbe essere proprietaria di tutti gli operatori e creatrice di tutte le applicazioni".
L’Europa e l’Italia possono fare a meno della tecnologia cinese per il 5G?
"Non voglio metter in discussione la capacità dei nostri competitor, ma tutto dipende quanto un costruttore investe e da quanto grande è la dimensione delle competenze che riesce a mettere insieme. Questo è stato il vantaggio di Huawei: investire in termini di soldi e di ingegneri per acquisire un vantaggio sugli altri che possiamo quantificare in un paio d’anni rispetto agli altri. La domanda da porsi è: chi è che sta così indietro da avere interesse a far sì che Huawei rallenti? Pensare di fare a meno della nostra tecnologia significa rallentare il processo fino quasi a fermarlo e mettere in campo investimenti enormi. La rete 5G poggia sulla rete 4G e e Huawei fornisce 200 operatori di 4G nel mondo: tutti dovrebbero smantellare gli impianti e ripartire da zero".
Massimo Mazzocchini
Massimo Mazzocchini, Amministratore Delegato di Nokia Italia
Qual è il vero uso della tecnologia 5G?
"Dal punto di vista dell'utente finale, il primo effetto del 5G sarà con ogni probabilità larga banda larga. Più larghezza di banda e capacità per gli smartphone 5G, quando saranno disponibili nel 2019, e vedremo nel 5G un’alternativa per portare la banda ultralarga nelle case in cui la fibra non è disponibile o non sostenibile economicamente".
"Ma il 5G è molto più della larghezza di banda per la linea di casa e gli smartphone. In Europa vediamo un alto interesse trasversale per il 5G. Molti capiscono in che modo il 5G può aiutarli a innovare e creare nuovi modelli di business. La domanda di test e progetti pilota con in tutti i settori è elevata e arrivano continuamente nuove richieste. Il 5G avrà un impatto significativo su molte industrie che stanno sperimentando le capacità dell'architettura di rete 5G per connettere smartphone e tablet con veicoli e sensori, il tutto dando luogo a una vasta gamma di nuove possibilità. Nokia collabora con molti operatori leader e operatori del settore in vari studi in tutto il mondo".
A che punto è il 5G in Italia?
"In Italia, c'è un piano chiaro per il 5G e alcuni impegni che sono molto promettenti, ma abbiamo anche sfide da superare per consentire un dispiegamento tempestivo di questa tecnologia".
"Ma la buona notizia è che in Europa l'Italia è tra i Paesi più avanzati in cui il governo, gli operatori e i venditori, così come le industrie e gli ecosistemi locali stanno già attivamente lavorando per rendere il 5G una realtà, come parte dei piloti 5G promossi dal Ministero dello Sviluppo Economico per distribuire 5G in 5 città in tutto il Paese, tra cui Milano, e rendere il 5G disponibile in commercio prima della fine del 2020".
"Da parte nostra, insieme a TIM, abbiamo reso San Marino il primo paese 5G in Europa, dove la nostra soluzione end-to-end gioca un ruolo chiave, consentendo la virtualizzazione dei componenti di rete e dell'accesso radio".
"Inoltre Nokia e Vodafone Italia hanno fatto la prima chiamata dati 5G NR (non stand alone) sulla rete di prova a Milano, sfruttando il portafoglio end-to-end Nokia 5G, compreso l'accesso alla radio Nokia AirScale, Nokia AirGile Cloud Core, architettura di data center Cloud RAN e Edge centralizzata utilizzando la tecnologia Multi-access Edge Computing (MEC). Questa chiamata dati ha mostrato come la tecnologia end-to-end di Nokia consenta ai clienti di evolvere e integrare le prestazioni 5G nella loro architettura di rete esistente per avviare rapidamente i servizi".
Quali sono realisticamente i tempi di penetrazione dei 5G in Italia?
"Questa è una domanda per gli operatori di rete italiani, ma Nokia è pronta a supportare e implementare reti 5G end-to-end veloci e sicure".
Quali sono i rischi per la sicurezza associati all'uso di tecnologie non europee nelle reti 5G in Europa?
"Indipendentemente da dove proviene la tecnologia, la sicurezza informatica è fondamentale per la Quarta rivoluzione industriale alimentata dalla prossima generazione di reti di telecomunicazione. Le reti 5G collegheranno persone, oggetti e macchine su una scala incomparabilmente più grande delle reti 2G / 3G / 4G, creando, per la sua portata e portata, un'infrastruttura globale interconnessa, critica per l'economia e la società di un Paese. I governi cercano giustamente di garantire che questo sistema nervoso non possa essere usato impropriamente o sabotato".
"In Nokia, sviluppiamo sicurezza e privacy nei nostri processi di sviluppo del prodotto; eseguiamo più punti di controllo della sicurezza durante il ciclo di sviluppo e questi sono obbligatori prima che i prodotti vengano rilasciati".
"Non è un caso se siamo considerati un partner affidabile in oltre 120 Paesi in tutto il mondo in tutti i continenti. È perché non scendiamo mai a compromessi sulla privacy, l'integrità e la trasparenza: siamo l'unico fornitore di reti di telecomunicazione che è stato premiato nelle società "Più etiche del mondo" dall'Ethisphere Institute nel 2018, una conferma della cultura di integrità di Nokia".
Quanto è lontana la tecnologia cinese sul 5G rispetto a quella europea e l'Italia e l'Europa possono rischiare di non utilizzare la tecnologia cinese senza rimanere indietro nell'implementazione delle reti 5G?
"Nokia collabora con i principali operatori dei cosiddetti paesi "lead" 5G, tra cui Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Cina. Questi sono i Paesi in cui ci aspettiamo di vedere prima i roll-out 5G su larga scala. Abbiamo recentemente annunciato accordi 5G con NTT DOCOMO in Giappone, KT e SK Telecom in Corea del Sud, China Mobile in Cina o T-Mobile negli Stati Uniti. Al momento abbiamo 26 incarichi per i clienti (MoU, prove, lanci) con i clienti in Europa. Siamo ben posizionati per supportare tutti i nostri clienti mentre distribuiscono 5G. Vorremmo anche notare che lo spettro 5G non è ancora disponibile in tutti i Paesi europei e che l'ampio ecosistema 5G è ancora in evoluzione. Di conseguenza, non vi è motivo di ritenere che il successo dell'Europa nel 5G debba dipendere da un singolo fornitore".
Federico Rigoni
Federico Rigoni, Amministratore delegato di Ericsson Italia
A che punto è la diffusione delle reti 5G?
"Questi giorni è praticamente impossibile leggere i giornali senza trovare una notizia sul 5G. Le reti 5G sono infrastrutture nazionali critiche e avranno un impatto considerevole sulle società e sulla competitività dei Paesi. Per noi il 5G è qualcosa di molto concreto. Ericsson è infatti già coinvolta nello sviluppo delle prime reti 5G insieme ad alcuni dei nostri clienti “pionieri”. Siamo stati i primissimi a lanciare reti commerciali negli Stati Uniti con Verizon, AT&T e T-Mobile e abbiamo già implementato reti 5G operative, basate su tecnologia commerciale, in Europa, Australia e Asia. Venendo all’Italia, già nel 2016, insieme a TIM, abbiamo lanciato il programma “5G for Italy” con l’obiettivo di creare un ecosistema aperto per la ricerca e la realizzazione di progetti innovativi abilitati dalla tecnologia 5G al fine di accelerare la digitalizzazione del Paese. Oggi siamo impegnati con progetti di sperimentazione su Torino, Roma, Genova, Livorno e recentemente abbiamo acceso il 5G anche a Sanremo. Senza dimenticare che lo scorso anno Ericsson è stata scelta da Wind Tre per virtualizzare la sua Core Network, come parte dell’evoluzione dell’operatore italiano verso il 5G".
I colossi cinesi contestano ai competitor occidentali di essere indietro e di non aver investito abbastanza in ricerca e sviluppo
"Il nostro obiettivo è fornire soluzioni e tecnologie competitive che creino valore per i nostri clienti. È l’unico modo in cui possiamo costruire un’azienda sostenibile nel lungo periodo. Negli ultimi due anni abbiamo assunto 4.000 nuovi ingegneri nella Ricerca e Sviluppo per lo sviluppo del 5G".
