Londra - L'invasione britannica in Iraq nel 2003 fu una iattura e ha avuto conseguenze negative fino al giorno d'oggi: lo ha detto John Chilcot, autore del rapporto sulla guerra in Iraq presentato oggi a Londra. Nel rendere pubbliche le attese conclusioni di un lavoro andato avanti per 7 anni, centrato proprio sulle ragioni che potrarono Londra a schierarsi a fianco di Washington nella guerra contro l'Iraq, Chilcot ha detto che l'ex presidente iracheno Saddam Hussein non costituiva una minaccia nel marzo 2003, quando Usa e Gb cominciarono l'intervento armato. Le conseguenze di quella guerra pero' sono state devastanti: "Sono morti piu' di 200 cittadini britannici come conseguenza di quel conflitto, e molti di piu' sono rimasti feriti". E in Iraq, "l'invasione e la conseguente instabilita' hanno causato, a partire dal 2009, la morte di oltre 150mila iracheni, probabilmente molti di piu', la gran parte civili. Piu' di un milione hanno dovuto lasciare le loro case . E tutto il popolo iracheno ha sofferto enormemente".
L'autore del rapporto ha ricordato la precaria situazione in cui si trova oggi l'Iraq e non ha mancato di citare il devastante attentato compiuto sabato notte, a Karrada, quartiere prevalentemente sciita a Baghdad, in cui sono morte oltre 250 persone. (AGI)