Roma - Sono 37 finora i casi di infezione dal virus Zika registrati in Italia, tutti da importazione, ossia tutti provenienti dalle zone in cui il virus e' presente, a partire dal Sudamerica. E' quanto si evince da una circolare del ministero della Salute alle Regioni relativa al 'Piano nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes) con particolare riferimento a virus Chikungunya, Dengue e virus Zika". I dati risentono del boom dell'epidemia di Zika in particolar modo in Brasile: nel 2014 si erano registrati in Italia solo 3 casi, e 5 casi nel 2015. Dei 37 casi di quest'anno, 12 sono stati rilevati nel Lazio, 8 in Veneto, 5 in Emilia Romagna e in Lombardia, 4 in Piemonte, 2 in Toscana e 1 nella Provincia autonoma di Bolzano. Sempre nel 2016 si sono registrati finora 7 casi di Chikungunya (contro i 19 del 2015 e addirittura i 37 del 2014) e 44 casi di Dengue (erano 108 nel 2015). La circolare raccomanda una serie di misure di prevenzione contro il virus Zika, in particolare legate ai rischi anche gravi per il feto in caso di donne che si ammalano in gravidanza. Si sottolinea che le donne che tornano da aree dove si verifica la trasmissione del virus dovrebbero attendere almeno 3 mesi prima di concepire un bimbo, praticando sesso sicuro o astenendosi dai rapporti sessuali. Mentre gli operatori sanitari, dal 1 giugno al 31 ottobre, devono porre particolare attenzione all'identificazione tempestiva dei casi importati e di persone con criteri clinici compatibili, ma che non hanno viaggiato in paesi endemici, per poter riconoscere casi e focolai epidemici autoctoni (due o piu' casi insorti nell'arco temporale di 30 giorni in una area territoriale ristretta). Le Regioni e i Comuni sono responsabili di effettuare tempestivamente le attivita' per il controllo delle zanzare invasive (appartenenti al genere Aedes, "zanzara tigre"), applicando le raccomandazioni riportate nella circolare. I protocolli seguono schemi diversi a seconda dell'entita' del rischio. (AGI)