"La competizione è la madre dell'innovazione. Così avviene anche nel nostro settore, dove vediamo che la concorrenza tra vendor ha avuto un impatto positivo nello sviluppo delle future tecnologie di rete".
"Siamo orgogliosi della nostra posizione sul mercato e del nostro portfolio. Ad oggi abbiamo annunciato pubblicamente accordi 5G con 10 operatori clienti, più di qualsiasi altro vendor, e 42 protocolli d'intesa. L’hardware dell’Ericsson Radio System è stato progettato come 5G-ready già dal 2015 e oggi può essere utilizzato anche per la tecnologia 5G NR, basta una semplice installazione software da remoto. Ciò significa che abbiamo già consegnato oltre 3 milioni di siti radio pronti per il 5G ai nostri clienti in tutto il mondo. Inoltre, nel corso del 2018 siamo stati i principali contributori dell’organismo di standardizzazione 3GPP, a dimostrazione della nostra posizione di leader".
"In Italia la Ricerca e Sviluppo di Ericsson ha un ruolo di primissimo piano, con circa 700 ricercatori impegnati nei 3 centri di Ricerca e Sviluppo di Genova, Pisa e Pagani. Dal 2015 la Scuola Sant’Anna di Pisa collabora con il centro di ricerca Ericsson di Pisa per introdurre la fotonica integrata e soluzioni ottiche nella ricerca e nello sviluppo del 5G. Mentre recentemente su Genova abbiamo siglato un accordo con l’Istituto Italiano di Tecnologia per svolgere attività di ricerca sull’utilizzo della rete mobile 5G per applicazioni di robotica in ambito ospedaliero e biomedicale, sino alla cybersecurity".
Come commentate le notizie secondo cui l'Europa rischia di restare indietro sul fronte del 5G?
"In Europa il problema non sta nella mancanza tecnologia: Ericsson sta già distribuendo il 5G in Europa e nel resto del mondo, risultando il vendor che ha siglato e annunciato più accordi commerciali 5G di tutti gli altri. Il rischio di ritardi in Europa è legato alla mancanza di regole chiare e univoche, al ritardo nelle aste per assegnare le frequenze 5G (non in Italia dove sono state già assegnate da mesi) e in certi casi al costo eccessivo dello spettro. I nostri clienti hanno fatto grandi investimenti e continueranno a farli per avere reti dalle prestazioni elevate".
L’Europa può fare a meno della tecnologia cinese nel 5G?
"In tutti questi anni abbiamo accumulato una vasta esperienza che ci ha consentito di diventare leader del settore e di supportare i clienti nuovi ed esistenti nella trasformazione delle loro reti, compresi ampi progetti di subentro ad altri vendor tecnologici. Ericsson è presente su tutte le tecnologie mobili: 2G, 3G, 4G e 5G. Abbiamo le risorse e una supply chain in grado di soddisfare il rapido aumento della domanda del mercato, tenuto conto che il 5G verrà introdotto a livello globale. La nostra strategia è quella di lavorare con i pionieri nei mercati leader, guidando l'introduzione del 5G nel momento in cui lo spettro sarà disponibile".
Le preoccupazioni dei governi occidentali sull’uso di tecnologia orientale nelle reti 5G è fondata?
"I cambiamenti di paradigma nella tecnologia sono potenti, generano eccitazione, ma a volte anche disagio. È importante dare una spiegazione chiara della tecnologia 5G al mondo che ci circonda. Dobbiamo assicurarci che altri settori, governi, istituzioni e consumatori si fidino della sicurezza e dell'integrità delle nostre reti. E dobbiamo fare tutto questo confrontandoci con uno scenario geopolitico complicato e mutevole".
"Gran parte della discussione sul 5G a livello globale è focalizzata sulla sicurezza. Quando si parla di 5G, la sicurezza non è una componente aggiuntiva, ma viene integrata sin dall'inizio come parte del processo di standardizzazione. Ecco perché il 5G è la generazione di reti più sicura di sempre".
"Tuttavia, lo standard 5G non è la risposta completa per avere una rete 5G sicura. Considerato che il 5G sarà un'infrastruttura critica, ciò che determinerà realmente la sicurezza di una rete sarà la tecnologia di sicurezza e le procedure operative che verranno messe in cima alle funzionalità standardizzate".
Zhong Hong
Zhong Hong, chief security officer di ZTE
ZTE è fornitore globale di apparecchiature per le telecomunicazioni. Cosa fate per la sicurezza informatica?
"Riteniamo che il tasso di sicurezza da fornire ai clienti debba sempre essere anteposto agli interessi commerciali. La maggiore preoccupazione per i clienti è avere sempre sufficienti misure di controllo di sicurezza per garantire l'operatività costante delle loro attrezzature e servizi. La continua gestione della sicurezza informatica di ZTE negli ultimi anni ha fornito ai clienti un meccanismo che consente a prodotti e servizi di resistere a qualsiasi attacco informatico".
Con chi condividete le informazioni relative alla sicurezza?
"ZTE è disposta a comunicare e cooperare con operatori, autorità di regolamentazione, partner commerciali e altre parti interessate in modo aperto e trasparente, rispettare le leggi e i regolamenti pertinenti, rispettare i diritti e gli interessi legittimi dei clienti e degli utenti finali e migliorare continuamente la gestione e gli aspetti tecnici e pratici per fornire ai clienti prodotti sicuri e affidabili al fine di creare un buon ambiente di sicurezza del cyberspazio".
Alcuni governi hanno sollevato preoccupazioni in merito alla sicurezza informatica. In che modo ZTE può proteggere la sicurezza e la riservatezza delle informazioni per i clienti di tutto il mondo?
"A questa domanda bisogna rispondere da due punti di vista. Uno concerne ZTE e cosa dovrebbe fare per garantire la sicurezza informatica e come farlo. L’altra riguarda il punto di vista del cliente, e come, attraverso le diverse iniziative , si ottenga il riconoscimento e la fiducia dei clienti".
"Prima di tutto, pensiamo che la sicurezza sia la proprietà intrinseca del prodotto, quindi mettiamo la sicurezza al primo posto. In secondo luogo, se da un lato vanno comprese appieno le esigenze di sicurezza dei nostri clienti dall'altra dobbiamo costantemente comunicare ai nostri clienti che i prodotti ZTE sono sicuri. La nostra azienda sta conducendo un programma di assicurazione della sicurezza informatica a lungo termine e continuo, denominato "ZTE Cybersecurity Governance". La sua visione è "security in blood, fiducia attraverso la trasparenza". L'obiettivo finale è fornire ai clienti la massima sicurezza".
"La gestione degli account applica i principi della necessità della conoscenza e degli accessi minimali: tutte le operazioni che comportano l'accesso alle reti e ai dati dei clienti devono essere preventivamente autorizzate dai clienti".
"A livello organizzativo, ZTE ha adottato una struttura di sicurezza della difesa a tre linee ben riconosciuta e nota nel settore. Basata sul principio della separazione dei compiti e delle responsabilità, ZTE supervisiona la sicurezza del prodotto da più punti di vista: la prima linea di difesa ottiene l'autogestione e il controllo della sicurezza informatica, la seconda linea di difesa implementa la verifica e la supervisione indipendente della sicurezza; e la terza linea di difesa verifica l'efficacia della prima e della seconda linea di difesa".
"A livello tattico, il programma di assicurazione sulla sicurezza informatica si attiene con una “politica” in sei punti: standardizzazione, rigorosa implementazione, tracciabilità, forte supervisione, trasparenza e affidabilità".
"Nel primo trimestre del 2019, ci aspettiamo di rilasciare una nuova versione del "Libro bianco sulla cybersicurezza" per consentire alle parti interessate di abbracciare gli atteggiamenti e le iniziative di ZTE in materia di sicurezza della cybersicurezza. Nel frattempo, la società ha iniziato a costruire laboratori di sicurezza all'estero, che consentono ai clienti di vedere i nostri prodotti che avevano osservato solo online; inoltre, stiamo fondando partnership strategiche con terze parti per acquisire tecnologie e servizi leader del settore per la preparazione dei laboratori di sicurezza, la valutazione indipendente e gli audit di sicurezza".
