Roma - La Turchia del Presidente Erdogan ha licenziato altri 10.131 dipendenti pubblici. Dal tentato golpe del 15 luglio scorso i dipendenti pubblici turchi licenziati o sospesi sono piu' di 100mila. I settori maggiormente interessati dall'epurazione sono la sanita', l'istruzione e la giustizia. Lo denunciano la Ces (Confederazione Europea Sindacati) e l'Ituc (l'organizzazione mondiale dei sindacati).
Luca Visentini, segretario generale della Ces, ha espresso le sue gravi preoccupazioni al Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: "La Turchia deve rispettare i valori democratici, le liberta' sindacali e lo Stato di diritto. Non possiamo accettare che le vite di centinaia di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie siano distrutte, in molti casi senza alcuna prova".
Sharan Burrow, Segretario generale della Confederazione Sindacale Internazionale (Ituc), afferma che la democrazia in Turchia e' "una completa finzione. Il Governo attacca le liberta' fondamentali di parola, di associazione e di assemblea, arrestando persino i parlamentari. La Turchia sta scivolando verso la dittatura, con i lavoratori puniti in base alla loro etnia o alle loro convinzioni politiche". (AGI)