Mosca - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi andrà al Forum di San Pietroburgo (16-18 giugno) per "dare un messaggio forte della necessità di mantenere un rapporto strategico con l'industria russa", ma subito dopo servirà prendere misure "concrete" per non perdere questo mercato: "Istituire una cabina di regia presso il ministero dello Sviluppo economico, che coordini le azioni di istituzioni e business italiano, aiutando il sistema paese a non perdere in competitività". A sostenerlo, in un'intervista all'Agi, è Ernesto Ferlenghi, presidente di Confindustria Russia, secondo il quale i rapporti economico-commerciali e la cooperazione industriale con la Federazione "sono temi straordinari, che non possono essere catalogati semplicemente come un problema di domanda del mercato". "L'interscambio tra Italia e Russia, negli ultimi due anni, ha avuto un crollo del 65-68%, per lo più legato al calo delle nostre importazioni di idrocarburi - ha fatto notare Ferlenghi - in tre anni, l'export italiano ha subito un decremento superiore al 38%, perdendo anche in settori non sanzionati, come macchinari, automotive, chimica ed equipment per l'oli&gas".
"La spiegazione - ha aggiunto il manager - è che la Russia è cambiata profondamente e in modo irreversibile: il prolungato calo del prezzo del petrolio, le sanzioni occidentali e la svalutazione del rublo hanno imposto una nuova strategia politico-industriale, incentrata su localizzazione e riduzione della dipendenza dalle importazioni, in settori come quello meccanico, agricolo, farmaceutico e aeronautico". "Un cambiamento cosi' radicale non era mai avvenuto, né con il default del 1998, né con la grande crisi del 2008", ha sottolineato Ferlenghi, secondo il quale all'Italia serve ora una "nuova politica industriale di esportazione, con una strategia di marketing più aggressiva, basata su una visione complessiva di quali siano i piani d'investimento delle aziende russe, quali i cluster esistenti, quale la domanda in via di sviluppo". La cabina di regia che propone Confindustria Russia al governo è costituita da Ice, ambasciata, associazioni d'impresa, banche, Sace e Camera di commercio. "Siamo disponibili a un lavoro comune per evidenziare i progetti prioritari di medio e lungo termine - infrastrutture, settore oil&gas, agroalimentare - verso i quali poi attrarre tutte le componenti delle eccellenze italiane, che pensano di poter essere coinvolte sul tema della localizzazione", ha spiegato il manager, avvertendo che competitor europei più aggressivi, come Germania e Francia "stanno già occupando aree che potrebbero essere nostre". "Uno dei fenomeni in crescita nel paese è la costruzione di serre, ma le fanno per lo più gli olandesi. L'export alimentare, che ha perso 100 milioni di euro in due anni, non tornerà più: una serra in Siberia produce 50 kg di pachino a metro quadro, tanto quanto una serra nel sud della Puglia, la sfida e l'opportunità da cogliere ora è quella di produrre con i russi".
Nello sforzo di Mosca di modernizzare la propria economia, l'Italia è il partner ideale, secondo quanto da tempo sostengono anche Ice e ambasciata a Mosca. Pur continuando a stanziare ingenti fondi pubblici per l'industria pesante e la difesa, la Federazione vuole ora crescere industrialmente e per farlo ha bisogno di sviluppare il settore delle Pmi, cuore del sistema produttivo italiano. "Qui le Pmi sono di fatti inesistenti - spiega il presidente di Confindustria Russia - coprono circa il 15% del totale delle aziende, contro il 71% dell'Italia che in questo senso puo' offrire molta della sua esperienza". "Il sistema delle agevolazioni dei crediti alle Pmi è un tema nuovissimo per questo paese e che noi dobbiamo sfruttare", ha voluto ricordare Ferlenghi, invitando le aziende italiane a valutare gli strumenti di incentivi e agevolazioni offerte da Mosca: come il "contratto di investimento", con cui il governo russo offre una condivisione dei rischi tra Stato, impresa russa e straniera. "Dobbiamo puntare alla creazione di cluster italiani - ha concluso - come stiamo facendo a Chelyabinsk con Cimolai, Termomeccanica Pompe e Cividale: il partner russo porta i contratti e negozia le migliori condizioni fiscali, mentre il partner italiano mette sul piatto competenze e tecnologie. Chi pensa di mantenere quote di mercato aggirando questo modello, non ha capito che tutto è cambiato". (AGI)