Anche in Italia?
"Anche in Italia. Il laboratorio del centro sarà situato in Cina e saranno installati più punti di accesso remoto in patria e all'estero: nel 2019 saranno realizzati due laboratori di sicurezza in Belgio e in Italia. In futuro ZTE prenderà in considerazione la creazione di nuovi laboratori in base alle esigenze dei clienti e allo sviluppo del business".
La credibilità dei produttori cinesi di apparecchiature per le telecomunicazioni è stata messa in discussione da governi e imprese multinazionali. Alcuni pensano che i fornitori di telecomunicazioni cinesi forniscano cooperazione al lavoro di intelligence governativa.
"ZTE non ha mai ricevuto richieste da agenzie competenti per creare backdoor nei nostri prodotti; il codice sorgente dei nostri prodotti può essere aperto a controlli di sicurezza da parte di clienti e organizzazioni professionali attraverso i nostri laboratori di sicurezza".
Lo scorso dicembre Vodafone ha acceso a Milano la prima rete 5G d’Italia e sta avviando progetti 5G nell’ambito della sperimentazione nel capoluogo lombardo e nell’area metropolitana. Ad un anno esatto dall’avvio della sperimentazione, Vodafone ha coperto l’80% della popolazione di Milano con rete 5G e 120 siti 5G già attivi.
“Milano da oggi è la prima città in Italia con una rete 5G e diventa a pieno titolo la capitale europea del 5G - ha dichiarato, Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia lo scorso dicembre nel corso di una conferenza stampa -. La sperimentazione di Milano, che ha catalizzato gli investimenti di importanti realtà nazionali e internazionali, ha confermato l’effetto dirompente del 5G che ridisegnerà tutte le filiere industriali, aprirà nuove opportunità di internazionalizzazione per le imprese italiane, e inciderà sul benessere delle comunità.
Il 5G sarà la base essenziale per creare vera innovazione sociale nelle città: siamo partiti da Milano, da gennaio inizieremo la copertura delle principali città italiane, entro il 2019 completeremo le prime 5 città: Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli”.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

I gestori
I piani infrastrutturali di Vodafone, Tim, Wind Tre e Fasweb
VODAFONE
Lo scorso dicembre Vodafone ha acceso a Milano la prima rete 5G d’Italia e sta avviando progetti 5G nell’ambito della sperimentazione nel capoluogo lombardo e nell’area metropolitana. Ad un anno esatto dall’avvio della sperimentazione, Vodafone ha coperto l’80% della popolazione di Milano con rete 5G e 120 siti 5G già attivi.
“Milano da oggi è la prima città in Italia con una rete 5G e diventa a pieno titolo la capitale europea del 5G - ha dichiarato, Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia lo scorso dicembre nel corso di una conferenza stampa -. La sperimentazione di Milano, che ha catalizzato gli investimenti di importanti realtà nazionali e internazionali, ha confermato l’effetto dirompente del 5G che ridisegnerà tutte le filiere industriali, aprirà nuove opportunità di internazionalizzazione per le imprese italiane, e inciderà sul benessere delle comunità. Il 5G sarà la base essenziale per creare vera innovazione sociale nelle città: siamo partiti da Milano, da gennaio inizieremo la copertura delle principali città italiane, entro il 2019 completeremo le prime 5 città: Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli”.
L’asta per le frequenze 5G
Vodafone è in prima linea nello sviluppo del 5G, grazie all’acquisizione dei blocchi di frequenze 5G più pregiati nell’ambito dell’asta indetta dal Mise per l’assegnazione dei diritti d’uso per un investimento complessivo di 2,4 miliardi di euro. Le frequenze acquisite consentiranno a Vodafone di consolidare la leadership nella qualità della rete, essere all’avanguardia nella realizzazione della infrastruttura e dei nuovi servizi 5G, ed accelerare lo sviluppo della strategia digitale.
Vodafone, con un investimento complessivo di più di 90 milioni di euro, è capofila della sperimentazione a Milano promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e sta lavorando con 38 partner industriali e istituzionali per realizzare 41 progetti nei seguenti ambiti: sanità e benessere, sicurezza e sorveglianza, smart energy e smart city, mobilità e trasporti, manifattura e industria 4.0, education e entertainment, digital divide.
Il gruppo di tlc, che ha già avviato oltre 30 progetti 5G, ha offerto ai cittadini la possibilità di vedere dal vivo alcuni dei progetti che cambieranno il modo di vivere la città: Cittadino 4.0, Ambulanza connessa, Wearable in ambito sportivo, Sicurezza urbana e dei passeggeri nelle stazioni,
Telecamere mobili per la video-sorveglianza, Droni per riprese aeree di sicurezza, Logistica dell’ultimo miglio, Servizi giornalistici di nuova generazione, Turista 4.0.
Tra i progetti 5G avviati da Vodafone e già presentati figurano inoltre: Robotica riabilitativa, Internet of Things per la telemedicina, Robotica collaborativa per l’Industria 4.0, Esperienza di acquisto tramite realtà aumentata, Lezioni 4.0 e Apprendimento immersivo.
I partner della sperimentazione
Il Politecnico di Milano è partner strategico della sperimentazione, impegnato insieme a Vodafone nello sviluppo di circa metà dei servizi 5G. Collaborano al progetto altri due centri di ricerca e università italiane (IIT e CNIT), importanti partner tecnologici (Huawei, Nokia, Qualcomm, Altran, IBM, Exprivia|Italtel, Prisma Telecom Testing, SIAE Microelettronica), leader di settore in vari ambiti industriali (ABB, FCA, Magneti Marelli, Pirelli, Vodafone Automotive, ENI Fuel, FS Italiane, Poste Italiane, Sky Italia, Esselunga), due primari ospedali italiani (Humanitas e IRCSS Ospedale San Raffaele), alcune eccellenti startup e piccole imprese innovative (L.I.F.E., e-Novia, Movendo Technology, Intellitronika, TIE). Molto importante anche il supporto di alcune istituzioni locali, aziende municipalizzate e altre imprese: Regione Lombardia, Polizia Locale di Milano, AMAT, ATM, ACI Vallelunga, Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, Touring Club Italiano, CREA, AWS e Siemens. È stata inoltre realizzata una cabina di regia della sperimentazione che coinvolge il Comune di Milano e la Città Metropolitana di Milano.
Il bando per startup “Action for 5G”
Il contributo allo sviluppo dell’ecosistema 5G viene realizzato anche attraverso il bando “Action for 5G”, con un investimento di 10 milioni di euro, dedicato a startup, PMI e imprese sociali che vogliono contribuire con le loro idee innovative allo sviluppo del 5G in Italia con progetti di robotica, sensoristica, dispositivi connessi di Realtà Aumentata e Realtà Virtuale. La raccolta delle candidature per il secondo di quattro bandi annuali, promossi da Vodafone in collaborazione con l’incubatore del Politecnico di Milano PoliHub, sono state aperte fino al 31 gennaio 2019 attraverso il sito Actionfor5G.it.
Le due startup vincitrici del primo bando “Action for 5G” sono: Math&Sport e weAR. La prima ha presentato un progetto che ha l’obiettivo di rendere più interattiva l’esperienza del tifoso allo stadio, sfruttando la Realtà Aumentata per avere informazioni di gioco in tempo reale. La seconda, sempre attraverso la Realtà Aumentata, sviluppa soluzioni di manutenzione che abilitano manuali interattivi e collaborazione a distanza in tempo reale fra addetto in loco e esperto da remoto. Entrambe le startup stanno ora sviluppando con Vodafone il prototipo in 5G del loro progetto.
Vodafone 5G Hackaton
Vodafone ha recentemente realizzato una maratona di due giorni con 40 studenti della laurea magistrale di Ingegneria Biomedica e Informatica del Politecnico di Milano, con l’obiettivo di creare nuovi algoritmi applicabili ai dispositivi indossabili L.I.F.E. connessi in 5G, e sviluppare nuovi casi d’uso su quattro sport selezionati: corsa, ciclismo, tennis e calcio.
