Il morbillo torna a far paura, epidemia in Lombardia e Emilia

Roma - Il morbillo è tutt'altro che debellato nel nostro Paese, e anzi torna a far paura: tra novembre 2015 e aprile 2016 si e' verificata un'epidemia in due Regioni italiane, che ha coinvolto soprattutto la popolazione Rom/Sinti (in Lombardia) e l'ambito ospedaliero (in Emilia-Romagna). In totale sono stati segnalati 67 casi, tutti collegati epidemiologicamente o virologicamente, di cui 43 casi in tre campi nomadi a Milano, 17 casi a Parma, e sette a Piacenza. Quaranta dei 43 casi a Milano, riferisce l'Istituto Superiore di Sanita', hanno coinvolto soggetti di etnia Rom/Sinti e 3 casi hanno riguardato migranti residenti nei campi coinvolti nel focolaio. L'eta' media e' stata pari a 4 anni e tutti, a eccezione di un caso, non erano vaccinati al momento del contagio. Il focolaio si e' poi diffuso nelle città di Parma e Piacenza, soprattutto in ambito nosocomiale, dopo il ricovero a Parma di un paziente infetto (impiegato in uno dei campi Rom coinvolti dal focolaio milanese), e la trasmissione del virus ad alcuni visitatori e operatori sanitari. In totale, 7 dei 17 casi segnalati a Parma erano operatori sanitari. L'eta' media dei casi di Parma e' stata 37 anni e nessuno di questi era stato vaccinato. A Piacenza, il focolaio, originato da un dipendente ospedaliero, ha coinvolto 7 persone, tutte non vaccinate, con un'eta' media di 40 anni. Il morbillo non e' uno scherzo, e questa epidemia lo dimostra: nelle due Regioni sono state segnalate numerose complicanze (soprattutto tra gli operatori sanitari in Emilia-Romagna), tra cui 9 casi di polmonite (seguita, in 3 casi, da insufficienza respiratoria acuta), 7 casi di diarrea, 5 epatiti, 3 casi di cheratocongiuntivite, 2 casi di otite, 1 pericardite, 1 caso di trombocitopenia e 1 caso di Guillain-Barre'. Oltre un terzo dei casi è stato ricoverato.
L'Italia è uno dei 18 Stati membri della Regione europea dell'Oms in cui non e' stata ancora interrotta la trasmissione endemica del morbillo. Colpa soprattutto di un livello di vaccinazione inferiore al target che e' del 95%. In Lombardia e Emilia-Romagna, i livelli sono superiori alla media nazionale ma inferiori a quel 95%: nel 2015, la copertura vaccinale e' stata pari a 89,5% in Lombardia e a 88,3% in Emilia-Romagna. A questo, naturalmente, si aggiunge la peculiarita' di alcuni gruppi specifici come i Rom/Sinti e gli operatori sanitari. I Rom/Sinti, spiega l'Iss, sono considerati una popolazione "hard-to-reach" (difficile da raggiungere) non solo in Italia ma anche nel resto dell'Europa.