(AGI) - Pechino, 15 giu. - La Cina, l'unico alleato rimasto alla dittatura nordcoreana, prende le distanze da Kim Jong-un. Pechino ha deciso di vietare l'export di tecnologia 'dual use' (civile ma utilizzabile anche per scopi militari) che potrebbe essere impiegata per la costruzione di armi chimiche e, in particolare, gli ordigni nucleari con cui Pyongyang ha ripetutamente sfidato il mondo.
Tra i beni di cui da oggi sara' proibita l'esportazione anelli magnetici, leghe di alluminio ad alta resistenza e sistemi laser.
La decisione fa seguito all'irrituale voto cinese al Consiglio di Sicurezza Onu (dove Pechino si era finora astenuta o aveva votato contro) a favore della risoluzione 2270 approvata a marzo che introdusse nuove sanzioni dopo il lancio - in violazioni di altre sanzioni del Palazzo di Vetro - di un missili balistico intercontinentale. I rapporti tra il presidente cinese Xi Jinping ed il dittatore nordcoreano Kim Jong-un sono pessimi. Quest'ultimo non ha mai visitato la Cina da quando Xi e' stato eletto cosi' come e il presidente cinese non e' mai stato a Pyongyang. Invitato alla grande parata per la celebrazione il 3 settembre 2015 dei 70 dalla vittoria della II Guerra Mondiale, Kim non ando' perche' voleva gli fosse riservato il posto accanto a Xi e anche perche' il presidente cinese aveva ospitato il presidente della Corsa del Sud, la signora Park Geun-hye.
Tra Seul e Pyongyang non e' mai stata firmata una pace ma solo un armistizio nel 1953 e piu' volte nel corso degli anni Kim, come il padre Jim Jong-il, ha provocato il Sud fermandosi solo ad un passo dalla scoppio di un nuovo conflitto. (AGI)
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