Vodafone 5G Open Lab
Vodafone ha recentemente inaugurato a Milano una struttura aperta alle startup e ai partner della sperimentazione 5G. Il Vodafone Open Lab è uno spazio di co-creazione dove è possibile connettere in 5G soluzioni, apparati, device e servizi per verificarne le potenzialità.
Alcuni dei progetti in corso
Smart Energy e Smart City
Cittadino 4.0 - progetto realizzato da Vodafone insieme al Politecnico di Milano e con la collaborazione di Altran.
Si tratta di una soluzione che, tramite applicazione per smartphone, consente di far conoscere ai cittadini i lavori pubblici di riqualificazione delle città in modo innovativo e coinvolgente. Grazie al 5G, infatti, questa soluzione permette, ai cittadini che si trovano nelle adiacenze di aree interessate da lavori di riqualificazione, di visualizzare in realtà aumentata come queste aree verranno trasformate e di navigarci attraverso, dando anche la possibilità di lasciare il proprio parere alle amministrazioni sullo stato atteso a fine lavori. L’area dimostrativa selezionata per il progetto è il Campus Universitario di Architettura del Politecnico di Milano sito in via Bonardi, che da giugno 2018 è oggetto di un progetto di riassetto e riqualificazione urbanistica.
Sanità e Benessere
Ambulanza connessa - progetto realizzato da Vodafone con l’IRCSS Ospedale San Raffaele, Regione Lombardia – Azienda Regionale Emergenza Urgenza, Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, in collaborazione con Altran.
Un progetto che consente alle ambulanze di essere sempre in collegamento con il centro di gestione delle emergenze e con i medici dell’ospedale che potranno così, dalla sede di preso in carico e durante il trasporto, monitorare lo stato del paziente e garantire l’accesso ai trattamenti nel minor tempo possibile. Il 5G, infatti, permette di effettuare video-chiamate in alta risoluzione per una migliore comprensione dell’emergenza, identificare i volti dei pazienti per recuperarne la storia clinica, eseguire procedure non standard con l’aiuto della realtà aumentata, condividere parametri vitali e esami diagnostici per immagini in tempo reale.
Wearable in ambito sportivo - progetto realizzato da Vodafone, insieme a L.I.F.E. e Politecnico di Milano.
Si tratta di una soluzione basata su smart wearable con sensori che, connessi alla rete 5G di Vodafone, rilevano in tempo reale i parametri fisiologici e i movimenti di un atleta per guidarlo durante l’allenamento, dandogli feedback immediato sulle sue performance. Tutto questo è possibile grazie al 5G che consente di supportare la trasmissione continua e affidabile di numerosi dati fisiologici e biomeccanici provenienti da un elevato numero di sensori connessi e, grazie alla bassa latenza, di fornire feedback aptici e vocali direttamente all’atleta, aiutandolo in questo modo a migliorarsi mentre si sta allenando.
Sicurezza e Sorveglianza
Sicurezza urbana e dei passeggeri nelle stazioni - progetto realizzato da Vodafone, IBM e FS Italiane.
Un’innovativa soluzione di video-sorveglianza che sfrutta un sistema di video camere ad altissima risoluzione per garantire la sicurezza nelle stazioni ferroviarie. Grazie al 5G il sistema di video analisi intelligente consente di visualizzare in tempo reale una serie di situazioni anomale o di pericolo, permettendo così di intervenire e reagire in maniera tempestiva.
Telecamere mobili per la video-sorveglianza - progetto realizzato da Vodafone e Intellitronika, col supporto della Polizia Municipale di Milano.
Un sistema di pubblica sicurezza che attraverso videocamere veicolari mobili connesse tramite rete 5G consente alla Polizia di intervenire in modo mirato e in tempo reale. Grazie a questa tecnologia, le forze dell’ordine potranno implementare rapidamente nuovi punti di ripresa temporanei durante eventi o situazioni di emergenza in aree critiche, dove la copertura delle videocamere di sicurezza urbana fosse insufficiente o inesistente, senza rinunciare alla qualità dei video trasmessi.
Droni per riprese aeree di sicurezza - progetto realizzato da Vodafone con Intellitronika, Politecnico di Milano, Huawei, col supporto della Polizia Municipale di Milano e la collaborazione di Italdron.
Un sistema di video-sorveglianza aerea che sfrutta i droni per finalità di pubblica sicurezza. Grazie al 5G, la piattaforma in rete raccoglie i flussi video in 4K inviati dal drone e li trasmette in tempo reale e in altissima definizione ai sistemi di video-sorveglianza della Centrale di Polizia.
Manifattura e Industria 4.0
Logistica dell’ultimo miglio - progetto realizzato da Vodafone con Politecnico di Milano, e-Novia, Poste Italiane e Esselunga.
Consegne dell’ultimo miglio in città realizzate tramite Yape, il veicolo elettrico ultraleggero a guida autonoma di e-Novia. La bassa latenza e la trasmissione ad altissima risoluzione di flussi video garantiti dal 5G permettono a Yape di districarsi negli spazi stretti e irregolari delle città reagendo in tempo reale a ostacoli sul percorso, diventando sempre più autonomo e riducendo l’impatto di inquinamento e traffico.
Education e Entertainment
Servizi giornalistici di nuova generazione - progetto realizzato da Vodafone, Sky Italia e Altran, in collaborazione con D1 Group.
La soluzione permette ad una telecamera 4K, collegata ad un encoder locale, di inviare tramite la rete 5G un flusso audiovideo in altissima risoluzione alla sala di regia di Sky, pronto per la messa in onda in diretta oppure per attività di post-produzione. Tutto questo per garantire contenuti audiovisivi live ad altissima qualità e realizzati dagli operatori di Sky TG24 in totale mobilità.
Turista 4.0 - progetto realizzato da Vodafone con il Politecnico di Milano e CNIT, con il supporto di Touring Club Italiano e la collaborazione di Altran e Altair4.
Si tratta di una soluzione di realtà virtuale che rivoluziona e arricchisce il modo di fruire le esperienze turistiche, come le visite a un museo o a un sito archeologico. Grazie al 5G, attraverso un visore connesso e un’applicazione sull’edge cloud della rete Vodafone, i visitatori potranno vivere a pieno e in totale mobilità tutte le emozioni dei luoghi dell’arte.
Robotica riabilitativa - progetto realizzato da Vodafone con Movendo Technology.
Soluzione di robotica riabilitativa interattiva che consente a un medico di seguire da remoto una sessione di riabilitazione attraverso una video-chiamata in 4K. Grazie al 5G, il medico potrà controllare da remoto sia l’impostazione degli esercizi, sia l’esecuzione di ogni singolo movimento del paziente, visualizzando i dati di bio-feedback generati dal dispositivo in tempo reale.
Internet of Things per la telemedicina - progetto realizzato da Vodafone con Humanitas, L.I.F.E. e Exprivia|Italtel.
Soluzione che consente di monitorare lo stato di pazienti con problemi cardiaci non ricoverati e di personalizzarne la cura, intervenendo in caso di anomalie. Grazie al 5G, i dati del paziente, raccolti attraverso indumenti dotati di sensori continuamente attivi, vengono inviati ad una piattaforma che sfrutta un sistema di intelligenza artificiale per monitorare lo stato di salute del paziente in tempo reale durante le sue attività quotidiane.
Robotica collaborativa per l’Industria 4.0 - progetto realizzato da Vodafone con ABB, e-Novia e il Politecnico di Milano.
Soluzione innovativa di robotica collaborativa dove YuMi, il primo robot collaborativo al mondo a due bracci di ABB, lavora fianco a fianco con un operatore assemblando valvole con un approccio davvero collaborativo, supportato dalla connettività 5G e dall’edge computing sulla rete Vodafone.
Grazie al 5G è possibile collegare e integrare in un’unica soluzione gli elementi di una stazione robotica collaborativa, consentendo di utilizzarla in modo flessibile e riprogrammabile in tempo reale, senza necessità di investimenti infrastrutturali sull’impianto.
Esperienza di acquisto tramite realtà aumentata - progetto realizzato da Vodafone e Esselunga.
