Islamabad - Forti proteste dei giornalisti pakistani, che patiscono costanti minacce dagli islamisti radicali, per l'apparizione televisiva di un noto ex portavoce talebano il quale giustifico' a suo tempo l'attentato contro la giovanissima blogger Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace 2014, e la strage di 72 persone in un parco di Lahore nel marzo dello scorso anno.
Lo spazio concesso a Liaquat Ali sui maggiori canali tv del paese ha suscitato la reazione di un gran numero di operatori dell'informazione, molti dei quali paventano un accordo fra i talebani e le autorita' militari pakistane. L'Esercito ha annunciato nei giorni scorsi la costituzione di Ali, piu' conosciuto come Ehsanullah Ehsan, e ne ha diffuso ieri un'ampia confessione in video in cui motivava il tentato assassinio di Malala quando lui era portavoce del principale gruppo talebano del paese, il Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP). Nella confessione l'uomo, che si trova sotto custodia militare, ha affermato che i servizi di intelligence di India e Afghanistan finanziano il TTP e scelgono i target di azioni terroristiche.
Liaquat Ali ha rinnegato il TTP assicurando che il gruppo, in nome dell'Islam, ha ingannato i suoi membri e ha finalmente condannato gli attacchi terroristici nei parchi e nei luoghi pubblici. "L'Islam non c'insegna questo" ha aggiunto nella videoconfessione della durata di sei minuti (ma ampiamente editata e tagliata). Una intervista al talebano pentito, condotta dalla rete tv privata Geo, e' stata bloccata oggi dalle autorita' di vigilanza televisiva con la motivazione che "la glorificazione" dei terroristi e' proibita. Ali alias Ehsan e' ricordato per le sue minacce ai giornalisti, fra cui il presentatore di Capital Tv Owais Tohid, che si era rifiutato di onorare sul suo canale come "martire" il capo pro tempore del TTP Hakimullah Mehsud, ucciso nel 2013 da un drone americano.
Altri giornalisti hanno ricordato come il Premio Nobel Malala "non possa far ritorno in Pakistan" per timore di essere uccisa, "mentre il portavoce dei suoi attentatori ha potuto farlo" lamenta l'opinionista Mohamed Taqi. Secondo l'attivista Waqas Goraya, che a gennaio scorso fu sequestrato e torturato per un mese dalle forze di sicurezza, l'immagine del talebano in tv rappresenta uno choc: Goraya, che adesso vive in Olanda, ha ironizzato sul "portavoce talebano il quale ci dice in televisione che l'Islam predica la pace".