Pil: l'Ocse taglia le stime future, l'Istat taglia le stime del 2015... peggiorano di giorno in giorno le condizioni del nostro sistema economico

Urgente un piano shock per rilanciare l'occupazione.

(Federconsumatori e Adusbef) - Si fanno di giorno in giorno sempre più drammatiche le prospettive per l'economia del nostro Paese.

Se guardiamo ai dati diffusi dall'Istat oggi emerge che, nel 2015, la crescita è stata inferiore a quanto inizialmente stimato: da +0,8% l'Istat ha rivisto il PIL al +0.7%. Dati che si rivelano in tutta la loro gravità se uniti alle recenti stime Ocse, secondo cui l'Italia crescerà del +0,8% nel 2016 e nel 2017 (anch'esse sono stime riviste al ribasso). Tale andamento conferma quello che denunciamo da tempo: la crescita è ancora troppo incerta ed instabile, la vera ripresa è ancora lontana. È evidente, a questo punto, che per invertire tale tendenza è necessario che il Governo intervenga.

"Il Paese ha bisogno di un Piano Straordinario per il Lavoro che, attraverso una redistribuzione dei redditi, rimetta in moto l'economia." - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

La ripresa del mercato occupazionale, infatti, darebbe nuovo reddito a chi al momento è disoccupato ed inoltre imprimerebbe un nuovo slancio alla domanda interna, alleggerendo le famiglie dell'onere del mantenimento di figli e nipoti senza occupazione (pari a circa 450 Euro al mese).

Uno studio recentemente effettuato dal nostro O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori rivela come, se la disoccupazione tornasse a valori intorno al 6% (livello pre-crisi, ancora eccessivo a nostro parere), la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l'anno. Risorse preziose che permetterebbero al Paese di innescare una nuova fase di crescita.

Nel dettaglio è necessario reperire risorse attraverso:

- una intensificazione della lotta all'evasione fiscale,

- la tassazione delle rendite finanziarie,

- tagli a sprechi ed abusi,

- la vendita di parte delle riserve auree (circa il 10-15%).

Tutte le risorse incamerate si devono disperdere in rivoli e "programmini" inefficaci, ma devono essere destinate esclusivemante: all'innovazione e la ricerca, alla modernizzazione delle infrastrutture soprattutto al Sud, alla messa in sicurezza antisismica, alla valorizzazione dell'offerta turistica.

Ogni giorno di mancati interventi in tal senso è una grave responsabilità del Governo.