Soluzione di realtà aumentata in ambito Retail, con la finalità di arricchire l’esperienza d'acquisto del consumatore all’interno del punto vendita. Grazie al 5G, il cliente sarà in grado di identificare istantaneamente in realtà aumentata sul proprio smartphone informazioni di vario tipo sui prodotti (es. informazioni nutrizionali, promozioni attive, preferenze personali) per effettuare la scelta di acquisto di fronte allo scaffale.
Lezioni 4.0 Apprendimento immersivo - progetto realizzato da Vodafone con il Politecnico di Milano e Huawei.
Una piattaforma di Mixed Reality, che combina Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, per migliorare l’apprendimento degli studenti e renderlo immersivo. Grazie al 5G, infatti, gli studenti potranno accedere, attraverso dispositivi indossabili (visori e smart glass), a contenuti multimediali in 4K e modelli 3D per seguire insieme e contemporaneamente una lezione o per lavorare in gruppo, anche a distanza.
WIND TRE
Wind Tre ha presentato con Open Fiber un progetto di città 5G in cui siano forniti servizi innovativi, con forte impatto in termini di utilità sociale ed economica. Il 22 settembre 2017 Wind Tre e Open Fiber hanno ricevuto dal Ministero dello sviluppo Economico l’autorizzazione provvisoria per la realizzazione di una sperimentazione pre-commerciale 5G nella porzione di spettro 3.6-3.8 GHz nell’area 2 – Prato e L’Aquila, attraverso l’utilizzo dei diritti d’uso delle frequenze da 3.7 GHz a 3.8 GHz. I diritti d’uso sono utilizzabili esclusivamente con soluzioni tecnologiche 5G dalla data di assegnazione sino al 30 giugno 2020.
Come ha ricordato recentemente l’amministratore delegato Jeffrey Hedberg, Wind Tre “avvierà il 5G entro il 2019 con un importante roll out della nuova rete 5G, che si innesterà sull’attuale processo di consolidamento e di modernizzazione della nostra infrastruttura, che sta migliorando nettamente la customer experience dei nostri clienti consumer e business. Dopo la gara 5G e l’accelerazione sui piani di investimento, le Telco stanno facendo la loro parte. E’ necessario che tutti gli attori politico-istituzionali e i regolatori diano il loro contributo per favorire la creazione di un nuovo ecosistema”.
OBIETTIVI DEL PROGETTO DI SPERIMENTAZIONE
Nell’ambito di tale sperimentazione, le due aziende hanno unito le proprie competenze, le proprie infrastrutture e la propria capacità di investimento. Grazie alla complementarietà ed eterogeneità dei partner coinvolti, l’iniziativa, pur essendo indirizzata a due ambiti territoriali ben definiti e circoscritti, quali le città di Prato e dell’Aquila, presenta caratteristiche di replicabilità ed utilizzabilità sia di carattere nazionale, che europeo e più in generale internazionale.
Il trial vede Wind Tre e Open Fiber mettere in campo soluzioni tecnologiche, sperimentando rispettivamente due diversi modelli di rete: Wind Tre il modello di operatore verticalmente integrato nella città dell’Aquila e Open Fiber il modello di neutral host nella città di Prato.
Sia Wind Tre che Open Fiber stanno realizzando due importanti progetti di infrastrutturazione BUL (Banda UltraLarga) del territorio nazionale:
Wind Tre è impegnata nel progetto di integrazione e di modernizzazione della rete radiomobile che, a regime, porterà alla realizzazione di un vasto e capillare network con oltre 21mila siti radio sparsi su tutto il territorio italiano operanti con tecnologie 2G, 3G, 4G, 4.5G.
Open Fiber è impegnata nella realizzazione di una rete in fibra ottica ‘future proof’ basata su un’architettura moderna, aperta, efficiente, tecnologicamente neutra, nativa NGA.
Entrambi i progetti sono sinergici a quello di sviluppo di reti 5G, che prevedono la densificazione dei siti radio al fine di abilitare servizi ad altissima capacità, in grado di gestire un numero elevatissimo di device.
Wind Tre e Open Fiber propongono un modello di “Città 5G” che favorisce la creazione di un ampio ecosistema, aperto a Università, centri di ricerca, industria, PMI, pubbliche amministrazioni e cittadini e di tecnologie e servizi innovativi che abilitano lo sviluppo di nuovi modelli di business, anche grazie alla cooperazione di operatori di servizi fissi e mobili. La piattaforma tecnologica “città 5G” è aperta al coinvolgimento di ulteriori realtà locali per la sperimentazione di differenti e ulteriori modelli di servizi.
La “Città 5G” rappresenta un volano per la crescita e lo sviluppo del Paese e per il miglioramento dei servizi rivolti ai cittadini. In particolare, fanno parte del partenariato guidato da Wind Tre e Open Fiber operatori di telecomunicazioni, fornitori di apparati di rete, abilitatori dei settori verticali, fornitori di droni, sensori, soluzioni IoT, operatori MVNO e Università, per un totale di 21 partecipanti.
Il modello di operatore verticalmente integrato, che è proposto da Wind Tre per fornire un servizio end-to-end all’utente finale, ha un ruolo chiave nello sviluppo delle reti 5G, specialmente nei casi d’uso in cui risulta determinante la copertura radio e la mobilità. Nel contesto della sperimentazione è importante verificare la coesistenza della tecnologia 5G con la rete 4G esistente, la portabilità dei servizi attualmente fruibili in rete LTE e le migliorie che possono essere apportate. Nel modello neutral host proposto da Open Fiber, è l’Operatore che sviluppa e gestisce l’infrastruttura offrendo “slices” di capacità di rete ai diversi service provider 5G, che possono essere Operatori di TLC retail, OTT, Industrie, la stessa Pubblica Amministrazione locale, con l’obiettivo di offrire servizi all’utente finale.
Nelle città di Prato e L’Aquila sono stati selezionati, all’interno delle aree messe a disposizione dal MiSE per la sperimentazione 5G, i siti maggiormente idonei a offrire i servizi di nuova generazione sia nei centri storici, dove si trova la maggior parte delle sedi della Pubblica Amministrazione, sia in alcune zone periferiche di particolare importanza per la presenza di complessi industriali o di Università. Nella scelta si è data particolare rilevanza anche alla possibilità di interconnettere i differenti siti attraverso la fibra ottica, per massimizzare le performance di rete.
Di seguito una panoramica degli "use case" in corso di sperimentazione a Prato e L'Aquila
Smart monitoring
Un caso di applicazione particolare è rappresentato dal monitoraggio strutturale, con la rilevazione costante dello ‘stato di salute’ di edifici e infrastrutture, che Wind Tre sta sperimentando a L’Aquila dove assume una valenza ed un significato particolare in considerazione delle caratteristiche territoriali. Il monitoraggio, realizzato attraverso sensori, avrà il duplice vantaggio di tutelare la collettività e di avere maggiore consapevolezza sulla condizione delle strutture in caso di eventi sismici. La soluzione, in via di realizzazione su alcuni edifici dal notevole valore storico, è basata sull’utilizzo di dispositivi, progettati e sviluppati dall’Università degli Studi dell’Aquila, dotati di molteplici sensori, come accelerometri, inclinometri ed estensimetri. Le caratteristiche della rete 5G consentono di veicolare tempestivamente, ad un sistema centrale di raccolta ed elaborazione, la notevole mole di dati strutturali rilevati, innescando azioni immediate ed automatiche volte alla salvaguardia dei cittadini in caso di emergenza (es. sblocco vie di fuga, blocco dell’erogazione gas etc.).
Lo smart monitoring è applicato anche in Agricoltura 2.0, ovvero applicazione di soluzioni innovative nel settore agro-alimentare per la tracciabilità della filiera produttiva e la valorizzazione del prodotto Made in Italy.
E-health
Miglioramento del sistema di assistenza alla salute del cittadino (servizi di e-health, come la televisita, il teleconsulto e il monitoraggio remoto di pazienti).
Industry 4.0
Evoluzione dell’industria manifatturiera (Industry 4.0: soluzioni a supporto della trasformazione digitale e della tutela dei luoghi di lavoro verso un’organizzazione della produzione caratterizzata dalla digitalizzazione dei processi produttivi).
Smart grid
Ottimizzazione delle reti di distribuzione elettrica (smart grid: evoluzione della rete elettrica verso un’infrastruttura intelligente, migliorando la qualità tecnica del servizio di distribuzione e diminuendo il numero e la durata delle interruzioni di servizio per i clienti).
