Mosca - La visita di Matteo Renzi, ma "ancora di piu'" quella del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, al Forum economico di San Pietroburgo (Spief, 16-18 giugno) sono il segnale che il "processo verso il graduale allentamento delle sanzioni Ue e' in corso e potremmo iniziare a vederne i frutti a gennaio". A dichiararlo in un'intrevista all'Agi - a quattro giorni dal bilaterale Putin-Renzi - è il presidente del Consiglio russo per la politica estera e la Difesa, Fedor Lukyanov, anche autorevole analista del Valdai Club. "L'atmosfera generale all'interno dell'Ue sta cambiando e ora chi e' contrario alle sanzioni puo' dichiararlo in modo aperto", ha constatato Lukyanov, facendo l'esempio di paesi come "Italia, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia, Grecia e Cipro". La "svolta" piu' significativa, a suo dire, arriva dal "cambio di posizione" della Francia - contraria, come Roma, al rinnovo automatico delle sanzioni - e dalla "divergenza" creatasi in Germania tra la Cancelliera Angela Merkel e i suoi alleati, che mantengono verso Mosca una posizione dura, e il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e parte del partito Socialdemocratico, "che mirano all'uscita da questo vicolo cieco".
In Russia non vi e' dubbio che nel prossimo vertice del Consiglio europeo, a fine giugno, verra' decisa la proroga di sei mesi delle misure punitive. "Tutto dipende dalle conclusioni a cui arrivera' Berlino - ha voluto sottolineare Lukyanov - ma piu' Paesi di peso nell'Ue dichiarano apertamente che bisogna cambiare corso, piu' probabile sara' arrivare al graduale allentamento delle sanzioni a gennaio", quando si tornera' a discutere delle misure punitive contro la Federazione.
Lukyanov e' convinto che nel bilaterale del 17 giugno, "Putin non chiedera' nulla a Renzi" su questo fronte. "La Russia si aspetta da Roma, che nel momento decisivo non rimanga in silenzio". "Non credo che ora l'Italia porra' il veto al rinnovo, ma se non ci saranno altre catastrofi legate all'Ucraina, a gennaio l'atmosfera cambiera' in modo chiaro. E' cinico, ma tutti sono stanchi dell'Ucraina: la Russia, che vuole abbassare la posta in gioco, e l'Europa, dove chi aveva rapporti con la leadership ucraina inizia a capire che li' non cambia nulla". La Ue lega la rimozione delle sanzioni alla "piena attuazione" degli accordi di Minsk-2, condizione - a detta dell'analista russo - "impossibile da realizzare". "Quello di Minsk e' un processo che non ha una fine; si rischia un congelamento del conflitto, che non va visto pero' come lo scenario peggiore", ha rassicurato Lukyanov. "Per uscire dallo stallo - a suo dire - deve cambiare in modo radicale il contesto intorno al conflitto. Non sappiamo cosa avverra' tra un anno in Ucraina, dove l'ex pilota di elicotteri militari Nadezhda Savchenko e' diventata un forte fattore politico, magari ci saranno altre priorita' anche in Russia. Come e' molto probabile, dal 2018 avremo un nuovo mandato di Putin che potrebbe essere caratterizzato da tutt'altra linea politica".
I leader russo e italiano parleranno anche di Libia, ha aggiunto Lukyanov, ricordando pero' che per Mosca non e' un dossier urgente: "Non abbiamo piu' interessi in quel paese e la Russia non ha intenzione di giocare nessun ruolo di responsabilita'. Penso che saremmo pronti a collaborare con l'Italia, con cui vi sono rapporti di fiducia, nel quadro di iniziative Onu".
Quello su cui la leadership russa punta di piu' allo Spief e' la visita del capo della Commissione europea. "Non assisteremo a un cambio repentino della politica dell'Ue, ma il fatto che si riconosca la necessita' di questi colloqui e' gia' una svolta seria", ha spiegato l'analista russo, dicendosi convinto che Juncker abbia deciso "da solo" di recarsi a San Pietroburgo, ma "non senza consultazioni con la Germania". "La parte russa - a suo dire - si sta preparando in modo serio all'incontro. Sicuramente, il tema centrale sara' l'energia "visto che le speranze russe di attuare grazie ai paesi asiatici una radicale diversificazione dei mercati di sbocco sono diminuite in modo significativo". In particolare, si parlera' dei due progetti di gasdotto: South Stream, "che per la Russia e' un tema ancora aperto", e Nord Stream 2 "piu' realistico e attuale", secondo Lukyanov. "Due mesi fa ho avuto un incontro a porte chiuse con rappresentanti del business tedesco che ci hanno detto: 'Il Nord Stream 2 si fara', meno ne parlate e meglio e'. Facciamo tutto noi'". (AGI)