Siria: tregua regge ma sale tensione con Israele

Siria: tregua regge ma sale tensione con Israele
Siria Aleppo (Afp) 

Roma - Il numero dei morti in cinque anni e mezzo di guerra in Siria ha ampiamente superato 300.000 mentre sembra reggere la tregua negoziata da Usa e Russia e scattata ieri al tramonto, con l'eccezione delle operazioni contro l'Isis. Le parti si accusano reciprocamente di violazioni, ma di fatto l'Osservatorio siriano per i diritti umani non ha registrato vittime da quando e' entrato in vigore il cessate il fuoco. Estremamente caute le Nazioni Unite: siamo mobilitati, ci stiamo preparando a sfruttare questa grande opportunita' per consegnare gli aiuti umanitari, ma nessun convoglio si muovera' fino a che non ci saranno le necessarie condizioni di sicurezza, ha avvertito un portavoce dell'ufficio di coordinamento per le questioni umanitarie. Il regime siriano sta rispettando pienamente il cessate-il-fuoco cominciato ieri nel paese mediorientale, secondo Mosca, che sottolinea come, invece, altrettanto non venga fatto dai ribelli. "L'esercito ha completamente fermato il fuoco, tranne in aree lo Stato islamico Jabhat Al-Nusra sono operativi", ha detto il portavoce militare Viktor Poznikhir un canale televisivo. Le forze dell'opposizione "moderata", ha aggiunto, hanno violato la tregua almeno 23 volte sparando su edifici residenziali e del regime.
Intanto e' un giallo l'abbattimento, rivendicato dall'esercito siriano dopo un attacco alle sue posizioni, di un caccia e un drone israeliani, il primo nella provincia meridionale di Quneitra, ai confini con le alture del Golan occupato da Israele, il secondo nella provincia di Damasco. Israele ha subito smentito, ma prima dell'annuncio di Damasco, l'esercito aveva confermato di aver bombardato posizioni delle Forze armate siriane dopo la caduta di un razzo proveniente dal territorio siriano, nella parte delle alture del Golan sotto il suo controllo. Un portavoce dell'esercito ha poi sottolineato che probabilmente il razzo non e' stato lanciato intenzionalmente contro Israele, ma e' una "conseguenza del conflitto interno in Siria". Incidenti del genere sono abbastanza frequenti (e' il quarto in nove giorni)" e ogni volta che si verificano, Israele punta il dito contro Damasco, indipendentemente dalla provenienza dei razzi.
La temperatura rischia di salire anche con Ankara. Il governo siriano ha avvertito quello turco di coordinarsi con Damasco se vuol far arrivare aiuti umanitari ad Aleppo. "La Repubblica araba siriana -ha affermato il canale televisivo di Stato citando una finte del ministero degli Esteri- annuncia di voler respingere qualsiasi aiuto umanitario diretto ad Aleppo, e particolarmente quelli in arrivo dalla Turchia, se non coordinati" con il regime di Bashar Assad. Ieri, qualche ora dopo l'avvio del cessate-il-fuoco concordato da Stati Uniti e Russia nella seconda citta' della Siria era arrivato un convoglio di aiuti inviato da Ankara, che fa sapere di non voler utilizzare il conflitto per appropriarsi di pezzi di Siria. "La Turchia al momento non ha piani militari che prevedano la liberazione di Raqqa", il portavoce del presidente RecepTayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, ha smentito i rumor che vorrebbero l'esercito turco pronto a far cadere la capitale del sedicente stato islamico. (AGI)