Smart security
Maggiore sicurezza cittadina (smart security: rilevazioni real time dello stato “di salute” del manto stradale con veicoli elettrici a basso impatto ambientale, controllo costante del territorio contro l’abbandono dei rifiuti, controllo della criminalità, ecc.).
Virtual & Augmented Reality
Valorizzazione dei beni culturali (uso di tecnologie di Realtà Virtuale e Aumentata per offrire un’esperienza nuova e arricchita, con una visita immersiva e a 360 gradi).
Connected Car
Sistemi di gestione efficace delle flotte (connected car: utilizzo di veicoli connessi che scambiano costantemente informazioni con altri mezzi attraverso centri di controllo per migliorare la sicurezza, la riduzione del traffico e la pianificazione di percorsi preferenziali, ecc).
FASTWEB
Accordo con Cellnex
Lo scorso dicembre Fastweb ha raggiunto un accordo di collaborazione con Cellnex, principale operatore europeo di servizi e infrastrutture di telecomunicazioni wireless, con l’obiettivo di dare impulso alla realizzazione di una rete mobile di nuova generazione. L’accordo prevede che Cellnex metta a disposizione di Fastweb il suo portafoglio di torri nelle aree in cui Fastweb ha avviato le sperimentazioni del servizio 5G. L’accesso alle infrastrutture gestite da Cellnex consentirà a Fastweb di accelerare lo sviluppo delle reti 5G in alcune aree delle città in cui la società sta attualmente sperimentando la nuova tecnologia, tra cui Roma, Genova, Bari e Matera, tramite coperture dedicate all’implementazione dei casi d’uso 5G nell’ambito della mobilità, della sicurezza e della cultura.
Bari Matera 5G
BariMatera5G è il progetto con cui Tim, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate congiuntamente il bando di gara del Mise per la sperimentazione della nuova tecnologia 5G nelle due città. Grazie ad un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni, Bari e Matera saranno fra le prime "città 5G" d’Europa nelle quali saranno sperimentati servizi innovativi in settori come la sanità, l'industria 4.0, il turismo, la cultura, l'automotive e la sicurezza pubblica. Il progetto coinvolge 52 partner di eccellenza, tra cui 7 centri universitari e di ricerca, 34 grandi imprese e 11 pubbliche amministrazioni. La rete 5G realizzata a Bari e Matera consentirà una capacità trasmissiva 10 volte superiore a quella del 4G e la sperimentazione metterà in campo oltre 70 use cases, determinando una radicale trasformazione dei territori coinvolti.
Lo scorso settembre è stata accesa alla Fiera del Levante la prima antenna 5G in modalità standard del progetto realizzato da TIM, Fastweb e Huawei, sancendo in questo modo l’avvio della seconda fase nell’ambito della sperimentazione promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico. Per il territorio di Bari si tratta della prima antenna di questo tipo che darà così un forte impulso al processo di consolidamento della nuova tecnologia e di tutti gli scenari di utilizzo ad essa collegati.
In ambito Smart City, è stato presentato Smart Lighting, un sistema di illuminazione innovativo e sostenibile per il modello di “città intelligente”, sviluppato insieme ad Olivetti, che permette di minimizzare i costi dei consumi e della manutenzione degli apparati, riducendo sensibilmente l’impatto ambientale, grazie ad una piattaforma hardware e software dinamica e efficiente. In ambito Public Safety invece è stata presentata la soluzione realizzata con Leonardo e Bosch per la sicurezza e il monitoraggio degli accessi nell’area portuale di Bari che si basa sull’integrazione di telecamere intelligenti con una piattaforma centralizzata di comando e controllo.
Attraverso algoritmi innovativi basati su Intelligenza Artificiale per il riconoscimento facciale e di situazioni anomale, la soluzione è in grado di attivare automaticamente, in caso di necessità, tutte le procedure necessarie che consentono di incrementare la sicurezza dell’area portuale, aumentandone ulteriormente l’attrattività turistica e commerciale. Sempre in ambito Public Safety è stata illustrata anche la funzionalità di 5G e Wearable devices, il servizio realizzato per la videosorveglianza in mobilità in grado di raccogliere in tempo reale i flussi video provenienti da diverse sorgenti dislocate a terra (smartphone, encoder, videocamere, action-cam), a mare (encoder su mbarcazioni) ed in aria (encoder e smartphone su elicotteri ed encoder/payload su droni); si tratta di un’evoluzione del servizio Public Safety già oggi impiegato dalle principali Questure Italiane.
L’innovativa applicazione di Virtual Reality, infine, ha permesso di esplorare le nuove frontiere del turismo digitale, consentendo di visitare da remoto alcuni dei luoghi di principale interesse turistico di Matera; il visitatore, indossando un visore, è libero di muoversi nelle aree previste, avvicinarsi alle pareti, toccare gli oggetti, vivendo un’esperienza del tutto immersiva, potendo incontrare nel nuovo mondo virtuale anche altri visitatori, ubicati in luoghi fisicamente distanti da quello in cui si trova, interagire con essi oltre che seguire le indicazioni date da una vera e propria guida di Matera.
In ambito Sanità 5G è stato mostrato inoltre il progetto sviluppato per l’RCCS “Giovanni Paolo II” di Bari, che consente di fornire assistenza presso il domicilio del paziente con l’invio, grazie al 5G, dei parametri vitali direttamente presso l’ospedale e, per l’Industria 4.0, la piattaforma di realtà aumentata, realizzata con Isotta Fraschini, che consente, attraverso speciali visori, di fornire formazione e assistenza remota agli addetti impegnati nelle attività di montaggio e di smontaggio di un motore navale.
I progetti a Genova
Lo scorso luglio il Comune di Genova, Fastweb e Ericsson hanno siglato il Protocollo d’Intesa per dare il via alla sperimentazione basata su tecnologie 5G e Wi Fi per lo sviluppo di servizi di ultima generazione destinati a trasformare profondamente il modo di vivere lo spazio urbano attraverso il digitale. Tra le aree candidate per la sperimentazione il Porto Antico che, grazie alla piattaforma 5G e alla rete Wi Fi già presente, potrà diventare un vero e proprio hub tecnologico all’avanguardia. All’interno del Porto si creerà un ecosistema digitale in cui cittadini, turisti e imprese potranno beneficiare di servizi avanzati nell’ambito del cosiddetto Internet delle Cose, dalla sicurezza degli accessi alla tutela dell’ambiente dell’area, dall’efficienza energetica alla gestione intelligente dei parcheggi, passando per realtà Aumentata e Virtuale per lo sviluppo di applicazioni per il turismo.
La realizzazione del progetto avverrà in collaborazione con il Comune di Genova che metterà a disposizione i propri beni immobili e le infrastrutture civili pre-esistenti per l’installazione degli apparati e delle antenne necessarie per lo sviluppo del progetto. Le applicazioni del progetto che verranno implementate nell’area del Porto Antico riguarderanno la Sicurezza, con lo sviluppo di soluzioni innovative di telesorveglianza ad altissima definizione, il Turismo, con la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Genova grazie alla realtà virtuale, e le soluzioni per Smart City, con l’ideazione di applicazioni per il monitoraggio ambientale e la gestione remota degli impianti di illuminazione.
In particolare le prime applicazioni in ambito Sicurezza che verranno realizzate in collaborazione con Leonardo spa, abiliteranno il People Counting, ovvero il conteggio delle persone tramite rilevamento dei passaggi attraverso varchi virtuali realizzati grazie all’uso di telecamere installate presso le aree di accesso e collegate in 5G e il People Density, ovvero il rilevamento dei dati di densità, passaggio e sosta di persone nell’area del piazzale Mandraccio per il controllo degli eventi in corso all’interno dell’area.
