Roma - Il Toro di Nimrud, la Sala dell'Archivio di Stato di Ebla, il soffitto del tempio di Bel a Palmira: tre fulcri delle civilta' del Mediterraneo e del Medio Oriente distrutti o danneggiati dalla furia dell'Isis rinascono grazie all'Italia. Un capillare lavoro di ricostruzione in scala 1:1, svolto da tre aziende italiane attraverso l'uso di moderne tecnonologie e sofisticati materiali, sara' presentato al pubblico nel secondo anello del Colosseo nella mostra "Rinascere dalle distruzioni - Ebla-Nimrud-Palmira", aperta dal 6 ottobre all'11 dicembre.
La mostra, che ha ricevuto il patrocinio dell'Unesco, sara' inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 6 ottobre. E' il frutto di due anni di lavoro dell'Associazione incontro di civilta', guidata da Francesco Rutelli, che ha presentato la mostra nella sede dell'Associazione della stampa estera. Con Rutelli, il soprintendente per il Colosseo e l'area archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti, il presidente Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo Emmanuele Emanuele e Paolo Matthiae, l'archeologo che guido' la spedizione che consenti' la scoperta di Ebla, l'antica citta' del bronzo tra Mesopotamia, Anatolia e Palestina, distrutta alla meta' del II millennio a.C. e i cui resti si trovano nella citta' moderna di Tell Mardikh, a sud-ovest di Aleppo. Partner della mostra, Sky Arte HD, che curera' un documentario per diffondere il progetto a livello internazionale.
"Assistiamo a una tragedia del patrimonio culturale, grande e inattesa, perche' eravamo convinti che l'impegno dell'Unesco potesse arginarne le distruzioni e i saccheggi in tutto il pianeta, ma questo non e' successo", ha detto Matthiae. "L'iconosclastia, le distruzioni intenzionali, la condanna a morte dell'altro per esaltare la propria identita' - ha ricordato - e' qualcosa, bisogna riconoscerlo e non dimenticarlo, per cui il mondo occidentale ha colpe immani, solo per lo sfacelo compiuto all'interno della propria civilta' durante le due guerre mondiali". Questa grande attuale tragedia "rinnova qualcosa di molto antico", ha sottolineato l'archeologo, ricordando la distruzione di Cartagine da parte dei romani.
"Questa che l'Isis combatte - ha avvertito Matthiae - e' una lotta contro la pluralita' delle culture: Daesh vuole che il mondo si fermi al primo califfo ortodosso, subito dopo il profeta Mohamed. E' una inaccettabile follia storica che si attua attraverso la distruzione della memoria della stratificazione culturale di Paesi come la Siria e l'Iraq a cui noi tutti dobbiamo moltissimo: la prima agricoltura, i primi villaggi, le prime citta', i primi stati territoriali, i primi imperi e naturalmente il fondamento dei tre monoteismi tipici della storia del pianeta, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam, l'uno figlio dell'altro". Per questo, ha concluso, "l'impegno a contrastare questa lotta dissennata, anche ricostruendo il patrimonio culturale, vuole sottolineare il valore della ricchezza della pluralita' delle culture, che e' la nostra vera ricchezza".
La cultura "deve sopravvivere" e "noi dobbiamo essere i costruttori e i ricostruttori che non accettano la vittoria dei distruttori di cultura che appartiene all'umanita' intera", ha affermato il presidente dell'Associazione incontro di civilta', Francesco Rutelli, a margine della presentazione della mostra sulla ricostruzione di tre monumenti distrutti dall'Isis in Iraq e Siria.
Nell'intervento di presentazione, Rutelli ha sottolineato "il doppio scopo dei lavori: dimostrare la fattibilita' delle ricostruzioni, rese possibili sulla base di documentazioni, disegni, rilievi, analisi che derivano dal materiale disponibile; preparare il terreno alle ricostruzioni reali che dovranno essere realizzate dopo la conclusione dei conflitti".
