Carichieti: Bankitalia calamità per il pubblico risparmio
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Carichieti: Bankitalia calamità per il pubblico risparmio
(Adusbef) - CariChieti: ancora una volta emergono gravi responsabilità di Bankitalia e commissari fiduciari. Inaccettabile che Bankitalia accampa il segreto bancario perfino ai magistrati
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Anche l'ultima sentenza sull'evitabile crac di Carichieti, dimostra le precise responsabilità di Bankitalia, una vera calamità per i risparmiatori azzerati sui cui comportamenti non è più possibile sorvolare e chiudere gli occhi.
Si legge nella sentenza: «Quanto alle ulteriori svalutazioni operate dagli organi commissariali, va osservato che le richieste formulate dal Tribunale (in data 6 maggio 2016...)sono rimaste per quanto visto sopra sostanzialmente e significativamente inevase. Non è quindi possibile ripercorrere l’iter logico e deduttivo seguito dalla Carichieti in amministrazione straordinaria nell’effettuare tali rettifiche, che appaiono astrattamente ben al di sopra delle prassi prudenziali contabili». In un paese normale non è più possibile che tale ristretta oligarchia di Bankitalia possa occultare ai giudici, che lamentano di non essere stati messi in grado di verificare se la valutazione dei crediti di difficile o impossibile esigibilità sia stata fatta correttamente o si sia invece rivelata troppo severa. Mancando queste informazioni posizione per posizione (ma non è delittuoso accampare loro il segreto bancario ?), i magistrati hanno dovuto accettare a scatola chiusa le cifre fornite da Bankitalia e dai commissari e dichiarare quindi lo stato di insolvenza richiesto di fatto dalla stessa autorità di vigilanza, attraverso il liquidatore, l’avvocato romano Massimo Bigerna. Con un distinguo decisamente clamoroso: l’insolvenza viene dichiarata a seguito della dichiarazione di risoluzione, che di fatto ha trasferito quel che restava di sano nella banca in una nuova entità. Ma, scrivono i giudici fallimentari, «in atti non vi sono elementi che consentano di affermare l’esistenza di uno stato di insolvenza al momento dell’avvio della risoluzione». Adusbef e Federconsumatori, che ritengono dannose le cosiddette autorità di vigilanza che avevano raccontato la storiella di un sistema bancario pieno di buchi spacciato per solido ed affidabile,tornano a chiedere ancora una volta ai magistrati di non limitarsi più a prendere per oro colato le loro fandonie, ma di approfondire il ruolo svolto da Bankitalia e dai loro commissari, sempre gli stessi fiduciari compresi gli eventuali risvolti penali, come sembrano affiorare anche dalle 62 pagine della sentenza del Tribunale fallimentare. Elio Lannutti (Adusbef)-Rosario Trefiletti (Federconsumatori).
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