Turkmenistan: presidente rieletto per terzo mandato, 97,67% voti

Mosca - Spazzando via la concorrenza di 8 avversari-fantoccio, il presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdymukhamedov, e' stato rieletto domenica con il 97,67% dei suffragi per il suo terzo mandato. E grazie a una modifica costituzionale di recente approvata, governera' per i prossimi sette anni.
Berdymukhamedov, 59 anni, ha preso le redini dell'ex Repubblica sovietica in Asia centrale 10 anni fa, dopo la morte improvvisa, nel dicembre 2006, del primo presidente del Turkmenistan indipendente, Saparmurat Niyazov, che si definiva "il padre del popolo turcmeno" ma aveva governato con pugno di ferro gli ultimi due decenni, trasformando il Paese in un'autarchia. Suo dentista personale, Berdymukhamedov era il ministro della Sanità all'epoca: non mancarono le polemiche perché fu nominato presidente ad interim dal Consiglio di Sicurezza nazionale, dopo che era stato messo sotto accusa l'allora presidente del Parlamento, Ovezgueldì Atàyev, a cui sarebbe spettato di diritto prenderne la guida.
All'epoca si spero' che l'avvento di Berdymukhamedov aprisse all'Occidente il Paese, quasi interamente desertico ma che e' talmente ricco di riserve di gas da essere il quarto al mondo per riserve stimate: appena arrivato al potere, Berdymukhamedov proclamo l'inizio di un "nuovo rinascimento" e avvio' lo smantellamento del culto della personalita' di Niyazov, che aveva governato il Paese tra il 1985 e il 2006 (dal 1999 in qualita' di presidente a vita): cancello' una serie di divieti stabiliti dal suo predecessore, grazie ai quali i turcmeni poterono tornare a godersi l'opera, il circo e il balletto; annullo' anche i nuovi nomi con cui erano stati battezzati giorni e mesi del calendario (un mese portava il nome della madre di Niyazov); reinseri' nell'ordinamento scolastico le lezioni di inglese ed educazione fisica; comincio' a smantellare gli onnipresenti simboli del suo predecessore (via i ritratti, compresa una statua in oro che ruotava seguendo il sole, che fu trasportata dal centro di Ashgabat alla periferia). Ma ben presto si e' capito che poco o nulla cambiava.
Oggi non c'e' giornale in Turkmenistan che non celebri costantemente le gesta dell''uomo forte' del Paese, spesso pubblicando in prima pagina le sue poesie; un coro di migliaia di persone ha cantato una canzone da lui scritta; il suo goffo tentativo di fare il DJ alla festa di un nipote e' finito nel telegiornale in prima serata. Una piccolo crepa in questa servile copertura mediatica si e' aperta nel 2013 quando e' emerso un video con la spettacolare caduta del presidente, appassionato di equitazione, dal suo cavallo preferito; ma i media di Stato si sono ben guardati dal darne conto. E nel 2015 e' anche spuntata la statua dorata di Berdymukhamedov, in cima a uno dei suoi amati cavallim con una colomba appollaiata sulla sua mano. Nonostante la 'moderazione' sia -almeno a parole- la cifra distintiva del suo governo, Berdymukhamedov ha costruito ad Ashgabat un palazzo presidenziale con le cupole dorate che e' finito nel Guinness dei Primati come quello con il marmo piu' bianco (costo stimato l'equivalente 235 milioni di euro). Ma adesso il Paese sente la pressione del crollo del mercato dei prezzi energetici negli ultimi anni.
"I Turkmenistan non ha mai avuto elezioni libere e limpide e queste non sono un'eccezione", ha denunciato prima del voto il direttore di Human Rights Watch per l'Europa e l'Asia centrale, Hugh Williamson. Secondo Williamson, non si possono svolgere elezioni vere in un Paese in cui le autorita' "controllano strettamente tutti gli aspetti della vita pubblica, violando diritti fondamentali, come la liberta' di stampa e della societa' civile".
Le elezioni di domenica sono state le prime dopo la riforma costituzionale approvata nel settembre scorso che ha portato da cinque a sette anni il mandato presidenziale ed ha eliminato il limite di 70 anni per essere candidato alla guida dello Stato.