(AGI) - Roma, 1 dic. - Combattere l'Isis in Iraq anche con l'istruzione e la cultura. Ricostruire, con l'aiuto dei Paesi amici, una nazione che ha bisogno di un Piano Marshall per tornare a vivere e a riprendere il suo cammino. Lo ha detto il ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al Jaafari, in un'intervista all'AGI a margine dei lavori del Forum Med che si svolge in questi giorni a Roma. "Il capitolo piu' duro e arduo della nostra lotta contro i fondamentalisti del Daesh - ha affermato - e' quello culturale e deve rimanere sempre il centro della nostra attenzione. Perche' siamo sicuri di potere infliggere, con il sostegno dei Paesi amici, una sconfitta ai terroristi. Per fare questo pero' occorre intensificare gli sforzi nel campo culturale e nelle scuole attraverso l'istruzione, perche' e' li' che Daesh tenta di impiantare radici". Quella contro l'Isis inoltre non e' solo una guerra dell'Iraq "ma per conto di tutta l'umanita'" ha aggiunto al Jaafari, "perche' l'offensiva di Daesh non si limita all'Iraq o alla Siria e alla Libia, esso mira ad estendere la sua influenza e il suo terrore dappertutto".
- Al Forum Lei ha preso parte a un panel insieme ai ministri della Difesa di Italia, Portogallo e Tunisia dove si e' parlato di istruzione, scuola e cultura, piuttosto che di armi e strategie militari.
"Appunto, e' da li' che bisogna partire. Tutto cio' che e' intorno a noi si svolge in un'ambito culturale. Chi pratica la sua offensiva nei nostri confronti ha la sua cultura, che e' quella di guerra. Chi e' neutrale ha la sua cultura e contribuisce in qualche modo a indebolirci. Chi invece lotta con noi ha la cultura del sacrificio per il bene dell'umanita', che e' una cultura di difesa della vita umana e degli alti valori. Quindi tutto fa perno intorno alla cultura. E' questo il primo passo da fare, poi vengono gli altri strumenti: la parola prima della pallottola. Noi crediamo che la cultura non sia solo il piu' efficace degli strumenti ma anche quello piu' duraturo e influente nel futuro. Crediamo che il dialogo anche tra gli avversari sia molto piu' facile e proficuo quando un popolo e' piu' evoluto. L'onnipotente Dio dialogo' persino con il diavolo che egli stesso maledisse".
- Nel suo intervento al Forum il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha riservato all'Iraq parole di elogio per quello che sta compiendo nella lotta contro Daesh e ha ribadito l'impegno dell'Italia per sostenere il Paese. Lei ha avuto con il ministro un'incontro cordiale. Di che cosa avete parlato?
"Abbiamo affrontato temi che hanno l'obiettivo di rafforzare i nostri rapporti bilaterali. Ho avuto l'occasione di esprimere il nostro sincero apprezzamento per cio' che l'Italia ha fatto e continua a fare per il nostro Paese, sul piano culturale e sul piano militare, sia nell'addestramento delle nostre forze di polizie e il rifornimento di otto elicotteri, senza dimenticare tutto il sostegno umanitario che ci viene dall'Italia. L'Italia sostenendo il lavoro della Societa' Trevi per il consolidamento della diga di Mosul sta offrendo un grande contributo alla difesa della citta' irachena dai pericoli di esondazioni e collasso della diga. Quella difesa non di limita alla citta' di Mosul ma difende anche molte province piu' a sud. Ci auguriamo che l'Italia continui a darci il suo sostegno e auspichiamo che gli altri paesi europei adottino la stessa posizione nei confronti dell'Iraq".
- La ricostruzione delle citta' e i villaggi liberati dalle grinfie di Daesh richiedono immense risorse economiche e know how: vi sentiti pronti?
"Noi ci siamo rivolti a tutti, abbiamo chiesto a tutti un contributo e di stare al nostro fianco. Ho sempre portato come esempio il Piano Marshal per la ricostruzione europea dopo la guerra, che ha dato un grande aiuto nel 1947 alla ricostruzione della Germania e dell'Italia. Ho chiesto un Piano Marshall ammodernato e ripensato per il nostro Paese. Alcuni paesi hanno gia' dato disponibilita' di iniziare un cammino in questa direzione, altri ci ha fatto delle promesse e attendiamo che tutti contribuiscano alla ricostruzione del Paese. Siamo fiduciosi che alla fine saranno molti dei nostri amici a stare al nostro fianco". (AGI)
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