LA DEDUCIBILITA' FISCALE DEI CREDITI DA 5 A 1 ANNO COSTAVA, FINO A IERI, 7,5 MLD EURO FINO AL 2017,PERCIO' VICE MINISTRO ECONOMIA MORANDO, AVEVA PARLATO DI PROBLEMI DI BILANCIO. DOVE SONO STATE APPOSTATE LE OBBLIGATE COPERTURE ?
Per pensionati, disoccupati, giovani senza lavoro, non si trovano pochi fondi necessari per alleviare gravi disagi e condizioni di vita deteriorate da 8 anni di crisi, per i banchieri si trovano sempre miliardi di euro, anche facendo ricorso al gioco delle tre carte, come l'ultimo provvedimento del Cdm di ieri, nel quale e' stata inserita anche la misura che prevede la possibilita' per le banche di dedurre in un solo anno, invece che in cinque, le perdite registrate sui crediti.
Anche uno studente ai primi anni di economia, sa bene che accorciare la deducibilita' fiscale delle perdite, comporta costi per il bilancio pubblico che bisogna coprire con tagli o nuove entrate e che l'intervento, varato ieri dal Cdm su proposta del Ministro dell'Economia Padoan, a meno che non si tratti di un gioco delle tre tavolette, ha costi calcolati rigorosamente in circa 7,5 miliardi di euro in 30 mesi (dal 1 luglio 2015 al 31 dicembre 2017).
La precedente deducibilita' fiscale sulle perdite apportata nel 2013 dal Governo Letta a 5 anni, comporto' un costo a carico dell'erario che Mediobanca (non i consumatori) calcolo' in 19,8 miliardi di euro, e due giorni fa, il vice ministro dell'Economa Enrico Morando, affermo' testualmente che: "L'accorciamento dei termini per dedurre fiscalmente le perdite su crediti delle banche solleva questioni di bilancio e quindi certamente non e' adesso che possiamo realizzarlo".
Cio' che non si poteva realizzare per il Vice Ministro due giorni prima, e' diventato prioritario per il Governo, che come nei piu' sofisticati giochi di prestigio invece dei costi di circa 3 miliardi l'anno per il 2016 e il 2017, di 1,5 miliardi nel 2015, per bocca del ministro delle banche Pier Carlo Padoan, ha assicurato che non saranno necessari esborsi e che anzi potrebbe addirittura portare dei piccoli benefici al bilancio pubblico.
Di questo passo non tarderanno a materializzarsi altri decreti salva banche portati dal ministro dell'Economia in Cdm, che potrebbero far apparire vantaggi per il bilancio, perfino le garanzie pubbliche sui crediti non performing ossia quella montagna di 333 miliardi di euro tra sofferenze ed incagli, che saranno garantiti nella costituenda Bad Bank dalla fiscalita' generale, per addossare ai tartassati contribuenti la politica di fidi allegri elargiti dai banchieri a loro amici e compari.
Roma, 24.6.2015