Sud Corea: deposta la presidente Park, Seul verso voto tra violenze

Seul - La Corea del Sud precipita nella tensione: con un voto all'unanimita', la Corte costituzionale ha destituito la presidente Park Geun-hye, coinvolta nel piu' grave scandalo di corruzione nel Paese da decenni; e subito dopo nella capitale Seul sono scoppiati tumulti e disordini, degenerati nella violenza. Sono morte due persone, entrambi sostenitori della Park, e diverse altre sono rimaste ferite.
E' una decisione storica: non era mai accaduto che un presidente sudcoreano democraticamente eletto fosse deposto. Park ha perso l'immunita' legata al suo ufficio e potra' adesso essere interrogata, forse anche arrestata. Sul fronte politico, si apre la corsa alla presidenza: le elezioni si devono tenere in un arco massimo di due mesi, probabilmente il 9 maggio; e potrebbero vedere tornare al potere un liberale dopo oltre un decennio di dominio incontrastato dei conservatori e alterare le relazioni di Seul con Washington e Pechino.
Il favorito nei sondaggi e' Moon Jae-in, il candidato del partito di centro sinistra all'opposizione, Minjoo Party. Negli ultimi sondaggi, Moon, ex leader del Partito Democratico, e' apparso sempre molto ben posizionato. Moon Jaen-in, che era stato sconfitto da Park nel 2012, e' favorevole a una politica piu' morbida nei confronti di Pyongyang, convinto che Seul debba cercare il dialogo piuttosto che usare solo sanzioni; vorrebbe anche riaprire il parco industriale di Kaesong, al confine con la Corea del Nord, per anni gestito insieme dai due governi. Non solo. Moon ha piu' volte detto che lo schieramento del sistema di difesa missilistico americano Thaad (Terminal High Altitude Area Defens) in SudCorea non ha il consenso popolare necessario; e martedi', quando gli Usa hanno cominciato il dispiegamento del Thaad come risposta agli ultimi test balistici nordcoreani, ha fatto notare che qualunque decisione sullo schieramento avrebbe dovuto attendere il nuovo governo. "Credo che il prossimo governo possa prendere una decisione razionale che soddisfi gli interessi della sicurezza e l'economia attraverso consultazioni tanto con gli Usa che con la Cina", ha detto. "Accelerare lo schieramento lascera' solo poco spazio alla diplomazia del prossimo governo".
A premere perche' Seul non schieri il sistema di difesa balistico americano e' la Cina perche' teme che possa essere usato contro i suoi missili. E infatti il governo di Pechino non ha perso tempo e poche ore dopo il voto della Corte Costituzionale ha chiesto al futuro governo sudcoreano di fermare lo schieramento dei missili, che e' "la principale questione" - ha detto il portavoce del ministero degli Esteri - il principale ostacolo nelle relazioni bilaterali.
Subito dopo la sentenza, letta in diretta Tv, i sostenitori dell'uno e dell'altro fronte si sono scontrati poco lontano la sede della Corte Costituzionale, nonostante l'edificio fosse blindato dalle forze di polizia. I manifestanti erano in attesa da ore della decisione dei giudici. Le vittime sono due uomini, entrambi identificati con il solo nome di Kim. Uno, di 72 anni, e' deceduto durante il trasporto in ospedale, dopo essere stato trovato incosciente con una ferita alla testa vicino una fermata della metropolitana, non lontano dalla sede della Corte. L'altro manifestante deceduto aveva 60 anni, ed era stato trovato sanguinante vicino alla Corte. Secondo la polizia, tra gli altri feriti, un uomo di una cinquantina di anni, caduto dal tetto di un pullman utilizzato dagli agenti per blindare l'edificio. Le immagini delle proteste, registrate dalle tv, mostrano la folla che scuoteva violentemente i furgoni della polizia.
Gli otto giudici della Corte hanno approvato all'unanimita' la decisione del Parlamento, lo scorso 9 dicembre, di destituire Park, arrivata al potere nel febbraio 2013 e alla quale restava quasi un anno di mandato. La sentenza, trasmessa in diretta dalle principali reti tv, ha stabilito che Park ha leso la Costituzione permettendo alla sua amica e collaboratrice, Choi Soon-sil, di intromettersi nelle questioni dello Stato e persino cospirare per estorcere fondi ai grandi conglomerati del Paese, compresa la Samsung.
L'inchiesta ha fatto luce un colossale sistema di corruzione e tangenti, messo in piedi dalla fidata quanto ambigua consigliera di Park: un oscuro personaggio, senza alcun incarico ufficiale, ma ribattezzata la 'Rasputin' sudcoreana, per aver saputo usare la sua relazione e amicizia con la presidente per estorcere denaro alle grandi aziende locali. Pur di acquisirne i favori ed entrare nelle sue grazie, i grandi conglomerati sudcoreani avrebbero infatti versato milioni di dollari a fondazioni private da lei create. Samsung, il piu' generoso: avrebbe donato 17 milioni di dollari, alle fondazioni della Choi, seguito da Hyundai, SK, LG e Lotte.
Choi e' in carcere da novembre e per ora e' cominciato il processo all'erede Samsung, Lee Jae-yong, che ha 48 anni e ha preso le redini del gruppo lo scorso ottobre; un processo destinato ad avere importanti ripercussioni economiche, considerato che il gruppo (non solo elettronica, ma anche costruzioni e macchine pesanti) accumula un terzo del valore del mercato azionario della Borsa di Seul e rappresenta circa un quinto del Pil nazionale. Ma la vicenda arriva in un momento complicato per tutto il Paese, con la Corea del Nord che continua a portare avanti il suo bellicoso programma ed e' ormai in rotta di collisione con l'intera comunita' internazionale.
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