I progetti a Roma
Roma5G è il progetto lanciato nel settembre 2017 da Roma Capitale con Fastweb ed Ericsson per la sperimentazione di tecnologie 5G e Wi-Fi, abilitanti lo sviluppo di servizi innovativi da realizzare entro la fine del 2020 in alcune aree del territorio comunale. In un’ottica di co-creazione e open innovation, Roma5G è aperto a tutti i soggetti pubblici e privati intenzionati a contribuire alla definizione di nuove sperimentazioni nell'ambito dell’IoT e delle applicazioni digitali per la Smart City. L'obiettivo è supportare servizi e applicazioni nei settori della mobilità intelligente, della sensoristica, dell'industria 4.0, del turismo e della videosorveglianza, al fine di trasformare la città di Roma in un laboratorio di innovazione digitale.
A Roma è stato presentato alle Terme di Diocleziano il primo scenario d'uso di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata applicata al settore del turismo nell'ambito della sperimentazione della tecnologia 5G in città.
E’ stata presentata la prima concreta applicazione relativa alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico della Capitale che vede le Terme di Diocleziano al centro della sperimentazione. La soluzione implementata consente infatti di arricchire ulteriormente l’esperienza del visitatore attraverso la ricostruzione virtuale degli ambienti non più accessibili o esistenti delle Terme attraverso speciali visori. La soluzione basata su una fedele ricostruzione a 360° degli spazi permette infatti di immergersi completamente all’interno delle Terme di Diocleziano proprio come apparivano nell’antichità.
Oltre a ‘cultura e turismo’, il progetto #Roma5G nel corso dei prossimi mesi si arricchirà anche di nuove applicazioni relative alla mobilità urbana e alla sicurezza. All’interno del primo ambito di sperimentazione verranno sviluppate applicazioni sia per i servizi di tracciamento automatico del viaggio per nuovi modelli di tariffazione e di informazione ai viaggiatori sui mezzi pubblici sia per la telemetria in tempo reale della diagnostica di bordo e l’analisi predittiva dei guasti. In ambito sicurezza invece verranno sviluppate soluzioni innovative di telesorveglianza ad altissima definizione.
Il 5G e le startup
In collaborazione con Digital Magics, incubatore di startup digitali “Made in Italy” attivo su tutto il territorio italiano, Fastweb ha lanciato Together to 5G, la Call for Innovation per start up e Pmi nell’ambito della strategia volta a posizionare l’azienda come il primo operatore italiano pienamente convergente fisso-mobile entro il 2020 grazie alla futura rete di quinta generazione. L’obiettivo del programma di Open Innovation è creare un ecosistema di imprese digitali e dare vita ad una nuova generazione di prodotti, servizi e modelli di business, che grazie al 5G potranno essere realizzati o perfezionati attraverso l’introduzione di nuove funzionalità.
Together to 5G è rivolta a tutte le startup e PMI innovative italiane, che operano nei settori della sanità, del turismo, del fintech & insurance, della cultura, della pubblica amministrazione, del retail e dell’industria e che utilizzano le seguenti tecnologie: IoT, intelligenza artificiale, realtà aumentata, realtà virtuale, wearable e sensoristica avanzata, edge computing, network slicing e security.
Telemedicina
Uno degli ambiti di applicazione del 5G che Fastweb sta sperimentando a Bari insieme all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II è il cosiddetto “OSPEDALE DIFFUSO “, un servizio che intende rispondere all’ incremento delle richieste di assistenza sanitaria specialistica e avanzata previsto per i prossimi anni. Si tratta di uno dei verticali previsti nell’ambito del progetto BariMatera5G che Fastweb porta avanti insieme a TIM e Huawei a valle dell’aggiudicazione del bando del Mise nel 2017.
La soluzione – che sarà messa in campo in autunno - è rivolta ad ammalati cronici e post acuti che potranno essere dimessi in tempi ridotti rispetto ai protocolli attuali ed essere seguiti in modo adeguato a casa, grazie ad apparecchiature di monitoraggio collegate all’ospedale in 5G.
Porti
Con il 5G sarà possibile realizzare innovativi sistemi portuali che, mediante sensori, circuiti di videosorveglianza e sistemi intelligenti in connessione tra loro, consentiranno la circolazione e l’uso dei mezzi logistici usando gli spazi a disposizione in modo ottimale e di massimizzare il livello di sicurezza mediante l’istallazione di sistemi di videosorveglianza e video-analisi evoluti.
Le aree portuali, tipicamente ad alta densità di uomini e cose, si presentano come un laboratorio ideale per lo sviluppo di applicazioni per la gestione intelligente della logistica delle merci e dei passeggeri e che consentiranno di massimizzare l’efficienza e ridurre i costi, nonché di migliorare nettamente la sicurezza nei porti.
Nel porto di Bari, saranno sperimentati servizi di sicurezza perimetrale e ambientale, di controllo degli accessi e monitoraggio dell’area oltre a servizi a supporto della logistica portuale, automazione delle operazioni di carico e scarico ed il potenziamento della gestione di merci e persone.
TIM
Decine di miliardi di device e sensori applicati a cose e persone, con connessioni ad altissime prestazioni che genereranno un numero sempre crescente di dati, accompagnando l’evoluzione dei prossimi 20 anni ed oltre in settori strategici della società digitale: dalla mobilità urbana alla sicurezza, dall’e-government alla salute, dal monitoraggio ambientale ai trasporti, fino all’offerta turistica e all’entertainment.
Questo, in sintesi, l’impatto del 5G, una tecnologia fondamentale per abilitare un’ampia gamma di nuovi servizi digitali grazie a una capacità >10Gbps e una latenza di 1 millisecondo, che assicurano un evidente miglioramento in ottica complementare e integrativa delle performance ad oggi garantite dal 4G (e sue evoluzioni come il 4.5G).
TIM guida a livello mondiale l’innovazione tecnologica 5G e in questo ruolo l’azienda si è aggiudicata le migliori frequenze messe in gara dal Mise con un impegno complessivo di 2,4 miliardi di euro, facendo seguito ai primati conseguiti con la copertura integrale, assieme a Nokia, del territorio della Repubblica di San Marino, con le sperimentazioni tecnologiche a Torino con Ericsson e a Bari e Matera con Fastweb e Huawei, e all’apertura a Roma del primo TIM Innovation Hub dedicato al 5G.
L’azienda continuerà a puntare sull’innovazione digitale quale elemento chiave per favorire una maggiore diffusione della domanda dei servizi innovativi e per il continuo miglioramento della sua rete, che con circa 16 milioni di chilometri di fibra posata è la più evoluta e dinamica infrastruttura di telecomunicazioni del Paese con una copertura ultrabroadband dell’80% delle abitazioni su rete fissa e oltre il 98% della popolazione sulle reti mobili 4G.
PRINCIPALI TAPPE TIM 5G
2016: l’avvio dell’iniziativa ‘5G for Italy’
Già nel 2016 TIM ed Ericsson hanno avviato il programma “5G for Italy” con l’obiettivo di creare un ecosistema aperto per la ricerca e la realizzazione di progetti innovativi abilitati dalla tecnologia 5G al fine di accelerare la digitalizzazione del Paese. Aderiscono a questo programma varie aziende come Comau (Industry 4.0) e Seikey (droni).
2017: Il lancio del progetto “Torino 5G” con il Comune di Torino
A marzo 2017 è stato siglato con il Comune di Torino il progetto “Torino 5G”, che diventerà la prima città d’Italia e tra le prime in Europa a dotarsi di una nuova rete mobile 5G. TIM ha in programma sia di potenziare la copertura 4.5G con l’installazione di small cell nelle principali aree del centro città oltre che nelle zone del Politecnico e dell’Università di Torino, sia di avviare sperimentazioni in ambito metropolitano della tecnologia 5G con i primi use case di servizi consentiti dal ultrabroadband 5G, come quello per le Smart City e per la mobilità intelligente (progetto Smart Road). Il progetto “Torino 5G” prevede l’estensione progressiva sul territorio urbano comunale della nuova infrastruttura a banda ultralarga mobile con l’obiettivo di coprire l’intera città entro il 2020.
2018: Il 5G a Bari e Matera
BariMatera5G è il progetto con cui TIM, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate congiuntamente il bando di gara del MISE per la sperimentazione della nuova tecnologia 5G nelle due città. Grazie ad un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni, Bari e Matera saranno fra le prime "città 5G" d’Europa nelle quali saranno sperimentati servizi innovativi in settori come la sanità, l'industria 4.0, il turismo, la cultura, l'automotive e la sicurezza pubblica.
