Roma - "In Siria 7 milioni di bambini vivono in povertà. Gli assedi spesso impediscono maggiori sforzi umanitari. E' urgente una soluzione politica del conflitto". Lo dice Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "Con l'intensificarsi delle operazioni militari nelle aree di Aleppo, Damasco rurale, Homs rurale, Idleb, Raqqa e Deir ez Zor la crisi umanitaria in Siria non accenna a migliorare anzi e' spesso ostacolata dai combattimenti", premette Iacomini. "Pensavamo che con l'evacuazione da alcune zone a rischio la popolazione sarebbe stata al sicuro ma non e' affatto cosi': basti pensare che il solo intervento militare nella zona di Raqqa ha prodotto oltre 10.000 sfollati e 175.000 bambini a rischio per le difficili condizioni igienico sanitarie e alimentari". "Al netto dei centinaia di morti, tanti sono bambini dell'ultimo anno in Siria e degli oltre 300 bambini reclutati come soldato - continua Iacomini - colpisce il fatto che nella regione 7 milioni di bambini vivono in poverta' ed oggi risultano ancora piu' vulnerabili a causa delle rigide temperature. Nonostante i grandi sforzi delle organizzazioni umanitarie e' ancora molto difficile raggiungere la popolazione che vive nelle zone assediate. In Siria infatti - continua - abbiamo 1/3 degli ospedali fuori uso e il 70% della popolazione senza accesso all'acqua, di cui 1 milione con poco cibo e medicine". "L'Unicef - conclude Iacomini - ha risposto a questo grande bisogno portando acqua a 15 milioni di persone sfollate, vaccinando i bambini contro la polio, intervenendo contro la malnutrizione e la poverta' ma e' impensabile risolvere l'emergenza umanitaria se le parti del conflitto continuano a combattere senza alcun rispetto dei civili da quasi sei anni".