(AGI) - Roma, 25 lug. - Un vademecum per spiegare cosa e' successo, le responsabilita' dietro e le misure adottate per il futuro: cosi' Ankara risponde al tentato golpe, diffondendo una serie di documenti per spiegare alla stampa gli avvenimenti. Ai giornalisti si racconta passo passo cosa e' accaduto la notte tra il 15 e il 16 luglio, quando parte delle forze armate hanno tentato di rovesciare il governo democraticamente eletto. Si parte dal raggruppamento di soldati ad Ankara e Istanbul, alla tentata presa del controllo della tv pubblica, fino agli appelli del presidente Recep Tayyip Erdogan ai cittadini a difendere la democrazia e scendere in piazza, impedendo cosi' il prevalere dei golpisti.
Quanto alla responsabilita' del tentato colpo di Stato, nel documento vengono indicati "militari leali al gruppo di Fetullah Gulen. Tra i 1.500 arresti nelle forze di sicurezza, la stragrande maggioranza avevano legami" con il predicatore islamico in esilio negli Usa, a capo di quella che viene definita "un'organizzazione terroristica". In particolare, da Ankara si sottolinea che il governo turco ha piu' volte lanciato l'allarme "negli ultimi tre anni dopo il tentato arresto del capo dell'intelligence Hakan Fidan da parte di procuratori politicamente motivati, con l'obiettivo di rovesciare le autorita'". Nel vademecum si sottolinea quindi la forte risposta popolare e "la dimostrazione di maturita'" di una parte delle forze armate che si e' rifiutata di unirsi ai golpisti. Come si ricorda, "negli ultimi 14 anni di governo dell'Akp ci sono state diverse riforme per ottenere un controllo civile sui militari", un obiettivo raggiunto a livello sia "istituzionale" che "sociale".
Per quanto riguarda il futuro, invece, nel vademecum si riporta la richiesta di chiarezza da parte dell'opinione pubblica su chi ha organizzato il tentato golpe e la conseguente punizione. Inoltre, si vuole evitare "ogni altro tentativo da parte della rete di Gulen di rovesciare il governo". Da qui, "tutte le possibili precauzioni che le agenzie di sicurezza" adotteranno sul piano nazionale per impedirlo, cosi' come "il sostegno richiesto sul piano internazionale ad amici e alleati". A questo proposito, un capitolo a parte viene dedicato allo Stato d'emergenza varato per i prossimi tre mesi. Nel documento si specifica che "non si tratta delle legge marziale, non produrra' un aumento di militari nelle strade o un incremento dell'influenza delle forze armate sul governo". L'obiettivo principale, si spiega, e' "prendere decisioni rapide per rimuovere i membri della rete di Gulen dalle istituzioni". Di fronte alla "seria minaccia di sicurezza" che questi pongono, Ankara intende usare "ordini esecutivi per fare nuove leggi e ripulire l'apparato dai sostenitori" di Gulen, di cui si chiede "l'estradizione dagli Usa". "Diversamente da quanto sostenuto dai media occidentali, non si tratta di un giro di vite del governo sull'opposizione", si sottolinea nel documento.
Nel vademecum, inoltre, si criticano i tentativi di una parte dei media internazionali di trovare "scuse" per quanto successo, definendoli "sinistri e profani", cosi' come e' "lontano dalla logica e dalla realta' lo scenario" in cui si suggerisce un ruolo di Erdogan nel tentato golpe. Inoltre, si sottolinea come "gli amici della Turchia in Occidente non abbiano dato quel sostegno atteso alla democrazia anatolica", con una risposta "debole e in ritardo".
Per quanto riguarda infine lo stato d'emergenza varato, nel vademecum si ricorda che "la misura esiste in diversi Paesi al mondo", a cominciare dalla Francia dove attualmente e' in vigore, e che "gli arresti e i licenziamenti attuati sono importanti e compatibili con la legge". Gli imputati si possono infatti difendere in tribunale, e "le liberta' fondamentali, come quella di pensiero, espressione e movimento, continuano a essere garantite". (AGI)
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