"Non ci occupiamo delle pietre - ha aggiunto - dimenticando le tragedie che hanno colpito e colpiscono le persone. Al contrario, non vogliamo che il brutale ritorno dell'iconoclastia in questo XXI secolo sia considerato un problema marginale, perche' coinvolge i fondamenti della nostra civilta' comune, le persone che vengono espropriate della loro identita' e, dunque, tutti noi". I lavori sono stati terminati, ha ricordato Rutelli, "nei giorni in cui il Tribulane penale internazionale dell'Aja celebra il primo processo della storia contro il principale responsabile delle distruzioni e del saccheggio del patrimonio culturale islamico di Timbuctu per crimini contro l'umanita'".
Ecco qualche cenno sui luoghi e i monumenti distrutti dall'Isis e "rinati" grazie all'iniziativa italiana.
Nimrud, capitale dell'impero assiro, a sud di Mosul, sul Tigri, in Iraq, luogo mitico dell'archeologia orientale per le prime scoperte epigrafiche e artistiche, ha una acropoli piena di monumenti, palazzi e templi. Il toro androcefalo all'ingresso di Nimrud non esiste piu'. Decorava il palazzo cosiddetto nord-ovest di Assumasirpal II (883-859 a.C.). Ad aprile del 2015 l'Isis ha pubblicato un video delle distruzioni del sito archeologico con picconi e bulldozer.
Soffitto del tempio di Bel a Palmira: e' stato gravemente colpito dall'Isis. Il tempio era dedicato alla potente divinita' mesopotamica Bel. Palmira, potente centro ai margini dell'Impero romano, tra la fine del I sec. a.C. e il III sec. d.C, fu attratta dalla potenza di Roma e distrutta da Aureliano in modo non molto radicale. L'Isis con esplosioni di dinamite ha danneggiato una parte dei suoi 43mila metri quadrati. Con lo stessometodi e' stato distrutto il tempio di Baalshamin, dedicato al dio fenicio delle tempeste.
La Sala dell'archivio reale di Ebla: si trova in un degrado spaventoso a causa della guerra. E' alle origini della scrittura dell'umanita'. Ebla, in Siria, dove l'Universita' La Sapienza ha cominciato a scavare nel 1964, e' la piu' antica capitale di uno stato di rilevanza territoriale, quasi un impero. Gli archivi, composti da 17.000 numeri di inventario, sono del XXIV secolo a.C.. I saccheggi sono cominciati nei primi mesi del 2015, da parte di Isis e dei qaedisti dell'ex Al Nusra.
L'archeologo Paolo Matthiae ha ricordato che in Siria "15 archeologi sono morti, alcuni dicono che sono di piu', per difendere il patrimonio culturale del Paese. Molti conoscono solo il piu' infame di questi atti, che ha colpito il conservatore di Palmira, Khaled Asaad".
Il presidente Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo Emmanuele Emanuele ha ricordato le piu' recenti devastazioni di monumenti, alcuni inseriti dall'Unesco nel patrimonio dell'umanita. - Buddha giganti di Bamiyan, in Afghanistan, due gigantesche sculture scolpite nella roccia fatte saltare in aria dai talebani nel 2001 perche' "idolatre". - Antica citta' di Timbuctu', Mali, distrutti dal gruppo Ansar Dine nel 2012. - Mosul, Iraq, 2014, dopo presa dell'Isis, danni irreparabili al patrimonio archeologico, demolito mausoleo sciita Fathi al-Kahen. Nel 2015 fatta saltare la moschea Khudr, distrutta, tra gli altri luoghi santi, la moschea Husseiniya; la moschea Jawad Husseiniya e mausuleo di saad bin Aqil Husseiniya a Tal Afar. - Tikrit, Iraq, minata moschea Al-Arbahin, distrutta Chiesa Verde (VII sec.) uno dei monumenti piu' antichi della cristianita' in M.O.. - Iraq: 2015, Isis distrugge antica citta' qassira di Ninive e diffonde video distruzione opere (gran parte erano copie in gesso) esposte nel museo archeologico di Mosul provenienti dalla citta' assira di Hatra. - Libia: 2015, Isis distrugge santuari sufi vicino a Tripoli. (AGI)