Il progetto prevede di raggiungere nelle due città una copertura del 75% della popolazione entro il 2018 per arrivare ad una copertura integrale entro il 2019. L'obiettivo è quello di trasformare questi territori in un vero e proprio laboratorio digitale a cielo aperto. Sono coinvolti più di 50 partner di eccellenza, tra cui 7 centri universitari e di ricerca, 34 grandi imprese e 11 pubbliche amministrazioni. La rete 5G realizzata a Bari e Matera consentirà una capacità trasmissiva 10 volte superiore a quella del 4G e la sperimentazione metterà in campo oltre 70 use case, determinando una radicale trasformazione dei territori coinvolti.
2018: ad ottobre è stata presentata a Piazza Castello a Torino la prima auto connessa a guida remota con il 5G, vero e proprio fiore all’occhiello dei molteplici ambiti applicativi resi possibili dalla nuova rete ultrabroadband mobile di TIM e dalla tecnologia all’avanguardia di Ericsson. Si basa su di un sistema che, ricevendo tutte le informazioni sull’ambiente circostante, consente ad una persona di controllare il veicolo facendolo muovere da remoto.
Più in dettaglio la demo realizzata a Torino prevedeva un’area all’interno di Palazzo Madama, dov’era collocata la postazione di guida remota con accesso ai relativi flussi video provenienti dall’esterno, e un’area esterna in Piazza Castello dove la macchina si muoveva. I visitatori, davanti alla postazione hanno potuto osservare e provare l’esperienza di guidare l’auto da remoto che si muoveva in un’area protetta della piazza, e assistere dal vivo al veicolo che si spostava autonomamente all’esterno.
La piattaforma di controllo presente sull’auto raccoglie in tempo reale dati e contenuti multimediali dai diversi sensori, telecamere e radar installati, trasmettendoli alla postazione remota, avvalendosi dell’estrema affidabilità e sicurezza della rete 5G in termini di banda per il trasporto del flusso video del veicolo e di latenza sull’invio dei dati forniti. Questa applicazione permetterà nei prossimi mesi di avviare il progetto Smart Road per la sperimentazione su più larga scala delle auto a guida autonoma in alcune aree protette della città.
2018: a dicembre è partita da Roma su rete TIM la prima videochiamata 5G standard in Europa su banda millimetrica realizzata in collaborazione con Qualcomm Technologies Inc. e la tecnologia di Ericsson. Questo importante traguardo è stato raggiunto da TIM in occasione dell’apertura nella capitale del primo TIM Innovation Hub dedicato al 5G.
2018: completata la copertura della Repubblica di San Marino
TIM insieme a Nokia ha completato la copertura integrale del territorio della Repubblica di San Marino con la rete 5G a standard 3GPP Rel15, raggiungendo oltre il 99% del territorio e della popolazione e certificando così una delle Repubbliche più antiche d’Europa come il primo Stato 5G.
ALCUNE APPLICAZIONI E SCENARI D’USO
Auto e Trasporti
E’ stata presentata a Torino la prima auto a guida remota con il 5G in Italia grazie a TIM, aprendo così scenari inediti nel settore dei trasporti. La piattaforma di controllo sull’auto raccoglie in tempo reale dati e contenuti multimediali dai diversi sensori, telecamere e radar installati, trasmettendoli alla postazione remota, avvalendosi dell’estrema affidabilità e sicurezza della rete 5G in termini di banda per il trasporto del flusso video del veicolo e di latenza sull’invio dei dati forniti. Nei prossimi mesi sarà avviato il progetto Smart Road per la sperimentazione su più larga scala delle auto a guida autonoma in alcune aree protette della città.
A livello pratico, l’auto a guida remota avrà applicazioni importanti: la sala di controllo potrà gestire contemporaneamente diverse auto per servizi di car sharing di prossima generazione. Per esempio è già prevista la possibilità di portare l’auto in modalità remota fino al punto in cui si trova il cliente, che la troverà tranquillamente sotto casa/ufficio come fosse un taxi. Ed ancora con il 5G sarà possibile ad esempio lasciare davanti alle partenze dell’aeroporto la vettura, precedentemente noleggiata, in quanto questa, teleguidata, ritornerà da sola al parcheggio del “rent a car” o ancora, poter disporre, specie in caso di percorsi ripetitivi in cantiere o nei magazzini industriali, di scavatrici e di muletti guidati da remoto, aumentando così la sicurezza sui posti di lavoro.
Droni e Smart City
I droni sono specializzati nell’acquisizione aerea di dati e nel mapping di superfici estese, per non parlare di interessanti applicazioni in materia di Smart City. Qui le possibilità sono infinite: a Torino sono state già testate demo relative ai sensori del traffico e a quelli pedonali, controllati in tempo reale da una centrale operativa, piuttosto che offerte innovative forme di spettacolo e di intrattenimento, ad esempio durante la festa del S. Patrono, teleguidando da remoto centinaia di droni che in volo hanno creato mirabolanti coreografie all’unisono.
Inoltre, disporre di un’accurata mappatura del segnale radio anche a diversi metri dal suolo, permette la creazione di una rete drone ready, ovvero in grado di supportare tutte le applicazioni che prevedono l’uso di droni: da quelle per le smart city, a quelle per l’intrattenimento collettivo, a quelle per il monitoraggio ambientale (es. corso dei fiumi, per prevenire esondazioni), a quelle per la pubblica sicurezza (es. in caso di grandi eventi pubblici).
Turismo
Matera sempre più digitale in occasione del 2019, anno in cui è Capitale Europea della Cultura. Già ora è possibile visitare da remoto alcuni dei luoghi di principale interesse turistico della città lucana; il visitatore, indossando un visore, è libero di muoversi nelle aree previste, avvicinarsi alle pareti, toccare gli oggetti vivendo un'esperienza del tutto innovativa e immersiva, potendo incontrare nel nuovo mondo virtuale anche altri visitatori, ubicati in luoghi fisicamente distanti da quello in cui si trova, interagire con essi oltre che seguire le indicazioni date da una vera e propria guida di Matera.
Questa innovativa forma di turismo digitale permette di visitare spazi museali o aree archeologiche di difficile accesso o non più comprese nel tradizionale percorso turistico, perché ad esempio chiuse per lavori di restauro, o perché non più sicure (es. in caso di aree vicine a zone di guerra), oltre che consentire a persone con disabilità di esplorare luoghi a loro diversamente inaccessibili.
Automazione e robotica industriale
La nuova tecnologia consente di interconnettere, scambiare dei dati e gestire a distanza gli impianti industriali, garantendo una maggiore efficienza, affidabilità e sicurezza rispetto alle reti wired/wireless tradizionali, nonché migliorare in modo significativo il ciclo produttivo. In sintesi con il 5G si prevede di poter configurare una catena di montaggio industriale nel giro di pochi giorni, rispetto alle 3-4 settimane oggi necessarie; il che comporta una forte riduzione dei costi e dei tempi di produzione. In quest’ottica si inserisce la collaborazione tra TIM, Comau ed Ericsson a Torino ha portato a realizzare i primi bracci robotici industriali completamente controllati in 5G.
Gli scopi, in ambito di industria 4.0, sono quindi quelli di:
· aumentare la produttività, riducendo costi e tempi
· eliminare i cavi all’interno delle linee di produzione mantenendone l’affidabilità e la rapidità di trasmissione degli input
· impiegare la forza lavoro (operai) su attività di valore, in quanto più specializzate e mirate e non su quelle monotone e ripetitive
Nell’area portuale di Bari, grazia a degli smart helmet è possibile fornire assistenza remota agli operai impegnati nelle attività di montaggio e smontaggio del motore di una nave, attraverso l'assistenza e la ricezione di indicazioni tridimensionali che si sovrappongono all'immagine del motore (Augmented Reality). L'applicazione consente quindi una maggiore velocità, efficacia e qualità delle attività manutentive e formative del personale. Questo tipo di soluzione in AR, spesso unito anche all’impiego di visori di Virtual Reality può anche essere usato per la formazione di personale sanitario (es. medici, infermieri di sala operatoria…) oltre che studenti.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it